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Non resistere al male

Amati di Dio,

oggi vorrei dire qualche parola in merito alla frase di Cristo:" Non resistere al male". Spesso queste parole stupiscono, e non sempre viene loro data la giusta interpretazione. Per poterne dare un'interpretazione, innanzitutto si deve spiegare cosa significa male. C'è un'azione particolare o una cosa particolare che può essere indicata come male? Certamente l'uomo tende sempre a indicare una certa azione come male, ma niente può essere male secondo un principio fisso. Allora che cos'è?

È qualcosa che é privo di armonia, é qualcosa che manca di bellezza, é qualcosa in cui manca amore. Al di là e al di sopra di tutto è qualcosa che non si armonizza con lo spazio della vita. Ciò che si armonizza allo spazio che la vita gli offre non può essere un male. Il carattere distintivo del male é rivelato proprio dal suo non essere in armonia con lo spazio circostante.

Il male è paragonabile al fuoco. La natura del fuoco è distruggere tutto quello che si trova sulla sua strada. Ma, nello stesso tempo, il potere del male è grande quanto quello del fuoco, e tuttavia il male é debole come il fuoco. Perché il fuoco non dura; così il male non dura. Come il fuoco distrugge se stesso, così il male è la sua stessa distruzione. Perché è stato detto: " Non resistere al male"? Perché la resistenza da' vita al male, la non-resistenza lascia che si bruci da solo. Il male si vede sotto forma di rabbia, passione, avidità, caparbietà; e anche sotto forma di inganno e tradimento. Ma la radice del male è una sola, ed è l'egoismo. Nel cuore di una persona il male forse si manifesta in superficie, in un altra persona è nascosto nelle profondità del cuore.

In Oriente c'è un detto:" Non invocare il nome di Satana, o si leverà dalla sua tomba". Una persona priva di considerazione e di riguardo molto spesso cadrà nell'errore di risvegliare il male, anche se dorme, perché non conosce la musica della vita. Per vivere nel mondo si dovrebbe diventare un musicista della vita. Ogni persona in essa è una nota, e quando ne è consapevole, allora ha uno strumento nelle sue mani. Il mondo intero è un’orchestra con cui si può suonare una sinfonia.

Anche nelle piccole cose si può osservare la stessa legge. Molto spesso la più grande preoccupazione che si ha nella propria vita non è dovuta alle difficoltà che gli altri creano, ma è dovuta alla nostra mancanza di comprensione della natura umana. Se si conoscesse la natura umana, si comprenderebbe che la prima e ultima lezione da imparare è non resistere al male. Perché la resistenza diventa benzina sul fuoco. Se diciamo a qualcuno: " Non fare questo"; se chiediamo a qualcuno:" Perché l'hai fatto?"; se rimproveriamo di continuo qualcuno dicendo:" Hai fatto questa e quest’altra cosa", in tutti questi casi rendiamo soltanto più forte il male, rendiamo soltanto una persona più salda nel suo errore.

Tutti in questo mondo possono essere dei maestri, ma non dei veri maestri, perché un vero maestro è chi insegna sempre a se stesso; e più insegna a se stesso, più scopre che c'è tantissimo da imparare. Questo sé ha così tante mancanze che una vita intera non basta a istruirlo. E più si impara, più si sorvola sul male negli altri. Questo non significa che il male negli altri non ci sia, significa soltanto che si è compreso che il nemico che si vedeva negli altri, in realtà è in se stessi. Il peggior nemico che si aveva di fronte nella vita esteriore, si trova nel proprio cuore. Questo fa sì che ci si senta umiliati, ma insegna la vera lezione: scoprire che si ha in sé lo stesso elemento a cui si vuole resistere in un altro.

La vita è un luogo in cui è necessario muoversi con gentilezza. Nel pensiero, nella parola, nell’azione, in tutto, il ritmo deve essere controllato. La legge dell’armonia dovrebbe essere osservata in tutto ciò che si fa. Si dovrebbe sapere che anche camminando a piedi nudi sulle spine, non saremo esenti da un’accusa: le spine ci accuseranno di averle calpestate.

Se vivere in questo mondo è tanto delicato, qualcuno potrebbe affermare: “ Ho ottenuto sufficiente saggezza” ?, o qualcuno potrebbe dire: “ Posso permettermi di vivere in questo mondo senza pensare a questo problema?”.

Il problema del male è grande. Molte persone non sopportano neppure di sentirlo nominare. Ma sono poste di fronte ad esso in ogni istante della loro vita, e quindi non possono lasciare irrisolto questo problema.

Inoltre, ognuno è pronto a giudicare, o a fare osservazioni, a notare il male di un altro, non comprendendo che a volte la superficie di una cosa è completamente diversa dalla sua profondità. Può darsi che ciò che sembra un male abbia qualcosa di buono dentro di sé, o che ciò che in apparenza è un bene possa avere una scintilla di male all’interno. E con quale criterio possiamo definire bene e male, e chi può giudicare il male e il bene di un uomo? Se si può giudicare, è il proprio bene e male che si può giudicare. Nessuno tranne Dio ha il potere di giudicare un altro. Sì, il senso di giustizia che è stato dato all’uomo, gli è stato dato perché giudicasse le proprie azioni, e se giudica se stesso, lo usa nel modo migliore, perché a tal fine il senso di giustizia gli è stato dato.

