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Sufismo ed Economia

Conferenza del Dr. H. J. Witteveen - Murshid Karimbakshs tenuta in Italia nel Giugno 2000

Nelle interviste spesso i giornalisti mi hanno chiesto come si possa abbinare il Sufismo con la vita di un economista, o anche peggio, con quella di un Ministro delle Finanze e banchiere. Potrei, naturalmente, rispondere che l'ideale Sufi è mettere insieme vita interiore e vita esteriore: essere attivo nel mondo, per esempio, come economista e nello stesso tempo essere ispirato, sintonizzandosi con l'Ideale Divino. La cosa importante è l'equilibrio tra questi due aspetti della vita, così che la luce interiore possa motivare e risplendere attraverso le varie attività. 

Ho anche spiegato che non c'è nulla di intrinsecamente sbagliato nel denaro. La questione è come, per quale scopo e con quale motivazione il denaro, la disposizione verso un bene materiale, venga ottenuto ed usato.

Il pericolo è che il denaro, la ricchezza materiale, possa diventare un'intossicazione. Le possibilità che il denaro può offrire, il prestigio che si può acquisire con esso, possono essere così attraenti che l'uomo ne sarà attirato e potrebbe diventare cieco agli altri aspetti della vita. Gli uomini potrebbero essere catturati dall'avidità, volendo sempre di più, senza realmente averne bisogno. Così, il denaro può rendere schiavo l'uomo, e questo può bloccare, naturalmente, ogni progresso spirituale. Ma il denaro può anche essere il nostro servo invece che il nostro padrone. Questo è l'atteggiamento di un Sufi, di qualcuno che si trova su un sentiero spirituale. In tal modo, allora, con il denaro si può fare un gran buon lavoro. 

L'economia, in quanto materia scientifica, mi ha sempre affascinato perché mostra come le innumerevoli decisioni indipendenti dei consumatori, dei produttori, dei lavoratori e dei risparmiatori siano ricondotte insieme in un equilibrio dal meccanismo di mercato. L'analisi economica dimostra come le forze economiche, "automaticamente", organizzino un vasto sistema di cooperazione tramite il quale uomini, che non si sono mai visti né sentiti l'un l'altro, ciononostante si supportano reciprocamente in ogni occasione, allargando ognuno la realizzazione degli scopi dell'altro. 

Infatti, il sistema di mercato, mentre nessuno lo sovrintende o lo dirige, può in modo efficiente andare incontro a tutti i vari infiniti bisogni di intere città e nazioni. È importante studiare in quali condizioni questo meccanismo porti ad una situazione ottimale per tutti coloro che sono coinvolti. Si può, allora, vedere come compito di un governo tentare di creare e mantenere le condizioni in cui quell'equilibrio sia il più vicino possibile all'ottimale. La politica della competizione e la politica macroeconomica, che puntano a una crescita stabile e al pieno impiego, sono chiari esempi di queste scelte politiche. Studiare queste possibilità è stata la mia principale motivazione nello studio, nell'insegnamento, e nella pratica della politica economica. 

Ma ci sono domande essenziali che riguardano la relazione tra Sufismo, o in generale la religione e la spiritualità, e l'economia. Studiando l'interdipendenza delle decisioni e delle attività dei diversi soggetti economici, l'economia generalmente parte dall'assunto che tutti si sforzano di ottenere la massima soddisfazione dei propri bisogni in modo razionale. I consumatori sono guidati dalle loro preferenze e cercano di distribuire i loro esigui guadagni in diversi ambiti, in modo da raggiungere la maggior soddisfazione possibile. Gli imprenditori mirano ai massimi profitti così che i loro affari possano crescere e prosperare, e possano avere la miglior possibilità di soddisfare le proprie necessità. I lavoratori cercano di trovare impieghi in cui la soddisfazione che ottengono, o l'insoddisfazione di cui soffrono, sia nel miglior rapporto possibile rispetto alla paga che ricevono. La focalizzazione è sulla massima soddisfazione derivante dai beni materiali e dai servizi, e opera per ogni individuo. Questa fotografia semplificata dell'uomo, è stata definita "homo economicus". Allora la domanda che si può porre e che spesso viene posta è la seguente: 'Questa è una fotografia veritiera dell'uomo? Questa fotografia non è in conflitto con la natura religiosa e spirituale dell'uomo?'

Certamente ci sono altre motivazioni oltre l'interesse materiale personale. Anche l'altruismo gioca un ruolo in molte situazioni. Adam Smith, il padre fondatore dell'economia classica , ha chiaramente compreso questo quando, oltre alla sua opera assai nota, " La ricchezza delle nazioni", scrisse la sua " Teoria dei sentimenti morali", un'opera morale e psicologica in cui enfatizzò l'importanza di sentimenti di comprensione che culminano nella " benevolenza universale". 

Possiamo quindi vedere la motivazione economica come inserita in abitudini e usanze sociali più estese. Possiamo, naturalmente, compiere gesti altruistici, per esempio donare parte dei nostri guadagni per scopi caritatevoli o sociali, dando loro una collocazione all'interno dei confini dell'analisi economica, considerandoli anche preferenze che si devono valutare come opposte alle preferenze che soddisfano tutti i bisogni individuali. 

Ma, dobbiamo riconoscere che l'interesse personale gioca un ruolo molto importante nelle nostre attività economiche. Ovviamente, tutti cerchiamo di spendere i nostri guadagni nel modo migliore così da ottenere la più grande soddisfazione, pur tenendo in considerazione certi propositi sociali. Gli affari sono, in molti casi, guidati dalla motivazione di un profitto che, grazie al meccanismo del prezzo competitivo, porterà, tramite "la mano invisibile" di Adam Smith, a una situazione di equilibrio ottimale. Come afferma Fukuyama, l'economia classica con il suo " modello fondamentale di comportamento razionale, basato sull'interesse personale umano, l'80% delle volte é corretto. Ma questo esclude il 20% del comportamento umano", che non è pienamente spiegato. 

Negli studi economici recenti, viene data maggiore attenzione proprio a questo 20% mancante. È stato discusso, ad esempio, che lottare per la massima soddisfazione si situa entro ciò che viene chiamato " la razionalità obbligata" all'interno di limiti determinati da altre forze. 

Ad esempio, poiché non tutti conoscono tutte le possibilità di spesa nella società, una certa "docilità " nel seguire i consigli e le informazioni può giocare un ruolo nella società. 

Altre cause derivano dall'identificarsi con l'organizzazione in cui lavoriamo. Così, in contrapposizione all' homo economicus è stato descritto l' homo sociologicus, il cui comportamento è determinato da norme sociali. Le norme sociali sono condivise da altri e in parte sostenute dalla loro approvazione o disapprovazione. Possiamo, ad esempio, vedere le norme di consumo nelle influenze culturali, nel modo di vestire, nelle abitudini a tavola, etc. Influenze culturali simili si possono vedere in molti campi. 

Ma tutto questo è anche una breccia attraverso cui le motivazioni religiose, spirituali, e gli ideali possono influenzare la vita economica. Arriviamo qui ad una relazione molto importante tra Sufismo, o spiritualità, ed economia. Quale potrebbe essere l'interazione tra le forze profonde della religione e della spiritualità nella vita e la struttura economica in cui gli uomini lavorano per guadagnare il loro pane quotidiano? 

Sembra esserci un'antinomia essenziale tra religione ed economia. Mentre la scienza economica si focalizza sulle nostre attività materiali, studiando come poter ottenere la massima soddisfazione attraverso i beni materiali e i servizi, la religione attira l'attenzione dell'uomo nella direzione opposta, verso Dio che é al di sopra e oltre ogni materia: invisibile, non udibile, intoccabile e tuttavia onnipervasivo,forza creativa di tutto. 

La religione punta a ristabilire un contatto nel nostro essere più interiore con questo spirito onnipervasivo, qualsiasi nome gli venga attribuito. La religione riguarda la vita interiore dell'uomo, l'economia la vita esteriore.

Questa antinomia si esprime in forme diverse nelle grandi religioni e naturalmente è stata spesso un ostacolo al progresso economico. In tal senso, c'é una forte enfasi nel Buddismo sul carattere transitorio della vita materiale. C'é una nascita e una morte, una crescita e un decadimento. Tutto cambia. I piaceri passano. Tutto è samsara, illusione. La pace e la salvezza possono essere trovate soltanto nella verità, che è eterna e incessante. La verità è realizzata in Buddha, perciò si esorta il fedele: " estingui in te stesso ogni desiderio che si oppone al Buddha, e alla fine della tua evoluzione spirituale diventerai come Buddha."

Per arrivare a questo traguardo, dove tutte le tristezze cessano, siamo istruiti a seguire l'Ottuplice Sentiero della Retta Comprensione, Retta Intenzione, Retta Parola, Retta Azione, Retta Sussistenza, Retto Sforzo, Retta Consapevolezza, Retta Concentrazione. Secondo questo retto modo di vivere, l'interesse personale e l'attaccamento ai piaceri terreni devono essere vinti.

