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STORIA JATAKA NO 18. LA FINE DEL MONDO

Un giorno un leprotto se ne stava sotto un albero da frutta e pensava…. pensava…. pensava. 
Ma a cosa pensava, bambini miei, il leprotto sotto quest’albero?

“Che ne sarà di me se viene la fine del mondo?” pensava, e in quel preciso momento un frutto cadde dall’albero. Il leprotto si mise a correre, veloce quanto le sue zampe potevano permettergli, poiché era sicuro che il rumore del frutto caduto sul terreno fosse quello della terra che andava a pezzi. E correva, correva, non osando guardare dietro a sé.

“Fratello, fratello,” chiamò un altro leprotto che lo vide correre, “ti prego, dimmi cos’è successo!”

Ma il leprotto continuava a correre e non si voltò nemmeno per rispondere. Allora anche l’altra lepre si mise a correre, chiamandolo sempre più forte: “Cos’è successo, fratellino, cos’è successo?”

Alla fine il leprotto si fermò un attimo e disse: “La terra sta andando a pezzi!” Sentito ciò l’altra lepre iniziò a correre ancora più veloce e una terza lepre si unì a loro, e una quarta, una quinta, finché un centinaio di migliaia di lepri correva attraverso i campi. E mentre correvano attraverso la foresta e le fitte giungle, anche i cervi, i cinghiali, gli alci, i bufali, i buoi, i rinoceronti, le tigri, i leoni e gli elefanti, udendo che era arrivata la fine del mondo, correvano tutti freneticamente con loro.

Ma tra gli abitanti della giungla c’era un leone, un leone saggio, che conosceva tutto ciò che accadeva nel mondo. Quando venne a sapere che così tante centinaia di migliaia di animali stavano fuggendo perché credevano che la terra stesse andando a pezzi, pensò: “Questa nostra terra è lontana dalla fine, ma le mie povere creature moriranno se non le salvo, poiché per lo spavento correranno fino a cadere in mare.” E si mise a correre a una tale velocità che raggiunse una montagna situata sulla loro strada prima che essi vi arrivassero.

E quando passarono vicino alla montagna ruggì tre volte con un ruggito così potente che gli animali arrestarono la loro folle fuga e rimasero in silenzio l’uno accanto all’altro, tremando.
Il grande leone scese dalla montagna e si avvicinò a loro. “Perché state correndo così veloci?” domandò.

“La terra sta andando a pezzi,” risposero.
“Chi ha visto che sta andando a pezzi?” chiese.
“Gli elefanti,” risposero.
“Voi l’avete vista andare a pezzi?” chiese agli elefanti.
“No, non l’abbiamo vista; i leoni l’hanno visto,” risposero.
“Voi l’avete visto?” chiese ai leoni.
“No, le tigri l’hanno visto,” risposero.
“Voi l’avete visto?” chiese alle tigri.
“I rinoceronti l’hanno visto,” risposero.
Ma i rinoceronti dissero: “I buoi l’hanno visto.” I buoi dissero: “I bufali l’hanno visto.” 
I bufali dissero:“Gli alci l’hanno visto.” Gli alci dissero: “I cinghiali l’hanno visto.” 
I cinghiali dissero: “I cervi l’hanno visto”. 
I cervi dissero: “Le lepri l’hanno visto.” E le lepri dissero: “Quel leprotto ci ha raccontato che la terra stava andando a pezzi.”
“Tu hai visto la terra andare a pezzi?” chiese al leprotto.
“Sì signore,” rispose il leprotto, “l’ho vista andare a pezzi.”
“Dov’eri quando l’hai vista andare a pezzi?” domandò.
Con voce tremante il leprotto rispose: “Ero seduto sotto un albero da frutta e pensavo: “Che ne sarà di me se viene la fine del mondo?”. E proprio in quell’istante ho udito il rumore della terra che si spaccava, e mi sono messo a correre.”

Il grande leone pensò: “Era seduto sotto un albero da frutta; sicuramente il rumore che ha sentito era quello di un frutto che cadeva a terra.” “Saltami in groppa, piccolo,” disse, “e mostrami dove hai visto la terra andare a pezzi.”

Il leprotto saltò in groppa al grande leone che volando corse verso quel luogo, ma quando si avvicinarono all’albero da frutta il leprotto saltò giù, perché era terrorizzato all’idea di ritornare in quel luogo. E indicò l’albero al leone, dicendo: “Ecco l’albero, Signore.”
Il grande leone andò vicino all’albero e vide il punto dove il leprotto si era seduto e il frutto che era caduto dall’albero. “Vieni qui, piccolo,” chiamò. “Ora dove vedi la terra spaccata?”

Il leprotto, dopo essersi guardato attorno, e vedendo il frutto per terra, capì che non c’era stato alcun motivo di spaventarsi; saltò ancora una volta in groppa al leone e insieme tornarono dalle centinaia di migliaia di creature che stavano aspettando il loro ritorno.

Il leone allora raccontò alla grande folla che il rumore che il leprotto aveva udito era quello di un frutto che cadeva dall’albero.

E così tutti tornarono indietro, gli elefanti nella giungla, i leoni nelle caverne, i cervi sulle rive del fiume ed il leprotto sotto l’albero da frutta, e tutti vissero felici per sempre.