Se guardiamo la vita con un telescopio scopriremo che non è altro che una lotta per vivere, individualmente o collettivamente. E sembra che se c’è qualcosa che ha valore in questa vita, è quello che è diverso da questa lotta: dare e ricevere gentilezza e amore, e compiere azioni altruiste. Per quanto una persona sia qualificata nelle cose del mondo, la sua competenza arriva soltanto fino a un certo punto, e non va oltre. E’ la qualifica della comprensione della vita, della comprensione della legge che opera dietro ad essa, che rappresenta la sola qualifica richiesta; è soltanto questa qualifica che diminuirà la continua battaglia che si ha nella vita. La diminuirà in questo modo: darà all’uomo meno cose a cui resistere, renderà una persona più tollerante verso la naturale condizione degli esseri umani. Non appena si comprende che non ci si può aspettare da una persona quello che non è in grado di pensare e di fare, si diventa tolleranti.

La difficoltà sta nel fatto che ognuno chiede a un’altra persona di più in termini di riguardo e considerazione, in termini di gentilezza e amore di quanto chieda a se stesso. L’uomo vuole più giustizia e correttezza da parte dell’ altro rispetto a quella che lui stesso è disposto a dare; e il suo parametro può essere così alto che un’altra persona non può mantenerlo, il che a sua volta lo delude. E’ l’alta aspettativa di quello che si dovrebbe ricevere dagli altri che ci delude. E in genere quello che succede è che non si rimane per nulla tranquilli dopo essere stata delusi, ma si resiste, e così la lotta della vita continua.

La compassione viene da pensiero: “ Non posso aspettarmi da una persona ciò che non è in grado di pensare o di fare come mi aspetto che faccia”. Questa aspettativa è semplicemente come credere che un pero debba produrre rose, e l’albero di rosa debba produrre gelsomini. Ogni persona è un certo tipo di pianta, ma non la stessa pianta. Potremmo avere la passione delle rose, ma non tutte le piante producono rose. Se vogliamo rose dobbiamo cercare soltanto la pianta su cui crescono le rose e non dobbiamo essere delusi se quella che abbiamo trovato non è una pianta di rosa. La pianta che non dà rose non è una pianta di rose. In questo modo possiamo correggere la nostra illusione, invece di chiedere rose a una pianta che non è una pianta di rosa.

Quando si dice che qualcuno è cattivo in realtà s’intende che la superficie è diventata cattiva. La parte profonda non può essere cattiva, per quanto cattiva una persona possa sembrare. Perché la bontà è la vita stessa; e una persona che fosse completamente cattiva non potrebbe vivere. Il fatto stesso che vive rivela che c’è una scintilla di bontà in lei. Inoltre proprio come ci sono vari oggetti ci sono varie persone: alcune rivelano morbidezza esteriore, durezza interiore; alcuni mostrano durezza esteriore e morbidezza interiore; alcuni sono molto buoni nell’intimo e cattivi in superficie; e alcuni sono cattivi in superficie e buoni nell’indole, perché ci sono tante varietà quante sono le anime.

Quali studi, quale punto di vista, quale atteggiamento nella vita è il migliore e darà una felicità più grande? E’ l’atteggiamento che sorvola sul male invece di resistergli. Ci sono tre modi di vivere la propria vita. Il primo è dibattersi nel mare, le cui onde si sollevano e ricadono incessantemente, finché la vita lo consentirà. Una persona lotterà finché la vita glielo permetterà, ma il sollevarsi e ricadere delle onde nel mare continuerà per sempre e alla fine annegherà. Lo stesso accade all’uomo nella sua vita nel mondo. L’uomo continua a lottare, poiché è inebriato nella sua lotta. Ma per quanto andrà avanti? Quanto la sua energia glielo consentirà. In questa lotta potrebbe sembrare potente, potrebbe sembrare che abbia avuto la meglio sugli altri, potrebbe sembrare che abbia fatto cose più grandi degli altri. Ma a cosa serve? Alla fine annegherà.

Ma c’è un’altra persona che sa come muovere le braccia armoniosamente nell’acqua; ha acquisito ritmo nel muovere braccia e gambe nell’acqua. Quindi nuota assecondando il sollevarsi e cadere delle onde, non lotta. Quest’uomo ha una speranza di arrivare in porto, solo se il porto è vicino. Se l’ideale di quell’uomo non è troppo lontano, allora costui lo realizza.

E la terza persona è colui che cammina sull’acqua. E’ questo il significato di Cristo che cammina sulle acque.

La vita è proprio come le onde: crea la sua via continuamente. Se una persona permette di essere disturbata da questo, sarà disturbata sempre di più ogni giorno. Chi non presta attenzione a questo si manterrà interiormente tranquillo. Chi vede tutte le cose e tuttavia si eleva al di sopra delle cose è colui che camminerà sul mare.

Nessuno può raggiungere le vette più alte della vita, della saggezza, in un attimo. Persino una vita intera è troppo corta. Tuttavia la speranza è necessaria, perché chi spera e vede le possibilità, sale verso la vetta; ma chi non ha speranza non ha gambe per salire sull’altura della saggezza, la cui vetta è la meta agognata.