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Pirani Amina Begum Inayat Khan



8 Maggio 1892 

Un giorno nostro Padre chiamò nostra Madre nella Stanza Orientale, insieme a tutti noi quattro i figli. In quell’occasione speciale nostro Padre diede a nostra Madre una benedizione dicendo: “A partire da oggi tu sei la Pirani”. E aggiunse: “Senza il tuo incessante aiuto, giorno e notte, non sarebbe mai stato possibile portare il Messaggio Sufi al mondo Occidentale”. 

Allora, mentre teneva la mano di nostra Madre, nostro Padre disse a noi bambini, con grande tenerezza nella sua amorevole voce: “Bambini, congratulatevi con la vostra Amma (Madre) in questa occasione davvero straordinaria”. E aggiunse: “Voglio che voi, e anche le generazioni future, sappiate che la vostra Amma è la prima ed unica Pirani del Messaggio Sufi d’Amore, Armonia e Bellezza del vostro Abba. È un vostro dovere molto sacro fare in modo che questa storica cerimonia non sia mai dimenticata”. 

Poi nostro Padre annotò su un foglio la parola Pirani e spiegò che è l’equivalente femminile di Pir-o-Murshid, dicendo che doveva essere usato soltanto dalla Begum del Portatore del Messaggio d’Amore, Armonia e Bellezza. 

La Biografia cita le seguenti parole di nostro Padre: “Le prove che la mia vita era destinata ad attraversare non furono di carattere ordinario e certamente non furono una prova da poco per lei. Una vita come la mia, che era interamente dedita alla Causa, e che era più o meno coinvolta nelle attività sempre crescenti del Movimento Sufi, naturalmente mi impediva di avere la considerazione e l’attenzione che dovevo alla mia casa e alla mia famiglia. Ero costretto a trascorrere la maggior parte del tempo fuori casa, e quando ero a casa, ero sempre pieno di impegni, e naturalmente ricadeva su di lei accogliere sempre gli ospiti con un sorriso in ogni circostanza. Se non fossi stato aiutato da lei, nella mia vita, gravata da pesanti responsabilità, non mi sarebbe mai stato possibile dedicarmi interamente all’Ordine, come faccio. È con il suo incessante sacrificio che lei ha dimostrato la sua devozione alla Causa”. 

Nostro Padre lasciò Suresnes per andare in India nel 1926, da dove non ritornò mai perché il destino aveva deciso che fosse in quel modo. Dopo una serie di conferenze tenute in molte città, particolarmente a New Delhi, presto arrivò il giorno in cui il cielo divenne pallido e grigio, e la “Chiamata del Ritorno” portò via tutti i giorni felici, lasciandosi dietro nient’altro che dolore e lacrime. 

La voce di nostro Padre, dentro il cuore spezzato di nostra Madre risuonava ogni giorno e ogni notte dicendo: “Non essere ansiosa, mia Sharda. Al Suo servizio devo andare, anche se separarmi è duro da sopportare, ma è Dio che vuole così”. 

“Ma ora io non sarò più”, diceva lei, e ancora e ancora, con la scusa del dovere, Pirani Ameena Begum, faticava da mattina a sera, prendendosi cura dei suoi “Quattro Rubini”, e nessuno saprà mai, quanto vicina “Ora Ray” arrivò al santuario dell’Ideale Divino, dove soltanto possono stare coloro i cui cuori risplendono come dorati “Raggi Aurei”. 

Pirani Ameena Begum morì a Parigi il 1 Maggio 1949, ma la chiamata interiore del suo “Rosario di Cento Grani” vivrà e vive per sempre. 

Murshid Hidayat Inayat Khan 

“Once upon a time”