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Spiritualità ( II parte)

“A parte il fatto di realizzare delle cose, per un uomo essere un uomo è la cosa più difficile”. Significa che per un essere umano è la più grande difficoltà. Nasce essere umano; tuttavia la prima cosa che dovrebbe essere è quello che non è, è tutt’altro che un essere umano. È disposto ad essere un avvocato, un medico, un professore, ma non un essere umano – che è la cosa a cui pensa di meno, e perlopiù non ci pensa affatto. La gente oggi afferma che ci sia una grande tendenza nel mondo a scoprire la verità spirituale, che ci sia un risveglio spirituale interiore. Sì, lo ammetto, ma che direzione prende? Spesso prende direzioni sbagliate. Questi cercatori della verità spesso pensano che il modo migliore di scoprire la fede nello spirito e nell’aldilà sia la medianità: diventare loro stessi dei medium, o andare da un medium e – quando hanno trovato la prova – comunicare coi morti. Allora pensano di aver trovato la prova dello spirituale. Distruggono il loro sistema nervoso, molti vanno fuori equilibrio. In tal modo la strada che dovrebbe condurre alla spiritualità porta alla distruzione.

Ci sono altri che desiderano andare in cerca dello spirituale nello stesso modo in cui una persona va in un’università o in una scuola secondaria. Pensano: “Se c’è qualcosa come la realizzazione spirituale un libro ce ne parlerà”. Se vanno in una biblioteca e leggono per tutta la loro vita tutti i libri che ci sono, non possono raggiungere la spiritualità, perché non viene dai libri. Leggere a volte aiuta a risvegliarsi; tuttavia non tutti sanno come leggere. Quello che accade oggi è che ci sono migliaia e migliaia di persone che leggono un libro, poi un altro e un altro ancora, finché la loro mente è così confusa che non sanno a cosa credere e a cosa non credere. Tra loro ci sono molti che pensano che la via migliore sia la via intellettuale. Ma che cosa è intellettuale? Leggere è veramente intellettuale? Tutti i libri sono uguali? Sovente confondono una persona. Molto spesso i libri con dieci errori nella stessa riga confondono così tanto la mente di una persona che non sa dove sia. 

Spesso la gente viene da me e mi dice – per aiutarmi – di avere fiducia in loro, perché per dieci anni hanno letto i miei libri. Invece di avere fiducia devo guidarli sul sentiero e cancellare quello che hanno imparato prima. Forse non vogliono cancellare; pensano che hanno acquisito questa conoscenza leggendo cento libri. Che cos’è la conoscenza? È spirituale? 

Inoltre, spesso la ricerca spirituale dà loro l’idea che ci siano maestri, mahatma, santi nell’Himalaya, nelle grotte sulle montagne. Non pensano mai che una simile persona possa essere tra la folla. A loro interessa di più quando è in un luogo dove nessuno può raggiungerla. Pensano che non possa essere in un ristorante a consumare il suo pranzo; deve essere in una grotta sulle montagne. Immaginate! Perché questo mondo è stato creato? Perché siamo nati in questo mondo, in mezzo a questo mondo, se questo mondo non fosse una scuola per sviluppare l’anima e arrivare allo stadio che è lo scopo della vita? l’uomo ha perso fiducia nei suoi simili. Si aspetta spiritualità dai morti, dagli alberi – non dagli uomini. Non ha fiducia nei suoi fratelli. 

Altre persone sono interessate al significato della simbologia: questo simbolo particolare significa questo, un altro dà una grande rivelazione, un altro è un grande mistero. Dove si può trovare la spiritualità? Non è nel cuore dell’uomo? Invece che nel proprio cuore, la gente vuole guardare in diversi luoghi, o in certi simboli. Sì, i simboli la esprimono, ma il modo diretto è dentro se stessi. 

Ho avuto un’esperienza divertente un giorno. Viaggiando in Inghilterra vicino a Bournemouth fui condotto in un luogo in cui dicevano che avrei dovuto parlare. L’uomo che mi condusse là disse: “Ora qui in questo angolo – lei può sentire che qui è il segreto”. Immaginate, la spiritualità era in quel luogo, non nell’uomo! 

Coloro che fanno della spiritualità la loro professione approfittano dell’ignoranza della gente. Vanno incontro alle loro esigenze, li nutrono, dicono ad ogni persona: “Sei un medium”. Così coloro che ne fanno una professione dicono a tutti: “Vieni. Sii più stravagante, più fantasioso, più superstizioso”. Alimentano la curiosità. Questo porta da qualche parte? In questo modo la gente si perde e non sarà mai spirituale. Questo si può trovare ovunque. 

Ora arriviamo all’argomento vero e proprio, la differenza tra spirito e materia: una volta un giovane italiano che non credeva in Dio o nell’anima, stava viaggiando con me sulla stessa nave, e pensò che forse ero un prete. Chiese: “Crede in qualcosa?”. “Sì”, risposi. “Qual è il suo credo?”. Risposi: “Non si può dire”. Poiché era antagonistico disse: “Io non credo in niente. Se c’è qualcosa in cui credo è nella materia eterna”. Replicai: “Il mio credo non è lontano dal tuo. Quello che tu chiami materia eterna io lo chiamo spirito eterno. Quello che hai chiamato materia io l’ho chiamato spirito”. 

