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Maestria

Lo scopo della vita è ottenere maestria; è questo lo scopo dello spirito, ed è per questo scopo dietro ad esso che l'intero universo è stato creato. I diversi stadi dal regno minerale a quello vegetale, dal regno vegetale a quello animale, e dall'animale all'uomo, sono il risveglio dello spirito alla maestria. Usando il regno minerale e vegetale e controllando il regno animale al suo servizio, l'uomo mostra innanzitutto che in lui si è risvegliato lo spirito con cui l'intero universo è stato creato. 

Il potere di conoscere, di comprendere, di utilizzare nel modo più proficuo le situazioni,è segno di maestria. Ma nello stesso tempo l'uomo ha un nemico, e questo nemico è la limitazione; e lo spirito di limitazione è sempre un ostacolo alla realizzazione dello spirito di maestria e al metterlo in pratica. Coloro che a un dato momento nella loro vita hanno compreso questo scopo fondamentale per cui l'uomo è nato, poi hanno cercato di sviluppare questo spirito di maestria al fine di proteggere se stessi. 

Il processo dell'andare dalla limitazione alla perfezione è chiamato misticismo. Misticismo significa svilupparsi dalla limitazione alla perfezione. Tutto il dolore e tutto il fallimento appartengono alla limitazione; tutta la gioia e tutto il successo appartengono alla perfezione. Nel proprio ambiente, si scoprirà che coloro che sono infelici e insoddisfatti della vita e che rendono infelici gli altri, sono coloro che sono più limitati; coloro che sanno aiutare se stessi e aiutare gli altri, che sono felici e che portano gioia nella vita degli altri, sono più vicini alla perfezione.

Che cosa si intende con limitazione e cosa con perfezione? Questi sono solo stati della consapevolezza. Quando si è consapevoli della limitazione, si è limitati; quando si è consapevoli della perfezione, si è perfetti. Perché chi è limitato nella consapevolezza limitata è uguale a chi è perfetto nella perfetta consapevolezza. 

Per fare un esempio: c'era il figlio di un uomo ricco che aveva molto denaro depositato a suo nome in banca. Ma lui non lo sapeva e quando voleva spendere del denaro nelle sue tasche ne trovava pochissimo. Questo lo limitava. In realtà suo padre aveva depositato una grande somma in banca, ma lui non ne era cosciente. Ed è esattamente lo stesso con ogni anima. 

Ogni anima è conscia di quello che possiede ed è inconsapevole di quello che è stato depositato a suo nome. Quello che è alla sua portata lo sente suo, ma quello che non sembra essere alla sua portata ritiene sia fuori dalla sua portata. Questo è normale. Ma la saggezza apre una porta per guardar fuori e vedere se quello che sembra fuori dalla sua portata non debba anch’esso essere conosciuto. 

A volte una persona conosce la maestria della vita; può non essere un mistico, ma quando arriva il suo momento, la conosce. Un giorno rimasi colpito quando un uomo, che nella sua vita non si era occupato di nient’altro che di affari e che era diventato tanto ricco da essere forse uno degli uomini più ricchi del paese, volle mostrarmi il suo parco, un bellissimo parco che aveva intorno a casa sua. Mentre ero suo ospite facemmo una passeggiata. Egli disse: “ E’ meraviglioso venire qui nel mio parco la mattina e la sera”. Chiesi: “ Quanto si estende il suo parco?”. Rispose: “ Vuole saperlo? Vede l’orizzonte da qui?”. “Sì”, risposi. Mi disse: “ Tutta questa terra è mia e anche il mare. Tutto quello che riesce vedere”. 

E’ stata una risposta meravigliosa, e un esempio della teoria che ho menzionato; non era consapevole soltanto di ciò che possedeva, ma di tutto quello che c’era là. Non faceva una linea divisoria tra ciò che era suo e ciò che era oltre le sue proprietà. E’ un mistero, ed è difficile per chiunque guardare la vita in questo modo. Ma quest’uomo che era in affari, quest’uomo che non aveva mai pensato al misticismo, è riuscito anch’egli ad arrivare alla concezione che il mistico scopre dopo anni di meditazione. Era una concezione puramente mistica.

Quando i dervisci, che a volte hanno le maniche rattoppate e sono poco vestiti, che a volte hanno cibo e a volte no, si rivolgono l’uno all’altro, dicono: “ O Re dei Re, O Imperatore degli Imperatori”. E’ la consapevolezza di cosa significa re o imperatore che hanno davanti a sé. Il confine del loro regno non ha limiti. L’intero universo è il loro regno. 

