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Intelletto e Saggezza (II) Parte

Non è facile riconoscere un’intuizione. Le onde-pensiero sono esattamente come le onde-sonore. E’ possibilissimo che il pensiero di un’altra persona fluttui nel campo di cui siamo consci, e potremmo udirlo e pensare che sia una nostra intuizione. Molto spesso una persona si sente depressa o allegra senza un motivo particolare. Questo potrebbe essere una specie di pensiero o sentimento fluttuante proveniente da un’altra persona che attraversa la sua mente e il suo essere, e lei, in quel momento, incomincia a sentirsi felice o infelice, senza alcun motivo. Accade frequentemente a tutti durante il giorno che sopraggiungano pensieri, sentimenti e fantasie, che non abbiamo mai avuto o che non abbiamo ragione di avere. Non sarebbe corretto chiamarle intuizioni. L’acqua che si trova in una pozza poco profonda non è la stessa acqua che si trova nella profondità della terra. Dunque sui pensieri che vanno e vengono, fluttuando sulla superficie, non si deve fare affidamento; la vera intuizione deve essere trovata nella profondità del proprio essere. 

C’è anche una differenza tra intuizione e impulso. L’impulso è proprio come una pagliuzza che galleggia sulla superficie dell’acqua; e questa pagliuzza diventa un impulso quando viene spinta da un onda che proviene da dietro. Questo è il motivo per cui un uomo viene lodato per un impulso giusto e accusato per un impulso sbagliato. Se vedessimo cosa sta dietro un impulso, saremmo cauti nell’esprimere la nostra opinione sull’argomento. 

Un impulso quando è puro è intuizione, ma raramente è puro perché è alterato dalla ragione. 

La prima cosa che si deve imparare è a credere nell’esistenza di una cosa come l’intuizione. La seconda è essere capace di seguire la propria intuizione, anche a costo di qualcosa di prezioso. Anche se si è ingannati per un po’ di tempo, non si sarà continuamente ingannati. Quindi alla fine ci si ritroverà sulla strada giusta. Ma la terza cosa è rendere la propria mente fissa su una sola cosa con l’aiuto della concentrazione, che consentirà di percepire correttamente l’intuizione. Proprio come per udire le orecchie sono fatte in modo tale che le onde sonore risuonino in esse e divengano chiare, così si dovrebbe far diventare la mente una sorta di capacità, o stampo, in cui l’intuizione possa diventare chiara. 

La difficoltà è che esternamente il funzionamento delle orecchie è diverso dal funzionamento degli occhi; ma la mente vede e sente contemporaneamente. 

La mente è sia percettiva che creativa, ma non può percepire e creare contemporaneamente; perché creare è esprimere, e il percepire proviene dalla ricettività. Ci sono due temperamenti tra gli uomini, chiamati in termini Sufi temperamento Jelal e temperamento Jemal. Il temperamento Jelal è espressivo e quello Jemal è ricettivo. Questo è il motivo per cui ci sono alcune persone che amano ascoltare e altre che amano parlare;ci sono molti a cui piace essere attivi, mentre ad altri piace vedere gli altri agire. Chi lavora è felice di lavorare; chi rimane seduto preferisce stare seduto. Entrambi gradiscono quello che è affine al loro temperamento. Uno è creativo, l’altro ricettivo. Ma si può essere padrone della propria vita tenendo sotto controllo queste due diverse facoltà, e cercando a volte di essere creativi e altre volte ricettivi. Chi è creativo ha bisogno, senza dubbio, di azione e di una conoscenza dell’azione; ma chi è ricettivo ha bisogno di concentrazione e di un attitudine mentale che sia ricettiva. C’è un terzo temperamento che è contemporaneamente ricettivo e creativo; questo temperamento, chiamato Kemal, non produce effetti. 

