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I quattro sentieri che conducono a Dio ( prima parte)

C’è un sentiero che può essere chiamato la via dell’intellettuale. Quando una persona si è sollevata al di sopra della sua intellettualità è allora che può essere chiamata una persona intelligente. Perché c’è una differenza tra l’intellettuale e l’intelligente. Una persona intellettuale è quella che ha raccolto conoscenza dalle impressioni, dagli studi; ed è il re del dominio del suo intelletto. Quello che ha imparato, quello che ha studiato, quello che ha sperimentato, lo ha conservato nel libro della sua mente; e questo è il suo mondo. Ma lo imprigiona in un orizzonte limitato di conoscenza, ed è l’elevarsi oltre questa conoscenza che può essere chiamato intelligenza. 

Tuttavia è la persona intellettuale che è capace di essere intelligente; l’intelletto è una copertura sull’intelligenza, e quando questa copertura viene tolta allora una persona diventa intelligente. Intelligente è chi percepisce da solo, chi impara da solo, chi comprende da solo, chi riconosce le cose da solo, che dentro di sé è contemporaneamente un allievo e un maestro. Una volta che una persona si è elevata oltre i confini della sua conoscenza limitata, allora la conoscenza più alta incomincia ad arrivarle da sé. Incomincia ad imparare di più in un attimo di quanto una persona intellettuale imparerebbe dopo aver letto tutti i libri nella biblioteca per molti anni. Quando una persona intelligente ha raggiunto la conoscenza delle leggi nascoste della natura, incomincia a vedere una strada aperta verso una conoscenza più alta. 

Il suo ragionamento cambia la sua natura; diventa l’essenza della ragione. Non vede le cose tramite la ragione che ha appreso dal mondo, ma incomincia a vedere la ragione di tutte le ragioni che è coperta dal ragionamento ordinario. L’uomo nasce intelligente; è successivamente che copre la sua intelligenza ed è felice di chiamarla intelletto. Allora viene riconosciuta come una persona istruita, e pensa di aver acquisito una certa conoscenza, ma è a questo punto che rende limitata la sua intelligenza. E finché la sua intelligenza è limitata, non può vedere oltre ciò che vede. C’è un tempo nella vita di una persona in cui impara, e c’è un tempo in cui lei stessa è conoscenza. Ed è nel momento in cui l’anima diventa la conoscenza stessa che incomincia ad avere barlumi delle leggi nascoste della natura; e questa illuminazione può svilupparsi al punto che una persona vede tutta la manifestazione chiaramente e pienamente nella luce dell’intelligenza.

Il Corano dice: “Dio è la luce dei cieli e della terra”; e se c’è una scintilla di Dio che si può trovare nell’uomo, è la sua intelligenza. Naturalmente, quindi, quando questa luce divina che è nascosta nell'uomo divampa e sfolgora alta, illumina il suo sentiero verso la perfezione.

Il secondo sentiero verso la perfezione è il sentiero della rettitudine, del dovere, delle buone azioni.

Una persona potrebbe non essere intelligente, ma coscienziosa in quello che fa e in quello che dovrebbe fare, usando sempre la sua buona volontà per compiere una buona azione. E così facendo soddisfa quella legge di armonia che automaticamente eleva la sua anima alla perfezione. Molto spesso ci si interroga su amici o parenti che si pensa che siano la bontà stessa, essendo le loro azioni virtuose, e tuttavia essi non sembrano mai mostrare alcuna tendenza verso la religione o la meditazione; e poi spesso si pensa che peccato sarebbe se non arrivassero alla perfezione spirituale. Ma è assolutamente possibile che arriveranno a quella perfezione prima del cercatore spirituale che si dà molto da fare per questo e conclude poco; prima di una persona che parla troppo di cose spirituali e sa poco; prima di chi si aggrappa a segni esteriori di religione e spiritualità. Solamente con le sue azioni virtuose, con le sue buone azioni, quella persona raggiungerà la meta. Potrebbe non saperlo, ma lavorerà automaticamente, perché ha intrapreso il sentiero della rettitudine che sicuramente la condurrà alla perfezione. 

(continua)