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Il lato più profondo della vita ( Alchimia della Felicità)

Quando consideriamo la vita profondamente, possiamo dividerla in due parti e definire l'una il lato più superficiale della vita e l'altra il lato più profondo. L'importanza di entrambi questi lati a volte può sembrare ugualmente grande. Quando una persona pensa al lato più superficiale della vita,in quel momento quel lato è più importante, mentre l'altro lato, di cui la persona non è conscia, non sembra avere grande importanza. Ma poi nella vita ci sono altri momenti che si presentano, forse dopo una sofferenza, o dopo una perdita o dopo qualche altra esperienza, in cui una persona improvvisamente si risveglia a una diversa realizzazione della vita; e quando ci si è risvegliati a questo, il lato più profondo della vita sembra avere più importanza del lato più superficiale. 

Nessuno, né un sacerdote né un mistico né alcuna autorità, può dire quale lato è più importante. Dipende da come lo guardiamo. Se aumentiamo il suo valore, anche se fosse una piccola cosa, le attribuiremo un valore maggiore. Nel mondo non esiste niente a cui si possa attribuire un valore permanente . Se sembra esserci una cosa simile, non rimane sempre nella stessa posizione. Se una cosa come il denaro è soggetta a cambiare, allora cosa c'è in questo mondo la cui importanza non cambi? 

Come è necessario riposare dopo un'azione così è necessario avere un barlume del lato più profondo della vita dopo aver svolto i propri doveri quotidiani. Questo è il motivo per cui le religioni hanno insegnato le preghiere, e il motivo per cui sono state costruite chiese dove le persone possano andare ogni giorno per stare in una giusta atmosfera e stare in silenzio. Ora la religione è diventata una cosa secondaria e la vita dell'uomo si è sviluppata con maggiori sfide; naturalmente un uomo ha difficilmente il tempo di andare in un luogo solitario o in una chiesa a sedersi in silenzio. I pochi che hanno il tempo e che vogliono continuare con la loro religione vanno a una funzione religiosa una volta la settimana.

Quindi se dovessi suggerire una via per l'epoca attuale, sarebbe la via dell'esoterismo, che significa da un lato studiare, dall'altro praticare, e anche meditare; fare queste tre cose. 

Si potrebbe chiedere: che cosa si dovrebbe studiare? Ci sono due generi di studi. Uno è leggere gli insegnamenti dei grandi pensatori e tenerli a mente, lo studio della metafisica, della psicologia, e del misticismo. E l'altro genere di studio è lo studio della vita.

Ogni giorno abbiamo l'opportunità di studiare; ma dovrebbe essere uno studio corretto. Quando una persona viaggia sul vagone di un tram, sul treno, con un giornale in mano, vuole leggere le notizie sensazionali che non hanno alcun valore. Dovrebbe leggere la natura umana che le sta davanti, la gente che va e che viene. Se continuasse a farlo, incomincerebbe a leggere gli esseri umani come se fossero lettere scritte dalla penna divina, che parlano del loro passato e del loro futuro. Dovrebbe osservare profondamente i cieli, la natura e tutte le cose da vedere nella vita quotidiana, e riflettere su di esse col desiderio di comprenderle. Questo genere di studio è di gran lunga superiore, incomparabilmente superiore, allo studio dei libri.

Poi c'è la pratica, le pratiche che Yogi e Sufi in Oriente hanno eseguito per molti, molti anni; ed hanno trasmesso la loro esperienza di migliaia di anni come una tradizione da maestro a discepolo; i modi di sedersi, i modi di stare in piedi, di respirare in modo corretto, di stare in silenzio, i modi di rilassarsi, di concentrarsi, di sentirsi ispirati, gioiosi, o più tranquilli. Ovviamente per queste pratiche occorre l'aiuto di un maestro.

E la terza cosa è mettere in pratica nella vita quotidiana: praticare i principi a cui si dà valore nella vita, tenere alto l'ideale che si è sempre conservato nel proprio cuore. Queste e molte altre cose ancora, come il proprio atteggiamento verso gli altri, il proprio comportamento con gli altri, ogni cosa che si fa da mattina a sera, tutte queste cose favoriscono il proprio sviluppo, finché si arriva allo stadio in cui si può vedere il lato più profondo della vita naturalmente.

Ci sono innumerevoli persone, infelici, depresse, o in grande disperazione, che forse vogliono suicidarsi, che dopo aver fatto questo alla fine hanno realizzato che la vita dopo tutto merita di essere vissuta. 

Possiamo immaginare il lato più superficiale della vita e il lato più profondo nella nostra attuale esperienza. Stiamo viaggiando insieme, ( Hazrat Inayat Khan era su una nave che andava da New York a Rotterdam, nel dicembre 1925 e qui tenne questa conferenza) alcuni provengono da una nazione, alcuni da un'altra, poiché veniamo da diverse parti del mondo. Tuttavia siamo radunati insieme. Da cosa? Da Dio che ci unisce per alcuni giorni su questa nave. 