L'alto ideale spirituale sicuramente indica una direzione opposta all'assunto dell'homo economicus. 

Nell'Induismo, ad esempio nella Bhagavad Gita, c'è un chiaro riconoscimento che l'azione nel mondo é necessaria. Ma il lavoro necessario deve essere fatto senza attaccamento ai frutti del lavoro stesso. Noi tutti siamo spinti ad agire, ma dobbiamo agire con autocontrollo e rinunciando ai risultati del lavoro. Il cuore del lavoratore deve rimanere immobile e fisso sull'Altissimo. Dobbiamo tutti fare il nostro dovere. 

Nell'Induismo, scopo dell'uomo non dovrebbe essere la soddisfazione dei suoi bisogni, come nell'economia, ma adempiere al proprio dovere. Questo dovere viene affidato a ciascun individuo secondo la sua condizione nella vita. Questo concetto fu sistematizzato nel sistema delle caste ed è descritto chiaramente nel Bhagavad Gita, dove Arjuna esita di fronte alla battaglia in cui molti uomini valorosi sarebbero stati uccisi e Krishna allora lo ammonisce così: Anche se lo consideri dal punto di vista del dovere della tua casta non dovresti esitare, perché, per un guerriero, non c'é nulla di più nobile che una guerra giusta. Felici sono i guerrieri ai quali è data una battaglia come questa; essa apre una porta verso il cielo".

Questo sistema di caste ha reso la società Indù molto rigida, e questo è stato un serio impedimento allo sviluppo economico.

Nell'Islam ai credenti viene detto che si deve preferire la vita nell'aldilà alla vita in questo mondo. Questa vita ha da offrire una piccola consolazione se confrontata all'aldilà. Questo di nuovo richiama l'attenzione e l'intenso desiderio del fedele in una direzione opposta alla vita terrena. Recentemente alcuni scrittori hanno cercato di sviluppare una "economia islamica": attingendo al Corano o ad altre fonti Islamiche, puntano a riordinare il pensiero e la pratica economica sulla base dell'insegnamento Islamico. Molte pratiche economiche vengono quindi considerate come non Islamiche, come ad esempio: il pagamento degli interessi, l'assicurazione, l'arbitraggio, la speculazione, e l'indicizzazione. C'è, d'altro canto un'enfasi maggiore sulla generosità per risolvere i problemi sociali. 

"Timur Kuran", un economista Mussulmano ha affermato che lo scopo primario dell'economia Islamica è  evitare che i Musulmani assumano il sistema economico Occidentale, perché questo minaccerebbe la sopravvivenza della cultura Musulmana. Ma le diverse ingiunzioni ad evitare queste pratiche economiche o hanno impedito la crescita economica o non sono state seguite, creando sensi di colpa o soluzioni ipocrite come nella Banca Islamica, in cui l'interesse sui depositi viene camuffato da margine o da commissione.

Anche il Cristianesimo insegna che lo scopo dell'uomo dovrebbe essere un tesoro celeste e non uno terreno. Come Cristo disse in Matteo 6, 19-24: " Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!

Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza."

Il Cristianesimo medievale diede prescrizioni simili in materia economica. Ci furono ingiunzioni a favore di prezzi giusti e gli interessi sui prestiti furono proibiti. Questo fu un serio ostacolo allo sviluppo del capitalismo di mercato. 

Osservando come tutte le religioni guidino l'uomo in una direzione opposta allo sforzo dell' homo economicus e come impediscano lo sviluppo del sistema economico moderno, la domanda che si presenta é: "come avvenne il superamento di questa barriera religiosa?". C'era bisogno di un supporto religioso per superare queste restrizioni etiche e religiose della prima era Cristiana. 

Max Weber ha dimostrato che questo supporto cruciale venne dal Protestantesimo. 

Questo rappresentò uno sviluppo paradossale perché il Calvinismo fu, nella sua essenza, una fede ascetica. La difficoltà si trovava nel fatto che Calvino rappresentava Dio tanto alto e perfetto da essere irraggiungibile per l'uomo. In questo modo, fu sviluppata una teologia di assoluta trascendenza di Dio in cui un abisso incolmabile separa l'uomo da Dio. Questo precludeva qualsiasi possibilità per l'uomo di essere in contatto con Dio, e questo non lasciava all'uomo nessun'altra scelta che rivolgere la sua attenzione al mondo esterno. Max Weber lo spiegò così: " allora l'asceta Cristiano lasciò il monastero e giunse passeggiando sulla piazza del mercato".

In questa teologia Calvinista, si sviluppò la dottrina della predestinazione, per cui ognuno era portato a credere di essere stato prescelto dalla Grazia di Dio. Altrimenti poteva essere eternamente relegato all'inferno. 

Come poteva sapere una persona di essere stata prescelta? La migliore indicazione l'avrebbe avuta lavorando attivamente all'interno di una vocazione. Una tale vocazione, un tale lavoro, poteva essere considerato come un dono della fede concesso dalla Grazia di Dio. Questo era il modo migliore per ottenere la fiducia nel fatto di essere stati scelti e determinò una forte motivazione religiosa alle tipiche virtù capitaliste della sobrietà, cioè: duro lavoro e accumulo di capitali. L'interesse da quel momento non fu più vietato, purché fosse fra commercianti, distinto dalla sfera dell'aiuto personale. Questo spirito Calvinista divenne molto influente nel mondo Protestante. 

Nel Cattolicesimo Romano lo spirito Calvinista fu più debole perché l'ideale mistico del contatto interiore con il Divino fu tenuto vivo nei monasteri. Inoltre, la Chiesa Cattolica Romana, alla fine del ventesimo secolo, si riconciliò con il capitalismo di mercato, con l'Enciclica di Papa Giovanni Paolo II " Centesimus Annus", sulla base di determinati requisiti.

C'è stata un'ampia discussione sulla tesi di Weber nella letteratura scientifica. Le indagini scientifiche non hanno sempre confermato una correlazione tra Protestantesimo e Capitalismo. Ci sono, ovviamente, delle eccezioni ma la tesi di Weber è stata confermata in molti casi. Fukuyama riferisce un'interessante scoperta proveniente dall'America Latina, dove la crescita del Protestantesimo è stata associata a una significativa crescita dell'igiene, dei risparmi, dell'avanzamento educativo, e infine, dei guadagni individuali. La diversa influenza del Protestantesimo e del Cattolicesimo Romano sulla crescita economica è stato anche statisticamente confermata in due recenti ricerche. Bradford de Long ha riscontrato, nel periodo dal 1870 al 1979, una sorprendente associazione ex ante fra la crescita delle nazioni, che sembravano avere una crescita potenziale nel 1870, e la cultura Protestante, contrariamente alle nazioni di cultura Cattolico-Romana. Alain Desdoigt trovò nelle sue proiezioni la struttura imprevista di una dimensione religiosa, che identifica gruppi di paesi Protestanti e Cattolico-Romani, con alti tassi di crescita per il primo gruppo. A prescindere dalla relativa influenza del Protestantesimo e del Cattolicesimo Romano sullo sviluppo economico questa è stata chiaramente un'enorme differenza tra la crescita economica nel mondo Cristiano e quella nella cultura terrena dell'Induismo, del Buddismo, e dell'Islam. 

Una volta creata in questo modo l'apertura per le forze economiche, il capitalismo di mercato si sviluppò con grande potenza. Con la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, il capitalismo di mercato si spostò dall'ambito del commercio a quello dell'industria manifatturiera. Sotto la protezione del Colonialismo il sistema di mercato si diffuse dall'Europa alle altre parti del mondo. Il commercio internazionale e il movimento internazionale di capitali, gradualmente, unirono tra loro molte economie nazionali, creando un crescente mercato mondiale. 

Oggi questo sta portando ad un'economia mondiale globalizzata. Nel corso di questo processo, il sistema di mercato capitalista ha dimostrato la sua superiorità sugli altri sistemi economici. Il sistema comunista Russo è completamente collassato perché è stato una dittatura brutale e inefficiente. Anche i tentativi socialisti di pianificare lo sviluppo economico, sono generalmente falliti per l'inefficienza e i pericoli di corruzione.

Il sistema di mercato liberale, d'altro canto ha dimostrato di essere un potente motore di crescita economica, a patto che la struttura legale e istituzionale richiesta sia presente, e che i governi mantengano una competizione ragionevole e stabilità. 

La forza del sistema sta nel fatto che utilizza il desiderio individuale di un guadagno materiale nel modo migliore, stimolando l'impegno, l'investimento, e l'imprenditorialità, portando poi tutte le attività economiche in un equilibrio di mercato che dia un benessere materiale crescente per tutti. 