E’ in questo modo che l’anima procede verso la perfezione, aprendo la consapevolezza e portandola più in alto. Quando l’anima si evolve spiritualmente, si eleva ad un’altezza da cui vede un orizzonte più ampio; quindi i suoi possedimenti diventano più grandi. Potreste dire:" Guardandolo l'orizzonte non diventa un nostro possesso; quello che possediamo è quello che chiamiamo nostro". Ma Colombo vide l'America prima. Prima non la possedeva. Il possesso è venuto successivamente. La prima cosa è vedere, dopo possediamo; ma se non vediamo come possiamo possedere? E senza vedere, il nostro possesso non è un nostro possesso. 

Ci sono due modi diversi, due diverse angolature da cui si dovrebbe guardare la perfezione. Un modo è paragonabile a una linea perpendicolare e l'altro a una linea orizzontale. Il modo simile a una linea perpendicolare è il raggiungimento di una conoscenza interiore. Come si raggiunge questa conoscenza?

La conoscenza interiore si raggiunge innanzitutto con la concentrazione, il che significa che si è in grado di vedere concretamente e di essere consapevoli di qualcosa che è oltre il proprio corpo fisico. Una persona può essere conscia di una poesia, di una parola, di un quadro, di un’idea o di qualcos’altro, e se riesce ad essere così consapevole di questo da poter perdere la coscienza del suo corpo limitato per un istante, questo è il primo passo. 

Anche se sembra molto facile, non è così facile. Quando una persona incomincia a farlo, non appena chiude gli occhi per concentrarsi mille cose si presentano davanti a lei. Anche il suo corpo fisico diventa irrequieto. Dice: “ Questa persona non è consapevole di me!”. E poi diventa nervosa, si gira e si rigira per essere conscia del corpo. Al corpo non piace che una persona sia inconsapevole di lui. E’ come un cane o un gatto; gli piace essere notato. Allora nel corpo si manifesta una specie di reazione nervosa. Ha voglia di muoversi, di girarsi, di grattarsi o di fare qualcos’altro. Non appena si vuole disciplinare il corpo, il corpo non vuole accettare una disciplina. 

Il secondo stadio è che invece di essere consapevole di un pensiero, si è consci di un sentimento, che è ancora più ampio; perché un pensiero è una forma, e anche la mente vede la forma. Ma un sentimento non ha forma, perciò fissare la propria mente su un sentimento e trattenerlo con l’intenzione di trattenerlo, non è una cosa facile. Se una persona l’ha fatto e non ha ceduto all’irrequietezza della mente, allora sicuramente si sente elevata. Questo è il confine del progresso umano, oltre è progresso divino. Che cos’è il progresso divino? Quando si avanza ancora di più, allora invece di essere attivi si diventa passivi. Essere passivi è uno stato di coscienza. Qui non serve concentrazione, quello che serve qui è meditazione. Qui si entra in contatto con il potere che è udibile e visibile dentro di sé e di cui si è ancora ignari; quel potere che è impegnato a muoversi verso la materializzazione dello scopo a lui destinato. Una volta entrati in contatto con questa esperienza in seguito non si può più dire nella vita successiva che esiste una cosa come il caso. Allora si vedrà che tutto ciò che accade è destinato e predisposto, quando lo si afferra nella sua condizione preparatoria prima che si sia manifestato sul piano terreno. 

Se si va ancora oltre, c’è la consapevolezza nel suo aspetto di pura intelligenza. E’ conoscere e tuttavia non conoscere nulla. E conoscere nulla significa conoscere tutte le cose. Perché è la conoscenza delle cose che ottunde la facoltà della conoscenza. In altre parole, quando una persona si guarda allo specchio, il suo riflesso copre lo specchio e in quello specchio nient’altro può riflettersi. Perciò quando la consapevolezza è conscia di qualcosa, si ottunde; in quel momento si ottunde, o in altre parole viene coperta da qualcosa di cui è conscia. Nel momento in cui la copertura è tolta, è sé stessa, è pura intelligenza, è puro spirito. In questa condizione il suo potere, la sua vita, il suo magnetismo, la sua forza, la sua capacità, sono molto più grandi, incomparabilmente più grandi di quel che si può immaginare. Che cosa sia non si può spiegare se non che con l’aiuto della meditazione si raggiunge questa condizione.


E se si va ancora oltre, non è più consapevolezza, è una specie di condizione di onniscienza che è il segno della perfezione interiore

(Prima parte)