È solo la nostra disposizione felice, il nostro atteggiamento favorevole l'uno verso l'altro, il nostro desiderio di essere gentili, amichevoli, e cordiali, che ci fanno comprendere l'un l'altro e che ci aiuteranno a renderci felici reciprocamente; ci portano ancora più vicini di quanto abbia fatto il destino. È una piccola rappresentazione della vita. Se prendiamo in considerazione la vita di una comunità, di una nazione, di una razza, persino del mondo intero, che cos'è? Non è forse simile a una grande nave su cui tutti stiamo viaggiando, consapevolmente o inconsapevolmente, muovendoci tutti e cambiando tutti? 

Ci sono due tipi di viaggiatori, quelli che sanno verso dove stanno viaggiando, e quelli che non sanno da dove vengono e dove vanno. Quando questi ultimi aprono gli occhi, solo allora si rendono conto di essere su questa nave, che provengono da qualche parte e che sono su una nave che si muove e va da qualche parte. Oggi ci sono molte persone simili a queste che vivono nel mondo. Sono così prese dalla loro attività quotidiana che non sanno da dove vengono e dove stanno andando. 

Immaginate la differenza tra questi due viaggiatori: quello che sa da dove viene e qual'è la sua meta, e quello che sa soltanto dove si trova, qual'è la sua attuale attività, quali sono le cose negli immediati dintorni. Chi non sa dove sta andando non è preparato a organizzarsi, ad affrontare la sua destinazione: non sa cosa ci sia in serbo per lui e questo perché non si è preparato.

Buddha fu interrogato un giorno dai suoi discepoli su cosa egli intendesse con ignoranza. Ed egli rispose descrivendo come una persona una volta si era aggrappata disperatamente al ramo di un albero nel buio completo della notte, non sapendo se sotto di lei ci fosse la terra, un fosso o l'acqua. Per tutta la notte tremò e pianse e si aggrappò saldamente a quel ramo. E all'alba scoprì di essere a un passo dalla terra sotto i suoi piedi. 

L'ignoranza può essere descritta come paura, dubbio, passione, confusione. Da dove vengono tutte queste cose? Vengono tutte dalla nostra ignoranza di un lato della vita, il suo lato più profondo. Possiamo essere abili nel fare il miglior uso possibile di quello che chiamiamo il lato più leggero della vita, ma questo non è tutto. 

Malgrado tutti i nostri sforzi da mattina a sera non sappiamo che cosa raggiungeremo, cosa ne ricaveremo. Se consideriamo la ricchezza, la posizione, la fama, il nome o qualsiasi altra cosa, ci disorienta soltanto, perché la vita si muove; tutto si muove. Non possiamo trattenerla. Una persona un giorno può avere delle ricchezze e il giorno dopo essere povera; un giorno può avere successo e tuttavia forse prima o poi andrà incontro a un fallimento. Chi avrebbe mai potuto pensare che nazioni potenti come la Russia e la Germania sarebbero crollate in un attimo, nazioni che hanno speso centinaia di anni per diventare forti e svilupparsi? Ma quando è venuto il loro momento la loro caduta non ha richiesto molto tempo. Se tali grandi potenze sono soggette a crollare in un attimo e la loro intera struttura può essere spezzata, se questa è la natura e il carattere della vita, nessuna persona ragionevole negherà il fatto che dev'esserci qualche mistero dietro a ciò, un qualche segreto di cui le piacerebbe trovare la chiave. Vorrebbe almeno sapere cos'è la vita e cosa c'è dietro ad essa. 

Coloro che hanno studiato la vita e riflettuto abbastanza a lungo su questo tema, sono giunti allo stesso punto dei pensatori che sono vissuti ottomila anni fa. Buddha ha detto e ha realizzato le stesse cose che un uomo veramente saggio realizzerebbe e direbbe oggi. Questo dimostra che la saggezza è la stessa in tutte le epoche. Possiamo evolverci o regredire, ma la saggezza non cambia mai e sarà sempre la stessa. La stessa realizzazione arriverà a tutti coloro che pensano profondamente e cercano di comprendere che cos'è la vita. Per comprendere la vita non occorre che seguiamo una determinata religione. Non serve essere grandi o buoni, pii o spirituali. La prima cosa e la più necessaria è che diventiamo osservatori. Dovremmo guardare la vita molto più intensamente di quanto facciamo invece di vivere superficialmente. Non ci costerebbe nulla. Ci terrebbe lontani dalle nostre occupazioni quotidiane per pochi minuti. La vita offre sempre un'opportunità di pensare, per quanto occupati si possa essere. 