La mente può diventare un ricettacolo per la conoscenza che viene da dentro. Se osserviamo le persone, scopriremo che tra cento ce ne sono novantanove che sono creative per natura, ma soltanto una che è abbastanza ricettiva da recepire tramite le sue facoltà intuitive. La difficoltà con la mente è che quando si vuole recepire, la mente vuole creare; quando si vuole creare, allora la mente vuole recepire. Gli Indù paragonano la mente a un cavallo recalcitrante. Un cavallo, finché non gli abbiamo messo le redini, non verrà controllato e non andrà nella direzione che si vuole prendere. Quindi la saggezza che è come l’essenza della vita e che si trova dentro di noi può essere raggiunta soltanto rendendo innanzitutto obbediente la mente; e questo può essere fatto tramite la concentrazione. 

La gente capirà facilmente se riguardo allo sviluppo della voce viene detto loro quanto sia necessario per cantare bene addestrare la voce; possono anche capire facilmente perché sia necessario imparare la cultura fisica per rendere forti i muscoli; ma per quanto riguarda l’addestrare la mente una persona chiede, innanzitutto: “ C’è una mente? Io pensavo ci fosse soltanto un cervello”, e anche se per caso credesse nella mente, non saprebbe cosa si può fare con essa. 

Riterrà qualsiasi altra cosa più valida dell’addestramento della mente. Potrebbe anche pensare che sia un’occupazione per persone pigre, che hanno tutti i tipi di lussi a cui dedicare il loro tempo. L’errore più grande che un uomo possa fare è togliere a un bambino la cultura che è più necessaria come l’addestramento alla concentrazione. Si potrebbe chiedere se un bambino non impara la concentrazione quando va a scuola; ma al contrario a scuola perde quasi sempre la sua concentrazione. Quando un bambino piccolo incomincia imparando la matematica, perde la sua concentrazione. Il bambino non ha mai l’opportunità di sedere tranquillo per un momento; non ha l’opportunità di pensare soltanto a una cosa alla volta. 

Allora cosa accade? Il bambino diventa nervoso; oggigiorno vediamo che il nervosismo è ovunque. 

Inoltre, dopo essere stato educato, si deve usare questa educazione. Se la mente di una persona non è sotto controllo, come può usarla? Una cosa è imparare, e un’altra cosa è usare ciò che si sa. Non basta imparare una canzone; questo non trasforma una persona in un cantante; deve imparare anche a tirar fuori la sua voce. Lo stesso è per la conoscenza intuitiva. Quando un uomo è diventato competente studiando per molto tempo, e tuttavia non riesce ad usare la sua conoscenza, qual è il vantaggio? C’è un numero sufficiente di persone istruite; quello che occorre oggi sono persone con menti superiori, che non solo vedono la vita esteriore, ma anche la vita interiore, che non traggono ispirazione soltanto dalla vita esteriore, ma anche dalla vita interiore. Allora diventano l’espressione di quell’Essere perfetto che è nascosto, nascosto dietro la vita di varietà. 

Con questo non si intende che tutti dovrebbero diventare una specie di super-uomo. Non si intende che affatto che le persone dovrebbero essere in grado di fare miracoli o prodigi; si intende soltanto che dovrebbero vivere una vita più piena e diventare veri esseri umani, al fine di determinare condizioni migliori nel mondo. Di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno di esseri umani. Non è necessario che tutti diventino religiosi, o straordinariamente devoti o molto buoni, per vivere. Abbiamo bisogno di uomini saggi negli affari, nella politica, nella cultura, in tutti gli ambiti della vita; di coloro che non vivono solo sulla superficie e di coloro che non credono soltanto nella materia, ma che vedono la vita sia interiore che esteriore. Sono queste le anime che produrranno bellezza; sono queste le anime che armonizzeranno il mondo, che produrranno le condizioni di cui oggi abbiamo bisogno. Non abbiamo bisogno solo della conoscenza della materia o dello spirito, ma abbiamo bisogno di vivere in tutti gli ambiti della vita, così che qualunque affare si eserciti, nell’industria, nell’arte o nella scienza, si possa usare quella saggezza che è perfetta in sé. Quando l’individuo e la massa trovano sotto i loro piedi solide fondamenta su cui rimanere saldi, da quel giorno possiamo sperare condizioni migliori nel mondo.