La scienza economica è stata capace di analizzare e spiegare questo processo. Questo significa anche che la rappresentazione, di fatto l'assunto semplificante dell'homo economicus, è stata ampiamente riconosciuta e accettata. 

Questo ha avuto un'influenza prima sulla motivazione e poi sui valori sociali. Fukuyama nel suo capitolo conclusivo ha scritto: .....dopo tutto, il modello dell'interesse personale, incoraggiando ad aspettarsi il peggio negli altri, sembra in tal modo aver tirato fuori il peggio di noi".

Il dibattito sulla miglior forma di organizzazione economica è stato così vinto inequivocabilmente dal capitalismo di mercato. Questo ha ispirato Fukuyama a intitolare il suo studio ben noto: La fine della storia. Il capitalismo di mercato è diventato così potente da non avere più bisogno del supporto religioso. Già Max Weber mostrò come, con il successo mondano di questo Calvinismo ascetico, lo spirito religioso era svanito. Weber cita John Wesley che scrisse:" Dovunque i ricchi sono aumentati, l'essenza della religione è diminuita proporzionalmente" . E continua:" ma come i ricchi aumentano, così farà l'orgoglio, la rabbia e l'amore per il mondo in tutti i suoi aspetti"; e conclude: " ...così, sebbene la forma della religione rimanga, lo spirito sta prontamente scomparendo".

Infatti il capitalismo di mercato sta ora opprimendo la gran parte delle culture religiose. Il sistema, che ha successo perché usa molto bene l'impegno per il guadagno materiale, dà contemporaneamente un forte impulso alle tendenze materialiste ed egoiste.

Gli uomini diventano molto attaccati al consumo materiale. Sulak Savaraksa, un'eminente pensatore e attivista Buddista, ha espresso una profonda preoccupazione perché, durante la sua vita in Thailandia, i valori della spiritualità, dell'armonia, e dell'amicizia sono stati completamente distrutti dal capitalismo. Vide come la gente era intossicata da una febbrile conflittualità per avere una ricchezza materiale crescente. Osservò che questo non sempre migliorava la qualità della vita e che era l'opposto delle virtù Buddiste di sobrietà e controllo dell'interesse personale. Definì questo fenomeno " consumismo" affermando che funziona come una pseudo religione e che sarà incapace di dare soddisfazione e pace interiore. In quel periodo, anche Hazrat Inayat Khan si lamentò spesso del dominio del materialismo. In "L'Unità degli Ideali Religiosi" lo espresse con ferma chiarezza: " In quest'epoca scientifica da un lato e materialista dall'altro e con lo spirito commerciale all'apice, l'uomo sembra essersi accecato per acquisire ricchezza e potere, e non vede nient'altro. Disse anche: " Siamo arrivati a una fase in cui l'Ideale di Dio sembra completamente dimenticato. Questo non significa che Dio non esiste, ma che la luce che una volta era presente ora è stata coperta e ha cessato di illuminarci". 

L'effetto negativo dell'attuale sistema economico sulla religione e sulla spiritualità è una conseguenza molto seria che potrebbe oscurare i vantaggi derivanti dall'aumento della ricchezza materiale. Ma questa influenza indebolente ha un certo numero di effetti sulla religione e quindi sui valori religiosi che a lungo termine potrebbe anche minacciare la salute dello stesso sistema capitalista e impedirne l'ulteriore sviluppo. 

Fukuyama, che per primo descrisse la vittoria impressionante del capitalismo di mercato, nel suo nuovo studio ora sostiene che il sistema incomincia a soffrire per un declino dei valori sociali che nel passato sono stati offerti come motivazione dalla religione. Fa notare che la ricchezza economica non soltanto ha bisogno dello sforzo individuale ed imprenditoriale, ma anche della tendenza e della capacità di associarsi e lavorare insieme. Questa capacità di associarsi dipende, in successione, dal livello in cui le comunità condividono norme e valori, e dalla loro capacità di subordinare gli interessi individuali a quelli di gruppo. Da questi valori condivisi viene la fiducia, e la fiducia, come vedremo, è un valore economico importante e misurabile. Fukuyama aggiunge: "La legge, il contratto e la razionalità economica sono una base necessaria ma non sufficiente sia per la stabilità che per la prosperità delle società post industriali; ma le stesse devono anche essere rinvigorite dalla reciprocità, dal dovere morale, dal dovere verso la comunità e dalla fiducia, che si basano più sulle abitudini che sul calcolo razionale."

Fukuyama chiama questo " il capitale sociale". L'accumulo di questo capitale sociale è un processo culturale lento e complesso, e non è facile immaginare come i governi potranno costruirlo. Perciò, se questo capitale sociale viene esaurito è molto grave. Questo è ciò che Fukuyama vede accadere in questo periodo negli Stati Uniti e cita alcune situazioni che indicano uno sviluppo in questa direzione. In primo luogo cita lo sfascio della famiglia con un costante aumento del tasso di divorzi e di famiglie con un solo genitore.

Poi la diminuzione degli iscritti ad associazioni volontarie: ad esempio la diminuzione della partecipazione ad associazioni di genitori e insegnanti che e passata da 12 milioni nel 1964 a 7 milioni nel 1995, il periodo da lui preso in esame. Anche le organizzazioni quali Lions, Elks, Rotary, Massoni hanno perso da un ottavo a circa metà dei loro associati in vent'anni. Pure gli iscritti ai sindacati sono scesi dal 32,5% al 15%. Questo è un dato di per sé importante.

La frequentazione delle Chiese è crollata di circa un sesto. Di contro i gruppi di interesse e le organizzazioni lobbistiche continuano a proliferare. Ma non hanno valori condivisi, lottano solo per interessi materiali limitati ed egoistici. 

Un'indagine ha anche dimostrato che l'atteggiamento degli Americani l'uno verso l'altro è cambiato. Nel 1960, il 58% di coloro che hanno risposto all'indagine, sentivano che ci si poteva fidare della "maggior parte della gente ". Nel 1993, solo il 37%. 

Il declino della fiducia sociale è evidente nell'aumento del crimine e delle pratiche legali civili. Gli Stai Uniti hanno più dell' 1% della loro popolazione in carcere, molto più che negli altri paesi sviluppati. Il crimine é relativamente concentrato nelle aree povere dentro le città mentre i ricchi si proteggono spostandosi nei quartieri residenziali periferici. Gli Stati Uniti sono sempre più "una nazione di avvocati", ma la prontezza delle persone a citare in giudizio è esplosa nella seconda metà del XX secolo. Questo impone alla società alti costi diretti e indiretti. 

Un importante fattore di questo ricorso alla legge è ciò che Fukuyama chiama "la cultura dei diritti" in America. I diritti in cui la gente crede sono aumentati enormemente. Questi diritti sono visti come assoluti e non sono equilibrati da doveri e responsabilità verso la comunità e le altre persone. 

Riscontriamo questo fenomeno nella gran parte dei paesi sviluppati e si palesa nei sistemi complessi dello stato sociale che sono persino più estesi in Europa che negli Stati Uniti. Sostituiscono la carità individuale e delle associazioni volontarie con un sistema di stato burocratico organizzato e alquanto anonimo. Questo sistema naturalmente è stato un grande aiuto per molte persone. In Europa ha prevenuto il tipo di povertà e di disintegrazione sociale sviluppatosi negli Stati Uniti. Ma la difficoltà è che i diritti che vengono rivendicati e che sono stati dati dal sistema non sono sufficientemente equilibrati da una coscienza sociale nell'usarli. Allora può facilmente svilupparsi un abuso su vasta scala. Questo richiederà sempre più regole e sanzioni. Queste aumenteranno i costi per il sistema e non lavoreranno mai bene se c'è insufficiente volontà di rispettare lo spirito del sistema sociale e di usarlo con correttezza e integrità .

Oltre a tutto questo, c'è un'altra grave minaccia data dalla crescita continua dell'economia di mercato. Questa crescita con il suo progresso tecnologico sempre più sofisticato sta causando seri danni all'ambiente naturale. Stiamo usando le nostre risorse naturali senza misura ed alcune si stanno esaurendo. Trasformiamo questi materiali naturali con processi tecnologici, principalmente chimici, creando materie artificiali che hanno diverse qualità che, per molti aspetti, ci servono meglio. Ma in questo processo vengono prodotte sostanze tossiche che non possono essere utilizzate e che si spandono nell'aria, nell'acqua o nel suolo, avvelenando l'ambiente naturale. 

Un altro effetto è che la produzione di quantità sempre maggiori di alcuni materiali naturali comincia a turbare importanti equilibri in natura. Così, il consumo energetico porta sempre più nell'atmosfera anidride carbonica che è in sè una sostanza naturale, ma la sua crescente quantità può causare un graduale riscaldamento dell'atmosfera, con conseguenze dannose per il nostro clima. Similmente, ad esempio, il numero sproporzionato di maiali allevati in Olanda provoca inquinamento del suolo per un'eccessiva quantità di letame. 

