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L’Onnipervadente vita nello spazio

Dal vuoto e dal nulla l’Energia Onnipervadente si irradia come spirito onnipresente, in opposizione all’oscurità, che in realtà è soltanto un’illusione umana. L’oscurità potrebbe essere vista come meno luce e la luce potrebbe essere vista come meno buio. Questa sequenza non ha nessuno scopo apparente, tuttavia nel mistero dietro ad essa si trova il segreto di tutta la creazione, a cui si faceva riferimento con il termine ‘logos’ nel misticismo dell’antica Grecia. Comunque, i concetti astratti si possono percepire soltanto intuitivamente oltre le limitazioni delle definizioni teoretiche. 

La materializzazione è discernibile nella formazione di varie forme, sostanze e suoni, tutti individualizzati in proporzioni diverse, all’interno di componenti di base (Akasha), e sono motivati da vari tipi di energia, quali lo spazio disponibile visibile nell’elemento terra, la ricettività visibile nell’elemento acqua, la trasformazione visibile nell’elemento fuoco e l’espansione visibile nell’elemento aria. Dalle diverse combinazioni degli elementi si sviluppano i diversi minerali, seguiti dall’esplosione di un’infinita varietà di vegetazione, e infine dalla creazione delle creature in movimento, nonché dagli abitanti umani del pianeta terra. 

Il corpo fisico, che può anche essere considerato come un universo in sé, rivela tracce del regno minerale, del regno vegetale e del regno animale, che sono gli stadi dell’evoluzione visibili lungo il processo di materializzazione della condizione umana. Nell’essere umano, la responsabilità di migliorare la creazione della natura è apparentemente lo scopo della vita, che in realtà è un desiderio inconscio di risalire alle indefinibili origini. 

Le polarità di spirito e materia sono ovviamente riconoscibili nei concetti allegorici di paradiso e inferno a cui si fa riferimento in un modo o nell’altro, in base a specifiche dottrine religiose, fornendo così ai preti un controllo sulle masse, con l’obbiettivo di determinare cosa sia virtù e cosa il male. Non esiste una cosa come una recinzione angelica chiamata paradiso, dove i virtuosi sono accolti con ricompense, né c’è un luogo chiamato inferno dove i malfattori sono tenuti in cattività. La virtù e il male non vengono riflessi sullo schermo dell’indefinibile. In realtà, siamo noi a creare, con le nostre azioni, paradiso e inferno per noi stessi e per gli altri e per di più, il paradiso di una persona può essere l’inferno di un’altra. 

Tuttavia, il concetto di paradiso e inferno alla fine può essere inteso da un punto di vista mistico, quando si immagina di stare di fronte a uno specchio, vestiti di stracci, ma la vista della miseria non ha alcuna influenza sullo specchio. In modo simile, quando siamo vestiti con abiti costosi, lo specchio non fa alcuna differenza tra miseria e ricchezza, ma restituisce soltanto il riflesso che è stato mostrato su di esso. Questo spiega perché la gioia e il dolore non hanno un effetto sull’anima, quando simili condizioni vengono proiettate su di essa, in modo simile ai riflessi nello specchio, che non lasciano alcuna traccia sullo schermo dell’indefinibile, interiore vita dello spirito.