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Fratellanza

Tawazeh, Sassari 18/06/2013

Si può vedere l’inizio dello spirito di fratellanza quando si osservano gli stormi di uccelli volare insieme nel cielo, o le mandrie di animali nei campi e gli sciami di insetti che vivono e si muovono tutti insieme. Certamente questa tendenza alla fratellanza è più pronunciata nell’uomo, perché l’uomo non soltanto è capace di comprendere lo spirito di fratellanza ma anche di portare a termine lo scopo che si cela in questa tendenza naturale. 

C’è un segreto dietro tutta questa diversità che chiamiamo bene o male, giusto o sbagliato, peccato o virtù; ed è che tutto ciò che conduce alla felicità è giusto buono e virtuoso; e tutto ciò che conduce all’infelicità è sbagliato, cattivo e male; e se c’è un peccato, è quest’ultimo che si può chiamare peccato. La fratellanza non è qualcosa che l’uomo ha imparato o acquisito; è qualcosa che nasce con lui, e in base al suo sviluppo di questo spirito, mostra il dispiegarsi della sua anima. 

Veniamo alle religioni che sono state date al mondo, nella Bibbia ad esempio leggiamo le parole di Gesù Cristo che dall’inizio alla fine ci ammoniscono ad amare i nostri simili, il nostro prossimo. E fu il principio morale della fratellanza che il Maestro insegnò e ripetè costantemente. Se si studia il tema centrale di tutte le diverse religioni che esistono nel mondo con i loro milioni e milioni di seguaci, scopriremo che è la fratellanza; amarsi l’un l’altro, servirsi l’un l’altro, essere sinceri l’un l’altro. 

Ma mentre l’uomo è capace di amare un suo amico, è ancor più capace di odiare il suo prossimo. La prima tendenza, quella alla fratellanza, all’amore, porta soddisfazione a lui e felicità all’altro. L’altra tendenza, quella ad odiare suo fratello, porta insoddisfazione all’uno e infelicità all’altro. La fratellanza crea felicità, e lo spirito che è contrario ad essa produce dolore. 

Quando leggiamo le scritture sacre delle grandi religioni del mondo, la Bibbia, la Cabala, il Corano, la Gita, o le scritture Buddiste, scopriamo che, in una forma o nell’altra, nel modo più adatto alla gente a cui la religione fu trasmessa, è stata la stessa morale, la stessa sinfonia, la stessa musica che è stata eseguita.

 I grandi Maestri furono in particolar modo impegnati nel trasmettere al mondo insegnamenti mistici o occulti? Furono impegnati nella discussione di problemi filosofici? Niente affatto, tuttavia erano dei mistici e conoscevano la filosofia e l’occultismo, che non erano la cosa principale che avevano da dare. Quello che diedero al mondo fu la semplice filosofia che non è affatto nuova per nessuno e che anche i bambini conoscono: amarsi l’un l’altro, essere gentili, essere sinceri, servirsi l’un l’altro. 

Ma se è una cosa semplice, tanto semplice che anche i bambini la conoscono, perchè fu necessario per i grandi, le anime devote, venire ad insegnarla? La vita è molto semplice e tuttavia vivere è molto difficile, e l’uomo non accetterà nessun insegnamento da qualcuno che non lo vive, o se l’accetta, non vi si atterrà a lungo. Quindi vennero sulla terra con l’amore dall’alto, e vissero questa semplice morale, questa semplice filosofia della fratellanza. 

Un imperatore Mogul, Ghasnavi, che fu un grande poeta, scrisse: “ Sono nato in un palazzo, e avendo regnato dal primo giorno in cui arrivai sulla terra, non vidi altro che migliaia e migliaia di persone inchinarsi davanti a me. Ma il giorno della mia vita in cui imparai la mia prima lezione d’amore, il mio capo orgoglioso s’inchinò come un servo davanti ad ogni servitore che vedevo inchinarsi davanti a me. Allora sentii che ero loro schiavo”. Cosa dimostra questo? Mostra che la freddezza di cuore indurisce i nostri sentimenti e chiude i nostri occhi alla luce che illumina il sentiero della fratellanza. Ci sono molte relazioni, ci sono molti legami in questo mondo, di sangue e di legge, ma la relazione più grande è l’amicizia; ed è il culmine dell’amicizia che viene chiamato fratellanza. Fratellanza significa perfetta amicizia. 

Ma ora veniamo alla questione: come può essere vissuto questo principio di fratellanza, come può essere messo in pratica? E’ molto difficile insegnare questo principio a qualcuno. Il miglior modo di insegnarlo è vivendolo noi stessi. I genitori, sia il padre che la madre, che mostrano ai loro figli questo sentimento di fratellanza, possono esprimersi meglio ai loro figli in questo modo, e anche i loro figli sono in grado di esprimersi meglio ai loro genitori attraverso questo sentimento. 

Un padre può essere molto gentile, una madre molto amorevole, ma finché continuano a mantenere l’atteggiamento di considerarsi soltanto come padre o madre, come esseri diversi da loro figlio, forse lui comincerà ad amarli ma non li considererà mai degli amici. Il figlio cercherà gli amici altrove. E un maestro può essere rispettato dal suo discepolo, può comportarsi con grande dignità davanti al suo discepolo, ma allo stesso tempo non può stabilirsi una comunicazione di ispirazione, d’amore , di sintonia e di comprensione finché non ha messo in pratica la maniera della fratellanza col suo discepolo. 