All'inizio questi effetti sembravano trascurabili. I rifiuti tossivi erano limitati e l'ambiente naturale sembrava in grado di farvi fronte. Ma gradualmente questi effetti negativi della crescita economica divennero più seri e rilevanti. La scienza ora può misurare questi effetti tossici e avvisarci che potrebbero diventare davvero molto gravi. Da un punto di vista economico, questi effetti sull'ambiente si potrebbero vedere come esterni all'azienda che li produce. È un costo che viene percepito come esterno all'impresa e non viene e non viene sostenuto da essa ma dalla comunità in generale. Ecco perché il sistema di mercato non sa far fronte a questi effetti ambientali. Non hanno alcun costo per le aziende e così non lo fanno rientrare nel calcolo del profitto per i diversi prodotti. In tal senso, il meccanismo di mercato non dà la giusta guida alla produzione. Si noti che sotto i regimi comunisti dell'Est Europa e Russi,nel dopo guerra, il degrado ambientale fu persino più grave e i pianificatori comunisti trascurarono completamente questo tema. Questo mostra che oltre le ragioni dello sviluppo tecnologico c'è stato qualcosa di non equilibrato nell'atteggiamento dell'uomo moderno. La lotta per la massima soddisfazione dei bisogni materiali è stata così forte che non c'è stato sufficiente rispetto per l'ambiente naturale. La natura vivente non è stata vista come una parte della creazione Divina con cui siamo intimamente connessi, ma come qualcosa da usare e manipolare per i nostri interessi materiali. Si può leggere cosa ci consente di fare la Bibbia:

" Dio li benedisse e disse loro: 'Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra'. E disse: ' Ecco, vi do ogni erba che produce seme e che é sulla faccia della terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo'.

La Bibbia ci consente di usare le erbe e la frutta della natura per i nostri bisogni reali. Ma siamo andati molto oltre. Il dominio sulla natura richiede anche la responsabilità ed il rispetto nell'utilizzo di questo dono di Dio. Il degrado dell'ambiente sta ora andando tanto oltre che diventa imperativo per la nostra sopravvivenza invertire la tendenza di questo sviluppo non equilibrato. Fortunatamente, l'analisi economica ci mostra la giusta politica per approcciare i problemi ambientali. I costi ambientali, che le aziende considerano esterni all'azienda, devono diventare interni, inserendoli nei costi di produzione e nel meccanismo del prezzo. Lo si può attuare con tasse apposite e imposte sulla produzione e sui consumi che causano danni ambientali. Una possibilità sarebbe vendere dei diritti di emissione atmosferica. In questo modo, il meccanismo del prezzo verrebbe messo in azione per apportare un migliore equilibrio nel processo decisionale economico. Influenzerebbe, nello stesso tempo, la direzione dell'innovazione tecnologica, che cerca sempre opportunità più proficue. I ricavi di tali tassazioni potrebbero essere usati allora per ridurre le altre tasse, in modo che il carico delle tasse totali sulla comunità non abbia necessità di aumentare. 

Ma sebbene l'approccio giusto al problema esista, è risultato difficile introdurre tale cambiamento nel sistema di tassazione attualmente adottato. Le industrie che hanno interessi in gioco e che dovrebbero pagare, protestano fortemente evidenziando un indebolimento della loro posizione nell'esportazione. Questa è una difficoltà fondamentale: il beneficio delle misure ambientali si estende oltre i confini nazionali, mentre i costi sono generati dai produttori nel paese dove il governo prenderebbe queste misure. Sarebbe perciò necessario un coordinamento internazionale, ma è molto difficile e complicato attuarlo. Per superare queste difficoltà occorre un cambiamento nell'atteggiamento. Dobbiamo sviluppare una maggiore rispetto per la natura in cui Dio mostra la Sua Vita e la Sua Bellezza, che pervadono ogni cosa in così tanti modi. La protezione della natura dovrebbe avere la più alta priorità e abbiamo bisogno di una maggiore volontà di sacrificare i nostri guadagni nel breve termine a questo fine. 

Quanto avanzerà il declino dei valori spirituali e sociali con i suoi effetti dannosi sulla nostra società e il nostro ambiente? In questo processo ci sono molti fattori al lavoro. L'attrazione inebriante di tutti i beni di consumo sempre più ingegnosi, sembra essere ancora in aumento. Il consumerismo, come lo chiama Sulak Sivarksc, sembra stia ancora guadagnando potere. Un fattore importante è l'influenza persuasiva della moderna pubblicità. Utilizzando una tecnica psicologica sottile e l'onnipotenza dei mezzi di comunicazione di massa, cioè giornali, riviste, radio e sopratutto la televisione, l'influenza della pubblicità è diventata forte e crescente. L'invenzione continua di nuovi prodotti di consumo e di omaggi annessi, e la competizione sociale nell'ostentare i prodotti più recenti, intensificano questa avida competizione. Il risultato è che continua l'enorme aumento della produttività e dei guadagni nei paesi industrializzati e della pressione nelle rivendicazioni di guadagni e consumi più elevati. Le religioni costituite sono state sopraffatte da tutto ciò, come abbiamo visto, e non riescono ancora ad arrestarne l'ondata, sebbene siano stati fatti dei tentativi di rinnovamento. Affrontano gravi difficoltà e forse la più importante è lo sviluppo di una contraddizione seria e dolorosa fra scienza e religione. Il profondo discernimento che la scienza ha raggiunto riguardo l'origine e la natura della creazione, è per molti versi in disaccordo con i dogmi religiosi tradizionali. La scienza con i suoi metodi logici, e con i suoi risultati verificabili, risulta efficace e persuasiva ed ha guadagnato una forte presa sulla mente moderna. Questo porta molte persone a dubitare e a non credere, e così l'invisibile mondo interiore viene perso di vista. 

Una parte importante di questo problema è determinata dalla tendenza delle religioni tradizionali a diventare più rigide. Il desiderio di rendere chiara alla nostra mente la Verità ultima di Dio ha portato ad elaborare teologie dogmatiche. Ma la verità ultima non può mai essere espressa a parole. Attualmente sempre più persone non cercano dogmi: vogliono essere libere di trovare la propria strada verso un credo vivo che le porti a un contatto personale con l'Essere Divino. 

Un'ultima difficoltà è che le religioni costituite, come abbiamo visto, hanno avuto una visione piuttosto negativa delle attività economiche, perché la loro missione è stata quella di spostare l'attenzione dell'umanità dal mondo materiale a quello celeste. Soltanto nel Cristianesimo questo è cambiato con l'avvento del Calvinismo. Così, l'influenza della religione sul cuore e sulla mente di molte persone è diminuita. Questa riduzione dell'influsso della religione e dei valori sociali ha avuto un riflesso sui sistemi educativi. Nelle società occidentali,l'educazione dei bambini nel sistema scolastico è diventata molto più importante perché spesso entrambi i genitori lavorano, perciò hanno meno tempo per l'educazione dei figli. Mandano i loro figli molto piccoli in strutture per l'infanzia e poi a scuola. A scuola l'enfasi è sulla preparazione per il lavoro nella società. Naturalmente è vero che nella nostra società tecnologicamente avanzata è richiesta una grande conoscenza e capacità di base. Inoltre, nella nostra società " è necessaria una precisa e frequente comunicazione con gli stranieri". Questo porta a una cultura trasmessa scolasticamente non ad una cultura trasmessa dal popolo. Ma in questo modo nelle scuole non viene data troppa attenzione allo sviluppo emotivo,alla costruzione del carattere, alle virtù sociali e ad aprire il,cuore alle religioni e alla sintonizzazione spirituale. Nelle scuole pubbliche quest'ultimo aspetto talvolta è deliberatamente evitato per timore che influenzi i bambini nella direzione di un approccio religioso particolare. La libertà di religione dovrebbe essere quindi rispettata, ma ci sono valori morali e spirituali universali in tutte le grandi tradizioni umane che potrebbero essere la base di un elemento spirituale nell'educazione. Il compito degli insegnanti di tutte le materie è diventato molto più difficile per la mancanza di disciplina e per le tendenze aggressive dilaganti tra i ragazzi. Queste tendenze sono probabilmente dovute all'influenza della violenza nei programmi televisivi. Qui arriviamo ad un altro elemento importante nel nostro processo di trasmissione culturale. Il mezzo televisivo può naturalmente produrre impressioni molto forti e profonde; la televisione può essere uno strumento molto influente. La combinazione di TV e pubblicità commerciale ha la sfortunata tendenza a trascinare la qualità dei programmi verso ciò che attrae un maggior numero di spettatori, usando l'eccitamento e il sensazionalismo attraverso scene di violenza e sesso. 