Non occorre abbandonare le nostre occupazioni, il nostro lavoro nella vita, andare nella foresta, sedere in silenzio e meditare sulla vita. Possiamo meditare sulla vita in mezzo alla vita se soltanto vogliamo farlo. Quello che accade è che un uomo incomincia la sua vita con l'azione e più attivo diventa, meno pensa. Allora la sua azione diventa il suo pensiero. Ma se considerasse ciò che esiste oltre l'azione e i pensieri che sono connessi con la vita quotidiana, se si dedicasse al lato più profondo della vita, avrebbe un maggior beneficio.

La vita ideale è perlomeno cercare di vivere all'altezza del proprio ideale. Ma per avere un ideale ci si deve prima risvegliare a un ideale. Non tutti possiedono un ideale; molte persone non ne sanno nulla. Non è un'esagerazione dire che le guerre e le catastrofi che abbiamo attraversato, l'inquietudine che tutti sentiamo, e il disaccordo tra la gente che a volte è visibile e a volte no, sono tutti causati da una cosa sola ed è la mancanza di un ideale. Progrediamo nel commercio, nell'industria. Ma in tutti gli ambiti della vita il progresso un giorno o l'altro si fermerebbe se l'ideale venisse distrutto. Se ci fosse qualcosa che si potesse definire un mezzo per salvare il mondo, sarebbe il risveglio dell'idealismo. Questo è il primo compito che vale la pena considerare. 

Inoltre per l'uomo comune considerare anche una cosa sola, che deve vivere una vita equilibrata, sarebbe già di grande importanza, e non è molto difficile. Quando una persona lavora dovrebbe capire che anche lo svago è necessario. Quando una persona si stanca è necessario riposare; quando una persona pensa troppo è necessario riposare la mente in certi momenti, durante i quali deve cercare di non pensare. Ma la vita è un'intossicazione, è come bere, qualunque sia il motivo dell'uomo, che sia costretto e buttato in essa oppure no. È tutto un'intossicazione, dedicarsi a un obbiettivo con tutta la sua forza, con tutta la sua mente e con tutto il suo sentimento, finché non ha realizzato ciò che vuole o non viene distrutto. Se usasse equilibrio in tutto ciò che fa, troverebbe la chiave di una vita di grandissima felicità.

La gente spesso lotta, litiga e discute. Per cosa? Per un motivo. Quando due persone litigano, ognuna di loro ha una ragione. Ognuna crede che la sua ragione sia quella giusta. Potrebbero litigare per anni e tuttavia non arriverebbero da nessuna parte perché la ragione di ciascuno è diversa. Quindi pensare di più è vedere dietro la ragione. E nel momento in cui abbiamo incominciato a vedere dietro la ragione, guarderemo la vita in modo completamente diverso. Allora scopriamo che dietro ciò per cui rimproveriamo un altro forse c'è qualcosa da lodare; e dove c'è qualcosa da lodare forse c'è una ragione per cui biasimare. Incominceremo a vedere quello che è oltre tutte le apparenze e che ci darà la prova che l'intera vita è una specie di rivelazione. 

Più guardiamo in profondità la vita più si rivela, permettendoci di vedere in modo più penetrante. La vita è rivelatrice. Non sono soltanto gli esseri umani che parlano; se solo le orecchie potessero udire anche le piante e gli alberi e tutta la natura parlano, nel senso che la natura si rivela, rivela il suo segreto. In questo modo comunichiamo con la vita intera. Allora non siamo mai soli, allora la vita diventa degna di essere vissuta. 

I pensatori di tutte le epoche hanno ritenuto che la fonte della creazione sia una sola. Gli scienziati oggi ci racconteranno che la causa dietro la creazione è il movimento, la vibrazione. Andranno tanto lontano. Ma se questa manifestazione è venuta dal movimento e dalla vibrazione fino alla nostra vista allora questo movimento non è privo di vita. Se questo movimento è la vita stessa allora è intelligente. Non è naturalmente intelligente nel senso in cui noi intendiamo questa parola. Ne conosciamo la parte limitata; chiamiamo intelligenza l'attività del cervello. Diciamo che una cosa è intelligente perché è viva, e un'altra cosa in cui non riconosciamo vita la definiamo non intelligente. Ma uno scienziato indiano ha rivelato che anche gli alberi respirano. Se questo è vero, allora gli alberi sono vivi. E se oggi è stato dimostrato che gli alberi sono vivi, si scoprirà anche che le pietre sono vive. Allora si realizzerà che tutta la vita proviene da un'unica fonte che è la vita stessa di tutte le cose, e non solo la vita ma anche l'intelligenza; questo è quello che la religione chiama Dio. Comunque lo si chiami, è lo stesso. La differenza è soltanto nel nome.