In quale modo i grandi, i profeti, i veggenti, i mistici trattavano i loro discepoli, i loro seguaci? Tutti conoscono la storia di Gesù Cristo che invitava i pescatori a venire, a sedersi e parlare con lui. Il Maestro non si sentì mai a suo agio quando lo definivano l’eletto. Diceva: “ Non chiamatemi l’eletto”. Quel che intendeva dire era: “ Non consideratemi superiore a voi, io sono uno di voi”. Pensate quindi al Maestro che lava i piedi ai suoi discepoli; cosa ci insegna? Ci insegna la fratellanza. Nessun miracolo, nessun grande potere, nessuna grande ispirazione, occulta o mistica, può eguagliare il prodigio di quell’umiltà, di quella fraternità, di quella fratellanza con cui i grandi sono diventati una cosa sola con tutti gli uomini. 

Il mondo sembra andare di male in peggio; sembra che la sofferenza che è stata causata all’umanità non sia ancora finita. Senza dubbio la vita nel mondo è così inebriante che difficilmente l’uomo si ferma a pensare a questo; la vita odierna ha così tante responsabilità; chiunque, ricco o povero, è così assorbito nei suoi affari che difficilmente ha un attimo per pensare a quello che accade nel mondo. Tuttavia la malattia è malattia, e il mondo è malato. Una persona può trascurare la sua malattia e impegnare la sua mente in qualcos’altro, ma se non ci si occupa di quella malattia, rimane tale. 

Se cerchiamo la causa di tutti questi disastri possiamo trovare migliaia di cause, ma c’è una causa principale ed è la mancanza di fratellanza. Si sarebbe potuta sopportare l’assenza di qualsiasi altra cosa; ma il mondo non può mai essere felice, non si possono mantenere l’ordine e la pace, se manca la fratellanza. Questa fratellanza può essere imparata, ed ogni persona ha le capacità per impararla nella sua vita. 

Il padrone che è gentile e amorevole col suo servitore, che considera il suo servitore suo fratello, è benedetto. Una famiglia in cui tutti i membri, qualunque sia il loro grado di parentela, realizzano l’idea di fratellanza nella condivisione di gioia e dolore gli uni con gli altri, quanto felice, quanto benedetta sarà quella famiglia! Quanto sarebbe benedetta una nazione in cui, qualunque sia il suo governo, qualunque sia la sua costituzione, ci fosse questo spirito di fratellanza tra la gente di diversa posizione sociale, di diverso ceto o professione. 

Da dove viene l’ingiustizia, da dove l’iniquità? Tutto questo viene dalla mancanza di fratellanza. Pensate alla situazione attuale, i tribunali pieni di cause, le prigioni piene di carcerati! Quante discordie ci sono tra la gente e quante disarmonie tra le nazioni, tutte causate dalla mancanza di fratellanza. 

Se consideriamo la questione da un punto di vista ancora più profondo, scopriremo che nello spirito di fratellanza è nascosta la via per l’illuminazione. Un uomo può vivere secondo nobili principi, o pregare tutto il giorno o meditare nelle grotte sulle montagne, ma se non mostra lo spirito di fratellanza, non è un bene né per sé né per gli altri, perché la fratellanza è la via per sviluppare spiritualità. L’esclusività, la fuga dal mondo non è la via delle persone veramente spirituali. La loro via è tenere in considerazione i propri obblighi, mantenere la parola data, il proprio onore, e mostrarsi sinceri qualsiasi sia il ruolo secondario in cui si può essere impegnati, fedeli con gli amici e veri con tutti. Questi sono i meriti che si sviluppano da sè quando lo spirito di fratellanza è maturato nell’uomo. 

Ma quando arriviamo al punto di vista metafisico vediamo che un elemento attrae il proprio elemento. Ad esempio due corsi d’acqua saranno attratti l’uno verso l’altro. Ma anche se verrà il momento in cui si uniranno, lo sforzo dovrà essere compiuti da entrambi. Quando degli incendi cominciano in due parti di un certo posto, ogni incendio sarà attirato verso l’altro e alla fine si incontreranno e diventeranno un solo incendio. Nello stesso modo un artista è attirato verso un artista, un pensatore verso un pensatore, uno scienziato verso uno scienziato, e l’uomo d’azione verso un uomo d’azione. Non sono attratti soltanto perché c’è uno stesso elemento in entrambi, ma perché c’è benessere, felicità nell’essere attratti dallo stesso elemento. Pensate alla gioia quando due persone con la stesso modo di pensare si incontrano. E’ più che una gioia, più che una soddisfazione, è la felicità che è promessa in cielo. 

Ma dietro tutto questo mondo di diversi nomi e forme c’è un’unica vita, c’è un unico spirito. Questo spirito che è l’anima di tutti gli esseri è attratto verso l’unità, ed è l’assenza di questo spirito che rende il mondo infelice. Per una persona che ha appena avuto qualche disaccordo con suo fratello o sua sorella, il suo cibo è senza gusto, la notte senza sonno, il cuore turbato, e l’anima sotto una nube. 

Questo dimostra che non viviamo necessariamente di cibo; la nostra anima vive d’amore, l’amore che riceviamo e l’amore che diamo. L’assenza di questo amore è la nostra infelicità, e la sua presenza è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Nulla al mondo è una forza guaritrice più grande, una medicina più grande, una felicità più grande che l’essere consapevoli della fratellanza e l’essere in grado di trasmettere questo sentimento ai figli, al maestro, al vicino, all’amico. 

Gli umili sforzi fatti dal Movimento Sufi nel servizio di Dio e dell’umanità, sono rivolti alla fratellanza. In qualunque forma il Movimento Sufi presenta al mondo l’ideale, come devozione, filosofia, misticismo, metafisica, arte o scienza,il tema centrale di questo ideale è sempre la fratellanza.