Perché i guadagni della pubblicità dipendono dal numero di spettatori. L'influenza dei programmi televisivi sui bambini è spesso tenuta poco in considerazione nei dibattiti pubblici. Si sostiene spesso che i bambini si abituano e diventano insensibili alla loro influenza. La visione spirituale è diversa. Hazrat Inayat Khan sottolinea sempre l'importanza psicologica delle impressioni. Definisce la psicologia delle impressioni una scienza e dice che:" La nostra vita opera in sintonia con tutte le impressioni che vengono prodotte su di noi. " 

Spiega anche che: " la natura della mente è tale che la prima impressione genera una profonda impressione...perciò una persona, una volta che è stata impressionata da una cosa sbagliata, forma una cattiva impressione, ed è molto difficile cambiarla". 

Le impressioni possono formarsi in molti modi: tramite l'esperienza, tramite le parole, tramite i colori o tramite i movimenti. I programmi televisivi possono essere molto suggestivi, mostrando le esperienze della gente, con cui identificarsi combinandole con parole, colori e movimenti. Quando poi realizziamo che più i bambini sono giovani più in profondità vanno le impressioni, come spiega Inayat Khan nei suoi insegnamenti sull'educazione , possiamo vedere il pericolo per un bambino di ricevere forti impressioni di violenza attraverso un programma televisivo. Può essere l'inizio di un atteggiamento aggressivo che crescerà e potrebbe essere difficile modificare successivamente. 

Naturalmente le qualità create da alcune impressioni forti saranno riverberate e diffuse nel nostro ambiente. Il nostro cuore ha una qualità che è quella di essere simile a uno specchio. Quando riceve delle impressioni, le riflette. Le idee, i sentimenti e gli atteggiamenti della gente con cui veniamo a contatto si diffondono ampiamente in questo modo. Questo avrà un effetto forte sui bambini. Quando alcuni bambini sviluppano qualità aggressive, molti altri nella scuola o nel loro ambiente ne rimangono impressionati. Reagiscono automaticamente nello stesso modo, e naturalmente devono difendersi. Qualità sociali più gentili e desiderabili saranno allora facilmente sopraffatte. Un simile ciclo negativo di propagazione di qualità negative, di disonestà e frode, può svilupparsi anche nell'economia. Nelle transazioni economiche i commercianti onesti possono venire a contatto con quelli disonesti, col risultato che vengono imbrogliati ed hanno delle perdite. Se questo si verifica molto spesso, se la porzione di commercianti disonesti nella comunità è troppo grande, i commercianti onesti possono essere tentati di modificare i loro comportamenti e diventare disonesti, cercando anche di ingannare i loro partner per proteggere la loro posizione. 

Nell'economia istituzionale la domanda che viene posta quindi è se il comportamento onesto può sopravvivere in un mondo in cui è presente un comportamento opportunistico. Potrebbe esserci una legge sociale tramite la quale il comportamento onesto sia tenuto lontano da quello opportunista? La domanda è stata osservata analizzando il risultato dei giochi commerciali tra commercianti onesti e disonesti in diverse condizioni. Una conclusione importante di queste indagini è che il risultato dell'interazione fra questi tipi diversi di commercianti dipende in modo notevole dalla disponibilità di informazioni sul carattere dei diversi commercianti cioè sulla loro reputazione. Perché, se questa è conosciuta, i commercianti onesti si rifiuteranno di fare affari con quelli disonesti e quelli onesti, lavorando insieme, otterranno risultati migliori di quelli ottenuti dagli opportunisti che tentano di truffarsi tra loro. Questo agirà meglio in un mercato più piccolo e frammentato, dove meno partecipanti hanno ripetuti contatti tra loro. Ma le nostre società industriali moderne sono più caratterizzate da grandi mercati con più partecipanti che non si conoscono fra loro e che sono soggetti a forze di mercato piuttosto impersonali e anonime. 

Per controbilanciare questo anonimato nel mercato, i prodotti sono stati qualche volta standardizzati e le aziende più grandi hanno sviluppato dei marchi con cui i loro prodotti sono venduti. Questo consente loro di costruire una credibilità alla qualità dei loro prodotti, che può consentire loro di applicare talvolta prezzi più alti. Questi marchi sono protetti per legge e fatti conoscere ai clienti generalmente tramite la pubblicità. Questo è lo scopo primario della pubblicità che è diventata ora una influenza tanto forte da stimolare i consumi. 

Da tutto ciò possiamo concludere che ci sono forze potenti che lavorano nelle nostre società, che tendono a rafforzare il comportamento egoista, indebolendo i valori sociali e altruisti maggiormente desiderabili. Questo sviluppo come potrebbe invertire la sua tendenza? Qui i governi non possono fare molto. Max Weber alla fine della sua analisi si chiedeva se " dopo questo tremendo sviluppo, nasceranno nuovi profeti o se ci sarà una grande rinascita dei vecchi ideali ".

Ora sembra ancor più chiaro che abbiamo bisogno di una nuova religiosità e di ispirazione spirituale. Tale ispirazione dovrebbe, in primo luogo, aprire nuovamente la prospettiva per l'uomo moderno di entrare in contatto personale con il suo Essere Divino, aprendo la strada alla vita interiore. Dovrebbe mostrare la possibilità di colmare la distanza tra Dio e l'uomo che è diventata tanto incolmabile nel Protestantesimo Cristiano. Tale ispirazione potrebbe toccare profondamente i nostri cuori in modo tale che le virtù sociali essenziali possano cominciare a fiorire di nuovo in modo naturale. Ma questo dovrebbe avvenire in modo tale che l'antinomia tra le religioni e l'economia sia superata. La risposta alla nostra attuale situazione non può essere trovata respingendo le attività economiche per adottare un atteggiamento terreno ascetico. Questo requisito sarebbe troppo radicale per l'uomo moderno e impedirebbe seriamente la crescita economica, mentre c'è ancora un gran bisogno di migliorare le condizioni delle grandi masse di popolazione nei paesi in via di sviluppo. 

Una risposta completamente adeguata al problema che stiamo affrontando dovrebbe offrire, nello stesso tempo, una via di libertà, senza dogmi, in cui ciascun individuo può scegliere il proprio approccio, e una visione universale del mondo che armonizzi le religioni illuminando la loro intima unità essenziale, e che sia anche in armonia con la interpretazione scientifica emergente della creazione che comincia ad avvicinarsi alla visione dei mistici.

L'intenso desiderio di una nuova ispirazione ha già iniziato a mostrarsi. Si sta diffondendo ampiamente una ricerca di spiritualità. In risposta a questa esigenza, nelle civiltà occidentali si sta sviluppando una crescente attività di movimenti e maestri provenienti da tradizioni religiose Orientali che offrono metodi di meditazione e di ricerca di una vita più completa e piena. In alcune chiese Cristiane e anche nel Sufismo Universale, così come è stato portato nel mondo occidentale con il Messaggio Sufi di Hazrat Inayat Khan, molte di queste correnti si uniscono nel dare risposte ispirate a questo bisogno. 

L'essenza del Sufismo Universale è il misticismo, che ci rende consapevoli di nuovo della Divinità dell'anima umana, che può essere vista come una particella infinitesimale della consapevolezza che pervade tutto. Quando si manifesta, questa consapevolezza viene focalizzata sul mondo esteriore e ne rimane ammaliata. Ma lo scopo finale della vita è diventare consapevoli dell'Essere Divino Che solo può dare la gioia celeste e la pace perfetta. È il compimento del nostro desiderio profondo. È questa la prospettiva ispirante ed elevante che il Sufismo Universale ci offre.

Questa esperienza mistica non è facile da raggiungere. Occorre un processo di evoluzione spirituale. Tutti gli esseri umani dovrebbero essere liberi di trovare la propria strada per arrivare a questo. Il Sufismo Universale è un messaggio di libertà spirituale. È anche un messaggio d'Amore, Armonia e Bellezza. L'amore e l'armonia nella nostra vita terrena ci conducono all'unità con Dio. Questa unità che sta alla base della creazione è presente anche in tutti gli ideali religiosi. Tutte le religioni hanno trasmesso un'ispirazione che guidasse l'umanità ad adorare Dio per avvicinarsi a Lui. La filosofia del Sufismo Universale di Hazrat Inayat Khan nasce da questa visione mistica e incontra in molti modi le scoperte dei più grandi pensatori scientifici dei nostri tempi. 

