SITO IN AGGIORNAMENTO

SITO IN AGGIORNAMENTO - Non tutte le sezioni sono disponibili per aggiornamento - nuovo sito web presto on line

Acquietare la mente II parte da (In un Roseto d'Oriente )

Se chi usa quella mente è una persona ragionevole, allora forse potrebbe agire correttamente, ma altrimenti l'attività della mente è sprecata. In ogni caso non sarebbe il compimento dello scopo della sua vita. Questo scopo è imparare la padronanza di sé, non essere un veicolo che altri possano usare. Chi non dirige la propria mente manca di padronanza. 

Tutto questo dimostra che la primissima lezione che il mistico impara nella vita è addestrare la mente. Non ad acquietare la mente: quello viene dopo. La prima cosa è addestrarla, controllarne le attività. Questo è illustrato nelle parole "immaginazione" e "pensiero". A volte usiamo la parola pensiero quando dovremmo usare la parola immaginazione; a volte immaginazione quando dovremmo usare pensiero. Entrambe sono forme diverse di attività della mente.

Nel primo caso, l'immaginazione, l'attività della mente è incontrollata, senza la nostra intenzione, e non è diretta verso un certo scopo. Una persona potrebbe essere fantasiosa, e le sue immaginazioni potrebbero sembrare dei bei fiori. Ma se non c'è uno scopo, i fiori sono inutili per la pianta; che queste belle cose siano state prodotte non è un merito, perché non si sa da quale fonte le immaginazioni siano venute. 

Ma nel caso del pensiero, questo è un'immaginazione che viene diretta; è un'attività controllata della mente. Questa è la ragione per cui una persona riflessiva non può essere chiamata fantasiosa, né possiamo chiamare riflessiva una persona fantasiosa. Riflessiva è la persona la cui mente è diretta dalla sua volontà, quella la cui mente realizza le sue intenzioni, quella la cui mente è sotto il controllo della sua intenzione.

Continua