The Hague , 6 giugno
1924
La scuola interiore è per le poche persone che sono sinceramente in cerca della verità, con sincerità, con costanza e con pazienza, che sono consapevoli della voce della verità e avranno pazienza per tutta la durata del viaggio. La scuola interiore non è qualcosa che l’uomo segue, una forma , un dogma, o una credenza. La scuola interiore non ha un dogma, né una credenza; il lavoro della scuola interiore è intonare l’anima, elevare l’individuo dal piano in cui si trova, innalzare l’anima. Questa è una scuola dove si impara a conoscere se stessi, dove si arriva a capire la vita.
Ne viene data una rappresentazione in una poesia del Diwan: una volta un leone vagava nei boschi e in mezzo a un gruppo di pecore trovò un
cucciolo di leone. Il leone lo sorprese molto dicendogli : “Cucciolo di leone”;
ma lui corse via con le pecore. Il leone inseguì il cucciolo e quando gli
arrivò vicino, questi era molto spaventato. “Perché? – gli chiese il leone- “
Anche tu sei un leone”.
“ No, no” – fu la risposta- “ sono una pecora. Non sono un leone, sono
spaventata e tremo”. Ma il leone disse: “ Non ti lascerò andare tra le pecore,
tu sei un leone”. Il cucciolo era davvero molto spaventato ma seguì il leone.
Arrivarono nei pressi di una pozza d’acqua, il sole era luminoso, l’acqua
ferma. Il leone disse: ““Mentre bevi quest’acqua guarda il tuo riflesso e poi
guarda me”. E da solo il cucciolo si
rese conto: “ Sono uguale a questo leone. Perché corro tra le pecore? Lascerò
che le pecore vadano e farò le cose che fa
un leone”.
Questo è il lavoro della scuola interiore. L’iniziazione che il
Murshid da’ al mureed è come il richiamo
del leone. Il lago è il cuore. Quando nel cuore si incomincia a cercare, si
trova se stessi, il cui segreto non si è
mai conosciuto completamente. Sappiate quindi che non dovete aspettarvi nulla
dall’iniziazione, che non vi darà un nuovo potere, un grande potere o delle
visioni. No, questa scuola non ha la
pretesa di dare cose di questo genere. E’ una scuola con una tradizione di
migliaia di anni, vi hanno fatto parte santi e saggi i cui nomi si trovano nei
manoscritti del passato, i cui nomi non sono nomi immaginari, le cui vite si
possono trovare nelle storie del passato. Sappiate dunque che alle nostre spalle
c’è la struttura portante di una
tradizione di maestri, profeti, saggi e sapienti che hanno mostrato di aver
compreso il segreto della vita.
Sapendo questo, saremo consapevoli della dignità del sentiero
dell’iniziazione nella Scuola del Movimento Sufi. Come si può rispettare questa
dignità? Innanzitutto chiudendo le labbra.
Sono le persone dal cuor leggero che buttano fuori tutto ciò che è stato
dato loro, che parlano con chiunque di argomenti spirituali. Questo non dovrebbe essere il vostro comportamento.
Dovete mostrare l’eredità del leone, tenendo le labbra serrate sugli argomenti
sacri. Non importa se un altro ha un credo diverso, una concezione diversa. Un
Sufi è al di là delle differenze di opinioni. Tutto il segreto di questo
sentiero consiste nel percorrerlo con le
labbra chiuse. Nessuna discussione, nessuna lite, né troppi discorsi sul tema
riguardante l’anima che è una cosa troppo sacra per parlarne con chiunque. Inoltre,
se non siete d’accordo, se disprezzate l’usanza di un altro, un’altra consuetudine,
questo dimostra la vostra limitatezza.
Con la tolleranza, con la comprensione, col perdono si dimostra che il
cuore è abbastanza ampio da assimilare
ogni cosa. La mentalità comune rispetta
certe cose e altre cose non le piacciono. Più si diventa spirituali, più si
assimila, più si comprende. Più si è evoluti spiritualmente, più grande è la
disponibilità, e la buona volontà di perdonare. “ Conoscere tutto è comprendere
tutto”.
Ci si potrebbe chiedere: “ Tramite la scuola dell’iniziazione che cosa
s’impara? Nessun principio? Quale
principio si deve adottare? E io rispondo: “ c’è un unico principio soltanto ed
è l’ampiezza del vostro cuore. E chi lo giudicherà? Voi stessi. Dovete
soppesare ogni parola , pensiero, sentimento, dovete scoprire se è grande o
piccolo, o se mostra mancanza di evoluzione, imperfezione. Il successo in
questa scuola dipende dallo sviluppo di coloro che vi appartengono. L’uomo ha
un corpo terreno ma un’anima celeste. La sua discendenza terrena è apparente;
la sua vera discendenza è la discendenza
da Dio. Più è aristocratico e nobile, più è consapevole, più è l’espressione
del divino. Allora ogni cosa si pensi, si senta e si faccia, si esprime il
divino. Questo è il giusto principio. Non c’è bisogno che il Murshid vi dica
cosa è piccolo e cosa è ampio. Quando gli occhi sanno discernere, il cuore può
discernere se quello che pensiamo, diciamo o facciamo, sia piccolo o grande.
Una persona potrebbe trovarsi in una posizione sociale elevata, potrebbe avere
una grande ricchezza; se il suo cuore è piccolo è una persona piccola.
Qualunque cosa faccia è piccola. Un altro potrebbe esser privo di tutto ciò che
concerne il mondo e tuttavia, se il suo cuore è ampio, è grande. In questo
modo,è lottando con se stessi che si
scoprirà la nobiltà, che è un’eredità divina. E così la vita diventerà
armoniosa, un’espressione del divino. E poi , c’è un’altra cosa ed è la
meditazione. Con meditazione non s’intende pregare la Domenica, o tutte le
sere, o chiudere gli occhi per alcuni minuti. Questo è l’inizio. Questo non è
quello che intendo. Ma per tutta la nostra vita dobbiamo essere in meditazione,
in ogni cosa che facciamo; non dovrebbe passare neppure un singolo istante
senza meditazione. Con ciò si realizza il compito che è il solo vero desiderio
dell’anima: ricercare la perfezione.
Ricordate su quale nave state viaggiando, sulla nave della
responsabilità. Tenete davanti a voi la dignità del vostro ideale. E
perseverando fedelmente, potete esser certi del risultato desiderato, senza
dubbio.
Dio Vi benedica.