Infine, il Messaggio Sufi è unico perché ci offre l'approccio equilibrato necessario alla nostra epoca. Unisce una promessa mistica più elevata con un punto di partenza realistico per il cammino della nostra vita in questo mondo, colmando così l'antinomia profonda che si è creata tra religione ed economia. Questo approccio equilibrato scaturisce dalla visione di Inayat Khan del viaggio dell'anima. Egli ritiene che l'anima umana provenga dalla Fonte Divina, come un raggio di sole che, passando attraverso le sfere celesti, arriva alla sua manifestazione terrena. La motivazione per compiere questo viaggio l'anima la trova nel suo interesse per l'esperienza che può avere tramite i sensi in questa vita terrena che il corpo fisico offre, e tramite la possibilità di agire che la mente e il corpo ci offrono per usare ciò che la manifestazione terrena ci può dare e per creare qualcosa. Come Hazrat Inayat Khan spiega nel libro " L'anima da dove viene e dove va" : ciò che induce l'anima a venire sulla terra è il desiderio di avvicinarsi ad essa, prenderne possesso, utilizzarla nel miglior modo possibile, e proteggerla affinché non le venga portata via. Questa è la natura dell'anima". 

Questa è la differenza tra il punto di vista socialista e l'ideale mistico. Il socialista dice: " Questo non è giusto ", e non vede che fa parte della natura, che è naturale che sia così. Senza questo desiderio, la vita non sarebbe possibile. L'anima nasce sulla terra, perciò con un naturale interesse per le cose e le attività della terra. Anche Hazrat Inayat Khan, seguendo un ben noto detto dell'antico poeta Sufi Sa'adi, dice: " Ogni anima nasce con uno scopo, e la luce di questo scopo è già accesa nella sua anima" 

Lavorare per uno scopo o per un ideale verso il quale abbiamo un profondo interesse è, perciò, positivo ed importante per il nostro progresso spirituale, anche se inizialmente è di natura terrena e materiale. Questo ci porta a quello che Hazrat Inayat Khan chiama " la via della realizzazione" . Su questa via dobbiamo renderci conto dell'enorme opportunità che abbiamo. Un ideale che ha valore non è facile da raggiungere; dobbiamo sviluppare grande concentrazione e forza di volontà, e occorre anche autodisciplina, perché dobbiamo operare delle scelte. Non possiamo avere tutto contemporaneamente. Per ottenere una certa cosa potremmo dover rinunciare a qualcos'altro. Per ogni cosa si deve pagare un prezzo. Raggiungere il nostro scopo spesso richiederà tempo, perciò abbiamo bisogno anche di pazienza e della fiducia che lo scopo alla fine sarà raggiunto. Nello stesso tempo abbiamo bisogno di stare all'erta così da poter agire non appena una breccia, un'opportunità si presentano. Imparare tutto questo è essenziale al nostro cammino spirituale, perché tutte queste qualità che dobbiamo sviluppare sulla via della realizzazione terrena sono richieste anche sul sentiero spirituale. 

Ma è essenziale che ci sia anche progresso nella nostra vita. Quando un certo scopo è raggiunto non dovremmo rimanere fermi lì, attaccati, legati a ciò che abbiamo ottenuto. Uno scopo terreno o un ideale che abbiamo realizzato sarà l'inizio del percorso, ci darà una certa soddisfazione, ma presto scopriremo che non sa darci la felicità profonda e duratura che ci aspettavamo. Come anche Hazrat Inayat Khan dice nel testo già citato prima: " Il godimento che l'anima ottiene qui sulla terra tramite i sensi è come il vino che tocca solo le labbra; è un'illusione, il vino non c'é. Perché il mondo è ingannevole e così è il godimento. Non ha mai reso felice nessuno, né i sensi renderanno felice nessuno per sempre. I piaceri del mondo vanno e vengono: per un momento sono piacere, successivamente non sono nulla!" 

Dopo aver ottenuto qualcosa di materiale dovremo puntare a uno scopo successivo, a un ideale superiore. Attraverso stadi successivi nella nostra vita possiamo allora arrivare allo scopo finale della vita, cioè diventare consapevoli dell'Essere Divino.

Proseguendo con il passaggio appena citato di Hazrat Inayat Khan leggiamo:" C'è solo un piacere che é la vera felicità. Non appartiene alla terra. Se una persona che sta vivendo sulla terra è felice, non è felice per le cose terrene, ma solo grazie alla realizzazione del cielo, quando connette la sua anima con le sfere celesti. Nelle cose della terra non c'è nessuna felicità, ma solo piacere, che é illusorio."

Questa è la ragione per cui le religioni, vedendo la maggior parte della gente concentrata nella realizzazione materiale, hanno cercato di dirigere gli interessi dell'uomo verso le sfere Divine. Come dice Inayat Khan:" Perciò le religioni hanno insegnato l'abnegazione rifiutando tutti i piaceri della terra, ma io penso che un'anima che si eleva naturalmente verso il cielo non ha bisogno di praticare l'abnegazione, viene da sé, perché l'anima cresce e si eleva verso il cielo ".

Probabilmente è stato necessario in passato per le religioni enfatizzare l'importanza dell'Ideale Divino come opposto all'interesse materiale. Questa è stata una grande ispirazione per l'umanità. Ma la maggior parte della gente non riesce a realizzarlo immediatamente. Non può essere imposto dalle chiese, non può essere imposto per legge dallo stato. Deve essere uno sviluppo naturale nel cuore umano. Nella nostra evoluzione per prima cosa abbiamo bisogno di sviluppare l'interesse verso scopi terreni, e poi possiamo arrivare naturalmente all'indifferenza per queste cose, come un bambino perde interesse per i suoi giocattoli quando diventa più grande. In questa visione equilibrata, l'interesse non dovrebbe essere considerato negativamente. 

Hazrat Inayat Khan lo esprime in modo molto chiaro nel seguente passaggio: " Gli Yogi, gli asceti, gli adepti, i mistici dicono che l'indifferenza dà un grande potere, ma devo aggiungere che anche l'interesse dà un grande potere. L'intera manifestazione è un fenomeno dell'interesse. Tutto ciò che vediamo in questo mondo, l'arte, la scienza, le nuove invenzioni, le cose belle, tutto questo mondo, che l'uomo ha fatto, da dove vengono? Sono venuti dal potere dell'interesse. Dietro c'è il potere dell'interesse ed è questo potere che ha reso l'uomo capace di creare tutto ciò. Se andiamo ancora oltre, è l'interesse del Creatore che ha prodotto questa creazione. Anche il Creatore non sarebbe stato capace di creare se non ci fosse stato interesse. È il potere dell'interesse del Creatore che lo ha fatto. L'intera creazione, tutto in essa è il prodotto dell'interesse del Creatore, il Creatore come Spirito, come essere umano, come qualsiasi essere vivente. Così, è l'interesse dell'uccello a costruire il suo nido, ed è l'interesse dell'uomo che gli fa fare tutto ciò che fa. Se l'uomo non avesse avuto questa facoltà di avere interesse, il mondo non si sarebbe mai evoluto. "

Tuttavia, lo scopo finale della nostra vita e di tutta la creazione è che l'uomo diventi consapevole di Dio, che apra il suo essere alla Luce Divina e La rifletta. Questo è l'illuminazione che dà la vera felicità. Ma per raggiungerla il nostro intero essere, il nostro corpo, il nostro cuore, la nostra anima, devono rivolgersi verso Dio Che deve essere la nostra unica brama, così che l'indifferenza verso le cose terrene si sviluppi da sè. Il potere di questa indifferenza è più grande del potere dell'interesse. " Perché la motivazione ha un potere e la motivazione limita il potere. L'uomo sin dalla nascita è dotato di un potere molto più grande di quanto possa immaginare; ed è la motivazione, qualsiasi motivazione, ogni motivazione, che rende il suo potere limitato. Tuttavia, è la motivazione che dà all'uomo il potere di raggiungere il suo scopo; se non ci fosse una motivazione non ci sarebbe alcun potere per ottenerlo. Ma quando si confronta il potere originario dell'uomo con il potere che riceve dalla motivazione si capirà che è uguale alla differenza che c'è fra l'oceano e una goccia. La motivazione rende il potere una goccia. Senza motivazione il potere dell'anima è come un oceano, ma nello stesso tempo quel potere simile all'oceano non è di alcuna utilità. Se il potere senza motivazione non viene usato per uno scopo, appena si vuole usarlo per uno scopo diminuisce".

L'indifferenza si può imparare con il primo interesse ad imparare, passando attraverso il processo del lottare per ideali sempre più elevati nella vita. Quando raggiungiamo questo stato di indifferenza non abbiamo bisogno di ritirarci dalla vita terrena. Possiamo fare ancora il nostro lavoro e rispettare i nostri obblighi nel mondo, ma senza attaccamento ai risultati, al frutto del lavoro. Questo è il messaggio che è stato espresso in modo molto chiaro nella Bhagavad Gita, il testo sacro Indù che già ho citato prima:

" Coloro che ignorano lavorano per il frutto della loro azione;
I saggi devono lavorare anche senza il desiderio
indirizzando la strada dell'uomo verso la via del suo dovere.
Permetti ai saggi di stare attenti
per timore di confondere le menti di coloro che ignorano affamate d'azione;
permetti loro di mostrare con l'esempio come il lavoro è santo
quando il cuore del lavoratore é fisso sull'Altissimo." 