È una disputa sulle parole, la comprensione è la stessa. La differenza è venuta dalla discussione sulle parole. Ciò che è spirito è materia fine e ciò che è materia è spirito denso. In altre parole, ci sono due nomi e c’è un unico soggetto: che lo si chiami acqua, che lo si chiami neve. Quando è cristallizzato è neve, e se non vi piace chiamarlo acqua, chiamatelo neve. Se volete distinguere potete chiamarlo con due nomi, a questo non c’è obiezione, è una questione di scelta. Se scegliete che non c’è materia, come afferma anche la Scienza Cristiana, allora la materia è in ogni caso spirito. E se scegliete di chiamare la materia spirito, allora lo spirito è in ogni caso materia. Se dite entrambe le cose è anche questo in ogni caso giusto. La verità sta nella comprensione, non nell’espressione. Le persone hanno consolidato la loro verità, l’hanno insegnata e hanno lottato e non sono arrivati a nulla. Spesso coloro che non comprendono un argomento discutono perché vogliono conoscerlo, ma non vogliono conoscerlo onestamente. Il loro modo è discutere: allora conoscono anche l’idea dell’altro. Si oppongono all’altro per sentire cosa ha da dire; è una specie di furto. Hanno sete di discussione. Chi non capirà non capirà mai, per quanto sia vero. A chi comprende – parlategliene e capirà. È una questione di evoluzione. 

Inoltre, in tutti c’è una tendenza a pensare: “L’altro deve guardare le cose come le guardo io. Che sia un amico, che sia una moglie, un marito, un fratello, una sorella, o un compagno, devono capire le cose come le capisco io”. Ma questo è impossibile. Può essere che siano in fasi diverse di evoluzione, non possono capire. Lasciateli in pace! Per alcuni dormire è un bene, per altri è bene svegliarsi. Non è una virtù svegliare tutti; è un grandissimo crimine svegliare chi deve dormire. Rendere tutti spirituali non è una giusta missione. La cosa migliore è aiutare una persona ovunque essa sia e non cercare di portarla a un certo tono. Accadrà naturalmente; metterla sulla strada giusta è sufficiente. Spesso le persone che si interessano di spiritualità la raccomandano vivamente alle persone che le circondano. Sbagliano; quelli a cui la raccomandano a volte sono più spirituali. L’uomo è un grande mistero e noi ne sappiamo così poco. 

Ho viaggiato in India per nove anni alla ricerca di illuminati, i saggi viventi dell’Oriente. Sareste sorpresi di sapere come varie anime illuminate vivono sotto la parvenza di una persona comune, così che nessuno può mai distinguerli come diversi dagli altri. Molti di loro si comportano nello stesso modo in cui si comportano tutti, rimanendo seduti negli stessi posti, dicendo la stessa cosa che tutti gli altri direbbero; non ostentano alcuna differenza nell’aspetto esteriore, nel modo di parlare o nelle affermazioni. Al contempo – se poteste vedere dietro questi grandi esseri – sono diversi dagli altri come il cielo è diverso dalla terra. 

Vi racconterò qualcosa del mio maestro. Una volta incontrai un uomo colto, un dottore di filosofia con moltissime lauree. Gli parlai del lato più profondo della vita e si interessò a me a tal punto che fu molto impressionato da me. Perciò pensai: “Se dovessi parlargli del mio maestro, quanto sarebbe più interessante per lui. Se io ho prodotto una tale impressione su quest’uomo, quanto più interessante sarebbe il mio maestro per lui, e quanto apprezzerebbe il mio maestro”, e gli dissi: “C’è un uomo meraviglioso in questa città, non ha paragoni nel mondo intero”. “Sì”, disse lui, “ci sono persone simili? Mi piacerebbe molto incontrarlo. Dove vive?”. Gli dissi nella tal parte della città. Lui disse: “Anch’io vivo lì. Dov’è casa sua? Conosco tutti lì. Come si chiama?” così glielo dissi e lui disse: “Conosco quest’uomo da vent’anni, e lei me ne sta parlando!”. Pensai: “In cent’anni lui non sarebbe stato in grado di conoscerlo”. Non era pronto a conoscerlo. 

Se le persone non sono abbastanza evolute non possono apprezzare le persone, non possono comprenderle, non possono capire le grandi anime. Siedono con loro, parlano con loro, c’è un contatto per tutta la vita, ma non vedono. Un’altra persona in un attimo, se è pronta a comprendere, ne trae beneficio. Immaginate, quell’uomo istruito conosceva il mio maestro da vent’anni e non lo conosceva. Io l’ho visto una volta, e sono diventato suo discepolo per sempre. Si potrebbe chiedere: “Quell’uomo non era istruito, non era un intellettuale?”. Sì, lo era. Allora cosa mancava? Vide il mio maestro con il cervello, io lo vidi col mio cuore. Le persone cercano la spiritualità col cervello: è qui che sbagliano. La spiritualità si raggiunge tramite il cuore. 

(II parte)