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Il potere della concentrazione, della contemplazione e della meditazione di Murshid Hidayat Inayat Khan

Per tradizione, i Buddisti sono abituati a stare seduti in concentrazione ai piedi di un’immagine del Buddha, sebbene secondo la loro fede in realtà non esista niente che non si possa comprendere con la ragione. Sembra non esserci una spiegazione logica per quest’usanza, che ovviamente sembra contraddire il principio di rifiutare tutte le interpretazioni di concetti astratti, tuttavia, questo paradosso rivela certamente un profondo insegnamento mistico. In realtà, mentre stanno seduti in sintonia con l’immagine del Buddha, i devoti si sentono profondamente ispirati da quella stessa atmosfera di Pace interiore ricevuta tramite le impressioni di un Buddha illuminato, impressioni che diventano realtà per coloro la cui profonda concentrazione si fonde con l’idea di illuminazione.

L’amore, Umano e Divino, si può ovviamente sperimentare a un certo livello dove la mente pensante e il cuore senziente sono armoniosamente sintonizzati dentro la consapevolezza, non lasciando spazio alcuno all’auto-identificazione. Questa si potrebbe intendere come una condizione meditativa, in cui il mondo della mente e il cuore sensibile si fondono a livello di una consapevolezza sublimata.

Si potrebbe vedere la mente come un computer sofisticato, in cui sono installati innumerevoli programmi. Questi programmi si possono scaricare a volontà, o possono passare in un lampo, involontariamente, in qualsiasi momento. L’elaborazione di questi programmi è quello che si potrebbe intendere per attività Mentale. Tra i vari programmi-pensiero disponibili, alcuni si possono comprendere da un punto di vista logico, mentre altri richiedono una penetrazione più profonda nel mondo del pensiero, perché questi procedano in sintonia con il sentire del cuore.

L’immaginazione, che è il segreto delle realizzazioni creative, si può sviluppare visualizzando scenari immaginari ad occhi chiusi. Si può sia visualizzare se stessi dentro questi scenari che vederli a diverse distanze. I dettagli come i colori, i suoni e il movimento degli oggetti visualizzati dentro lo scenario possono essere ampiamente diversificati, intensificando in tal modo la qualità creativa di questo processo.

La memoria è come un magazzino, dove le impressioni del passato sono conservate per molto tempo, in base all’intensità dell’esperienza registrata in quel momento. Quando afferriamo le impressioni dal magazzino della memoria, esse improvvisamente ri-appaiono nella mente.

Le impressioni del passato possono improvvisamente tornare di colpo a un momento qualsiasi, senza essere state coscientemente richiamate. Inoltre, anche impressioni a lungo dimenticate – da molti anni – possono ri-apparire improvvisamente sullo schermo della mente senza nessun’altra ragione logica che il derivare indirettamente da un’automatica associazione di idee con analoghe circostanze.

L’osservazione è il processo del ricevere delle impressioni tramite i cinque sensi, che sono come finestre attraverso cui la coscienza è pienamente consapevole di tutte le esperienze. Di conseguenza, l’osservazione è l’apri-porta a tutta la conoscenza e a tutti gli avvenimenti terreni, portando a decisioni e ad azioni adottate in seguito a un ragionamento concentrato e coordinato. Un ragionamento, che richiede saggezza quanto conoscenza dei fatti, si potrebbe spiegare come un processo di coordinazione riguardante decisioni e azioni da intraprendere, là dove la mente viene confrontata con la necessità di valutare contemporaneamente molteplici fatti.

Quando ci si interessa a un progetto, si sviluppa sempre di più forza di volontà, con cui si è in grado di mantenere la realizzazione di quel progetto. Mentre ci si concentra non si è coscienti del potere della volontà coinvolto, ma prima o poi, qualunque cosa su cui ci si concentra diventa un’ubriacatura finché non siamo disposti a liberarci del dominio del progetto nella mente.

Quando si persegue un’idea, si può esserne affascinati, ma quando la si lascia per una miglior causa, il potere della nostra volontà è in tal modo rafforzato, e questo è il frutto della convinzione guidata dalla saggezza. E’ questo ciò che si può intendere col termine contemplazione. Contemplando un’idea senza la guida della saggezza si potrebbe diventare ebbri del concetto scelto, che allora può degenerare in un’idea fissa o in un preconcetto.

In altre parole, qualunque cosa contempliamo, prima o poi produce un effetto significativo con conseguenze positive o negative; potremmo elevarci o, se non siamo preparati a liberarci dall’auto-illusione, si può rimanerne inebriati.
Un’impressione è l’ombra delle circostanze esterne ricevuta tramite i cinque sensi e segnata automaticamente sullo schermo della mente, mentre la forza di volontà è l’energia che stimola il pensiero, rendendo possibile in tal modo una coordinazione di colori, forme e linee, creando in tal modo un’immagine intellegibile.