Con questo atteggiamento il lavoro può essere ispirato e benefico. Questo è il messaggio che tutte le grandi religioni hanno dato in forme diverse. Ma attualmente la maggior parte degli esseri umani non ha ancora raggiunto lo stadio in cui potrebbe realizzarlo. Perciò, è importante che il Messaggio Sufi dia un contributo essenziale all'ideale religioso e mistico coi suoi insegnamenti sul sentiero della realizzazione. Questo produce un atteggiamento positivo verso le attività terrene ed economiche, offre un supporto allo sviluppo economico di cui ha ancora bisogno gran parte dell'umanità. Ma nello stesso tempo, questa visione pone le attività terrene in una prospettiva di evoluzione spirituale, guidando verso un'esperienza religiosa e spirituale più elevata. Questa prospettiva avrà importanti conseguenze sul nostro atteggiamento lungo il sentiero della realizzazione. Essendo consapevoli degli stadi successivi sul nostro cammino non diventeremo prigionieri di ciò che abbiano ottenuto o creato, ma cominceremo a cercare un ideale più elevato. Desidereremo essere liberi di andare avanti, il che significa che, lavorando per il raggiungimento del nostro obiettivo, avremo nello stesso tempo ancora da adempiere i nostri doveri verso i nostri simili. 

Non useremo metodi che siano disonorevoli, ingiusti e dannosi per gli altri. Perché questo creerebbe dei lacci che ci legherebbero e ci tratterrebbero nel nostro cammino interiore. Hazrat Inayat Khan in " La vita interiore", lo esprime con molta chiarezza: " La prima cosa che é necessario verificare è di non avere debiti da pagare. Ogni anima ha un certo debito da pagare nella vita; potrebbe essere a sua madre o a suo padre, a suo fratello e a sua sorella, a suo marito o a sua moglie, ai suoi figli, alla sua razza o all'umanità, e se non paga quanto deve questo creerà delle funi che la terranno legata e la tireranno indietro. La vita nel mondo è una grande fiera, se solo potessimo capire, se sapessimo con quante anime in questo mondo siamo connessi, e a quante in qualche modo collegati, che sfioriamo appena ogni giorno, e che ad ognuna di esse dobbiamo qualcosa. E se non paghiamo il dovuto, la conseguenza sarà che, in un secondo tempo, lo dovremo pagare con gli interessi."

Quando questa visione si diffonderà fra l'umanità e comincerà ad operare tramite le diverse religioni e nella nostra vita culturale, gradualmente guiderà a cambiamenti fondamentali nell'economia. In primo luogo fornirà rinnovamento e una profonda motivazione per le "virtù sociali" che sono necessarie ad una società armoniosa che funzioni in modo scorrevole e per le sue attività economiche. Questo si può fare senza sottrarre le forze che guidano il lavoro efficiente e le imprese che sono necessarie per il progresso economico. Perché il ruolo importante dell'interesse per uno scopo terreno è pienamente riconosciuto. Questo porta a un modo giusto di guadagnare il denaro. Hazrat Inayat Khan dice: " Il denaro guadagnato correttamente porterà sicuramente pace, ma il denaro guadagnato causando dolore ad altri, rovinando la vita ad altri, con disonestà e ingiustizia, l'uomo non potrà assimilarlo. La questione non è avere ricchezza, ma vivere felicemente con la ricchezza". 

Nello stesso tempo, questa visione del mondo porterà un migliore equilibrio al processo di crescita economica. Dopo un periodo di fatica e di concentrazione sull'obiettivo materiale, sempre più persone arriveranno a una fase più spirituale nella loro vita in cui saranno ispirate da ideali più elevati. Desidereranno ritirarsi dalle attività economiche ad un'età più giovane o preferiranno lavorare part-time. Questo avrà un effetto rilassante sulla crescita economica. La lotta per lo sviluppo economico diventerà meno frenetica. Nei paesi industrializzati ricchi, questo ridurrà sia i risparmi che gli investimenti in modo naturale, così che si potranno mantenere livelli più alti di impiego con tassi di crescita inferiori. Queste avide pressioni degli individui e dei gruppi di interesse per ottenere entrate più alte, questo spirito e questa motivazione potranno diminuire. Infine, un cambiamento graduale nei valori della ricchezza e il rispetto per la natura, consentiranno ai governi di portare a compimento le misure necessarie per proteggere e risanare l'ambiente naturale con tasse e restrizioni sulle attività inquinanti. Questo potrebbe ridurre la crescita economica di una certa entità; ma l'effetto principale sarebbe cambiare la,direzione della crescita in modo tale da portarla in armonia con la natura e questo avrebbe un effetto positivo su tutto, sia sullo stato sociale che sull'ambiente naturale. 

Lo Spirito Divino sta lavorando dentro e dietro l'intero universo, in tutti gli esseri umani e in tutta la natura. Questo influenzerà le nostre relazioni con i nostri simili. Cercheremo di comprendere il loro punto di vista e il loro scopo per lavorare assieme a loro, unendo le differenze laddove sarà possibile. Questo significa anche che, acquisendo denaro l'uomo dovrebbe giudicare correttamente, come dice Hazrat Inayat Khan:" senza un pensiero personale, ciò che realmente merita per ciò che fa". Questo corrisponde a ciò che gli economisti sociali cominciano a scoprire. Significa ad esempio che la paga e i livelli di remunerazione non hanno bisogno di essere determinati solo dalle forze di mercato. Considerazioni etiche possono entrare in campo. Recenti indagini economiche hanno enfatizzato l'importanza di ciò che è visto come 'giusto'. 

In un rapporto fra lavoratore e datore di lavoro che porta benefici, lo scambio fra loro dovrebbe essere visto come uno 'scambio di regali'. Un 'regalo' di impegno lavorativo al di là di quello che è stato prestabilito e un 'regalo' di paga al di sopra di ciò che esige il mercato. Qui riecheggia in un certo qual modo il" justum pretium" medievale. Ma non come una regola o una prescrizione, ma come un consiglio di saggezza, a dimostrazione di un atteggiamento di beneficienza reciproca, senza cupidigia né avidità. Tali forme di cooperazione possono essere difficili da creare, ma nel lungo termine possono avere i risultati migliori. Tale atteggiamento potrebbe ridurre le tensioni ed aiutarci a creare e a mantenere armonia nella nostra vita e nel nostro lavoro, che ci darà una soddisfazione e una felicità più grandi.

In questo modo, possiamo aspettarci che la graduale diffusione di una nuova visione spirituale e di un mondo universale che arriva a noi attraverso canali differenti e che ha ricevuto una così bella spinta nel Messaggio Sufi, possa col tempo risolvere i seri problemi del nostro sistema sociale ed economico. Ma chiaramente per questo servirà del tempo, probabilmente un lungo tempo. Potrebbe essere troppo lungo rispetto all'urgenza dei nostri problemi. Il danno ambientale potrebbe diventare gravissimo e irreversibile. La domanda che si deve fare è quindi la seguente: cosa possono fare i governi per promuovere e accelerare questo processo? Qui i governi hanno soltanto delle possibilità limitate. Le motivazioni umane non si possono creare per legge. Devono svilupparsi nella libertà dalla nostra anima e dalla profondità del cuore umano. Adesso le nuove idee ispiratrici sono state espresse e c'è un forte e crescente desiderio nei loro confronti e gradualmente si stanno espandendo. Ma le spinte contrarie sono molto forti. I nostri mezzi di comunicazione di massa, come ad esempio la Tv, hanno un'influenza molto pervasiva e dipendono moltissimo dagli interessi commerciali. Come abbiamo visto, il nostro sistema educativo si è focalizzato sulle capacità terrene, e così i valori fondamentali vengono spesso trascurati. Questo è un problema molto serio, perché l'educazione determina la motivazione, l'atteggiamento e i valori delle generazioni future. L'educazione è quindi di cruciale importanza per il futuro e per la velocità con cui la visione del mondo nuovo si espanderà e motiverà la gente. Hazrat Inayat Khan lo ha sottolineato con grande enfasi: " Non c'è alcuna speranza di miglioramento dell'umanità finché l'ideale spirituale non sarà rivelato e reso il tema centrale dell'educazione, in entrambe le sedi, a casa e a scuola ".

Solo questa può essere la soluzione al difficile problema della riforma del mondo che sta di fronte all'umanità. L'educazione nelle scuole e nelle università è un compito del governo. Questo dà ai governi un'importante possibilità di influenzare il futuro. I governi hanno anche una certa responsabilità per quel che concerne i mezzi di comunicazione. Cosa potrebbero fare in governi in questo ambito cruciale? Un primo compito essenziale per i governi potrebbe essere quello di creare un obbligo per ogni ordine di scuola di insegnare i valori morali universali. Questo è sempre stato considerato importantissimo nel passato ma era visto come un compito che spettava alle famiglie e alle religioni organizzate. Ora, le religioni costituite sono spesso incapaci di ispirare i giovani. Come abbiamo visto, nelle famiglie dove due genitori lavorano, spesso viene dato meno tempo e attenzione a questo importante aspetto dell'educazione, perciò, è necessario che il sistema scolastico si prenda parte di questo compito. Ma naturalmente non è facile. Un'obiezione fondamentale è che i valori morali sono diversi per gente diversa e che lo stato e la scuola non dovrebbero cercare di imporre le loro visioni e i loro valori a tutti i bambini. Questo minaccerebbe la loro libertà di sviluppare i propri valori e non è un problema da poco né di poca importanza. È del resto vero che 'buono' e 'cattivo' sono spesso concetti relativi; non si possono definire in modo inequivocabile per tutte le persone e per le diverse razze, nazioni e religioni. 

Hazrat Inayat Khan se ne rese conto ma descrisse anche una legge che si occupasse dei concetti opposti di bene e di male. Scrisse:" Quando comprendiamo la legge delle vibrazioni, ogni cosa ed ogni essere sembra separato dagli altri sulla superficie dell'esistenza, ma sotto la superficie, su ogni piano sono più vicini l'un l'altro, mentre sul piano interiore diventano uno. Quindi, qualsiasi turbamento anche minimo della pace dell'esistenza sulla superficie, influenza interiormente la totalità. Perciò, qualsiasi pensiero, parola o azione che disturbi la pace è sbagliato, malvagio ed è un peccato. Mentre se porta pace è giusto, buono ed è una virtù. Essendo la vita come una cupola, la sua natura è proprio come quella di una cupola. Il turbamento della parte più piccola della vita turba la totalità e ritorna come una disgrazia sulla persona che lo ha causato. Qualsiasi pace prodotta sulla superficie dà conforto alla totalità e da quel luogo ritorna come pace a chi l'ha prodotta. Questa è la filosofia che sottolinea l'idea del premio per le buone azioni, e della punizione per quelle cattive, dati dai poteri superiori. "

Questo bel passaggio indica di sottolineare i valori che hanno un carattere universale. Il mistico vede l'Unità Divina dietro tutti gli esseri diversi. Più questa unità è espressa sulla superficie della vita, nella pace e nell'armonia,è bene ; il turbamento di questa unità sulla superficie con il conflitto e la disarmonia è male. L'armonia crea felicità e la disarmonia crea infelicità perché, consciamente o inconsciamente, desideriamo fortemente questa unità. Creare e mantenere armonia è un valore morale che, con aspetti diversi, si può trovare in tutte le religioni. Questo naturalmente è ciò che sta dietro i comandamenti di Mosé nel Vecchio Testamento: " Onora tuo padre e tua madre affinché i tuoi giorni, che il Signore tuo Dio ti ha dato, possano essere prolungati sulla terra. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non renderai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo. Non bramerai la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo servo, né la sua serva , né il suo bue, né il suo asino, e nulla di quanto è del tuo prossimo."

Questo ideale sta anche dietro l'appello di entrambe le scritture, Ebraica e Cristiana, di amare Dio e i nostri simili; sta dietro la compassione per quelli che soffrono, che il Buddha insegna. Ci sono molti modi in cui questo ideale morale di armonia può essere espresso e sviluppato. È essenziale anche comprendere e rispettare le altre persone, le loro visioni e i loro interessi. 

C'è un vasto campo di conoscenza e saggezza che si può trovare in tutte le grandi tradizioni spirituali dell'umanità. Questo dovrebbe diventare un argomento essenziale nel sistema scolastico. Ma è importante comprendere che questo ideale non può essere imposto come un riferimento rigido e artificiale. Come ha argomentato anche Hazrat Inayat Khan:" Tutto questo deve essere naturale, non artificiale. La sventura odierna è l'artificialità della vita. Oggi all'uomo si deve insegnare a consultare il proprio spirito, e a formare la propria percezione per scoprire ed operare una distinzione fra giusto e sbagliato, bene e male. Quando questo principio naturale sarà adottato dall'umanità, la gran parte della miseria del mondo finirà ". 

Il passaggio di Hazrat Inayat Khan citato inizia menzionando la legge della vibrazione. Il ritmo è importante e il ritmo può sempre essere portato a una tonalità naturale, sintonizzandolo al Divino in un momento di silenzio. Hazrat Inayat Khan sottolinea l'importanza di insegnare ai bambini già in giovane età ad avere brevi momenti di silenzio. Tali lezioni dovrebbero includere naturalmente la tolleranza e la comprensione fra le diverse religioni che l'Ideale d'Amore e di Bellezza esprime in modi diversi. Questa educazione scolastica morale e spirituale è certamente un compito impegnativo che richiede insegnanti ispirati, con grandi qualità umane di saggezza e comprensione. È un importante compito dei governi attirare tali insegnanti offrendo salari e condizioni di lavoro che riflettano l'alta priorità che la società dovrebbe dare a questo lavoro che è così importante per il futuro della nostra civiltà. 

Anche rispetto all'influenza pericolosa della televisione commerciale, i governi hanno una certa responsabilità. Come abbiamo visto é la combinazione di pubblicità e influenza pervasiva della televisione che si è sviluppata in modo negativo. In Olanda la televisione commerciale in passato era proibita. Ma questo non può più essere regolamentato su scala nazionale. L'attuale tecnologia ci abilita a vedere i programmi televisivi provenienti da molti paesi diversi. La pubblicità è ovviamente collegata strettamente ai nomi delle marche con cui i produttori distinguono i diversi prodotti per farli conoscere e creare una preferenza per essi da parte dei consumatori. L'economista E.H. Chamberlin ha analizzato l'effetto economico della " competizione monopolista" che si sviluppa in questo modo. La sua conclusione è che questa forma di competizione è indesiderabile perché porta a profitti monopolistici e d alti prezzi per il consumatore. Perciò sostiene che la protezione legale dei marchi commerciali dovrebbe essere limitata a un periodo, ad esempio, di cinque anni. Abbiamo visto però che la marca o i marchi commerciali hanno il vantaggio importante di offrire al produttore un motivo per mantenere una certa qualità dei suoi prodotti. Chamberlin lo riconosce, ma indica che il nome dovrebbe essere valido per un certo prodotto, non per un certo produttore. Invece della protezione del marchio commerciale, gli standard di qualità potrebbero, allora, essere definiti per legge. Questo sembra però essere troppo difficile, perciò questo suggerimento non è mai stato messo in pratica ed è stato dimenticato. Ma le influenze negative della pubblicità rimangono e sono diventate molti più penetranti dell'influenza dei prezzi al consumo che Chamberlin ha analizzato. 

L'enorme e pervasiva influenza della pubblicità nei nostri mezzi di comunicazione di massa è un fattore che stimola fortemente il " consumerismo" , l'esagerata inclinazione a consumare, una certa intossicazione da consumi materiali. Attraverso la televisione commerciale c'è anche una tendenza come abbiamo visto, a trasmettere più violenza e sesso nei programmi televisivi, perché questo attrae un maggior numero di spettatori. I governi potrebbero perciò considerare di mettere una tassa sulle pubblicità. Questo avrebbe un effetto scoraggiante sulla quantità di pubblicità e perciò ridurrebbe gli elementi monopolistici, l'attuale esagerato 'consumerismo' e l'influenza negativa della pubblicità sulla qualità dei programmi televisivi. I ricavi di tali tasse potrebbero essere usati per finanziare programmi spirituali e culturali di qualità elevata in televisione e in altri ambiti della vita culturale. 

Se osserviamo il culto della violenza che si è sviluppato in modo così pericoloso in America, dove un recente sondaggio indica che molti ragazzi americani credono che un'azione armata potrebbe accadere anche nella loro scuola, la domanda che sorge é se non sarebbero desiderabili più interventi. Forse i governi potrebbero considerare la reintroduzione di una certa censura sulla violenza nei film, in televisione e nei videogiochi. Tutte queste invenzioni moderne hanno un potere suggestivo talmente forte che non sembra saggio lasciarle libere nelle mani delle forze di mercato. 

Ci sono alcune cose che i governi potrebbero fare per stimolare ed accelerare un cambiamento nella nostra cultura verso valori più spirituali. Ma naturalmente il potere motivazionale primario viene e deve continuare a venire dal profondo dell'essere umano. La nostra esperienza di vita renderà chiaro a sempre più persone nel prossimo secolo che non possiamo vivere soltanto di materia e tecnologia. Abbiamo bisogno nuovamente di un profondo stretto legame interiore con la fonte Divina della vita, il mondo interiore immateriale e invisibile, che offre una grande promessa di felicità e pace. Quando quel contatto viene creato da sempre più persone, trasformerà la nostra civiltà, incluso il nostro sistema economico, in modo fondamentale e porterà benefici che, finora, possiamo soltanto parzialmente intravedere.