Il potere delle impressioni sensoriali prodotte sulla mente può essere così grande da condizionare i propri pensieri e i propri sentimenti. In questo modo, le impressioni di un’immagine idealizzata di venerazione vengono riprodotte sulla propria struttura mentale nel momento in cui i propri pensieri vengono diretti verso il soggetto della concentrazione.

Ogni cosa che è percepita tramite i cinque sensi viene immagazzinata e sparpagliata in profondità nella memoria quando non viene sollecitata attivamente. Tuttavia, quando ce n’è bisogno, tutti i pezzi vengono ancora assemblati, automaticamente, ricostruendo così l’immagine originaria.

Questo differisce dal sogno, dove la luce dell’intelligenza è in una condizione di attesa e il potere della volontà è assopito. In questa condizione, il raggruppamento dei numerosi pezzi di pensiero manca completamente di coordinazione, il che spiega la completa mancanza di logica nei sogni o l’irrealtà delle immagini del sogno.
E ancora, l’apparente differenza tra sogno e immaginazione è che durante il sonno il pensiero assopito viene definito “ sogno”, mentre nello stato di veglia il pensiero concentrato o contemplativo viene chiamato “immaginazione”.

Sia la concentrazione che la contemplazione hanno la qualità di fissare le impressioni ricevute, garantendo che siano trattenute come strutture del pensiero, il che ovviamente spiega perché la memoria dipende così tanto dalla corretta osservazione di un’immagine e dipenda anch’essa dalla forza di volontà per quanto riguarda la motivazione del pensiero. Oltre alle impressioni ricevute attraverso i cinque sensi, ce ne sono anche di più sottili che vibrano dentro il cuore sensibile e, allo stesso modo di un magnete, che può trattenere i pezzi di metallo con il potere dell’attrazione, nello stesso modo i pensieri possono essere stabilmente fissati nella mente concentrata con il potere magnetico del cuore sensibile.

Come ho affermato, Concentrazione o Contemplazione possono creare o avere effetti positivi o negativi, sia intenzionali che non intenzionali, in base al fatto che la concentrazione sia diretta intenzionalmente, e che si sia ossessionati dal proprio pensare. Quindi se non si è in grado di cancellare i pensieri indesiderati, c’è qualche pericolo o rischio di diventare schiavo del potere di concentrazione. Per questa ragione, il mantenere e il cancellare, che sono entrambe due grandi modalità di applicazione della concentrazione, dovrebbero ovviamente essere sviluppate simultaneamente.

La tenuta di un pensiero è costruttiva nella misura in cui è d’aiuto a determinare forza interiore e stabilità della mente, mentre l’altro potere, la capacità di cancellare i pensieri indesiderati intrappolati, che potrebbe essere chiamata de-concentrazione, contribuisce a liberare la mente da pensieri negativi, ansie e paure. Oltre ad immagini ispiranti, il più elevante soggetto di contemplazione possiamo trovarlo nelle personalità delle anime spirituali che idealizziamo e il cui esempio indirettamente offre una guida sia creativa che spirituale. Ma qualunque sia l’ideale scelto, è soprattutto l’intensità della propria devozione che influirà sulla bellezza o sulla guida o sulla sua realizzazione.

La concentrazione si può anche intendere come un processo in cui i pensieri sono tenuti sotto controllo quando si fissano su una forma prestabilita, un colore, un suono o l’insieme di queste cose come nel caso di un simbolo o di uno scenario. Questa disciplina particolare richiede anche la capacità di de-concentrazione per ottenere il potere di liberare la mente da pensieri indesiderabili.

L’oggetto della concentrazione ispira nella misura in cui il cuore è aperto al messaggio, ma per quanto grande quel messaggio possa essere, esso non ha nessun impatto sul cuore di una persona in cui il sentimento della devozione non sia risvegliato. La conseguenza di un cuore sensibile si può certamente osservare nelle vite di uomini e donne grandi, le cui azioni e realizzazioni creative sono state profondamente ispirate grazie all’ammirazione e alla devozione che loro stessi hanno avuto per esempi preziosi, le cui numerose impressioni erano all’origine delle loro motivazioni.

Da un punto di vista mistico, più la concentrazione è profonda, più profondo è il potere della mente; ma quando la mente è sintonizzata al Potere Divino, quel Potere in realtà si rivela come il medesimo potere che il cercatore della Verità all’inizio riteneva fosse il potere di suo pensiero. Quando si apre il proprio cuore e si trova il proprio sé di fronte alla Presenza Divina, in quel preciso istante di auto-redenzione si realizza che quello che credevamo fosse nostro era soltanto un’illusione, tuttavia paradossalmente, la consapevolezza individuale è nello stesso tempo Consapevolezza Divina, come la goccia d’acqua del mare che è una goccia e tuttavia nello stesso tempo è il mare stesso in una forma o entità individualizzata.

Hidayat Inayat Khan
Marzo 2012