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Il Segreto della Vita

L’atteggiamento dell’uomo è il segreto della vita, poiché è dall’atteggiamento dell’uomo che dipendono successo e fallimento. Sia l’ascesa che la caduta dell’uomo dipendono dal suo atteggiamento. Con atteggiamento intendo quell’impulso che è come una batteria che sta dietro il meccanismo del pensiero. Non è il pensiero dell’uomo che è l’atteggiamento dell’uomo; è qualcosa dietro il pensiero dell’uomo che lo spinge alla ribalta; e in base alla forza di questo impulso il pensiero si realizza. Dietro ogni parola che si dice, l’atteggiamento è il fattore più importante per portare ciò che si dice alla sua buona riuscita.

Ci sono tre aspetti diversi di questo soggetto che si dovrebbero osservare. Un aspetto è il proprio atteggiamento verso se stessi; sia che si tratti se stessi come amici o come nemici, o che si sia in armonia o in disarmonia con se stessi. Non tutti sono in armonia con se stessi, né trattano se stessi come un amico, nonostante possano pensarlo. Perché in genere l’uomo è il suo stesso nemico; non lo sa, ma lo dimostra nelle sue azioni. Nel Corano si legge: “ In verità l’uomo è sciocco e crudele”. Sciocco perché non conosce neppure il proprio interesse e crudele perché molto spesso dimostra di essere il suo stesso nemico. A parte la crudeltà verso gli altri, l’uomo incomincia coll’essere crudele con se stesso e questa crudeltà è la causa della stupidità. L’uomo può considerare se stesso molto concreto e intelligente, tuttavia spesso dimostra di essere il suo stesso nemico. Come dice Sa’di: “ O mia intelligenza, molto spesso dimostri di essere il mio peggior nemico”. L’intelligenza terrena senza fede, forza e fiducia di solito non è altro che una delusione. E’ lo sviluppo della fiducia nel cuore, lo sviluppo della fede che conferisce innanzitutto all’uomo un atteggiamento amichevole verso se stesso; ed egli diventa un amico di se stesso mettendo il suo essere esteriore in armonia con il suo essere interiore. Perché è quando l’essere interiore cerca una cosa, e l’essere esteriore fa qualcos’altro, che c’è disarmonia dentro se stessi. Quando il sé più elevato desidera andare per una strada, e il sé più basso per un’altra strada, allora c’è disarmonia, il cui risultato è simile a un’eruzione vulcanica. Le due parti del proprio essere che dovrebbero unirsi insieme nell’ amore cozzano l’una contro l’altra, e il risultato è il fuoco. Cosa porta la gente a suicidarsi? Che cosa causa malattia, depressione e disperazione? Molto spesso il conflitto che esiste dentro se stessi, e perciò l’atteggiamento verso se stessi deve essere innanzitutto amichevole, gentile, e armonioso. Anche nelle questioni spirituali non si dovrebbe andare contro se stessi. Mi ricordo che quando cominciai ad interessarmi ad argomenti spirituali una volta chiesi al mio maestro: “ Murshid, approvi che stia sveglio la maggior parte della notte per le mie preghiere notturne?”. “ Chi torturi?” chiese il mio murshid, “ Te stesso? Dio è contento di questo?”. Non avevo nient’altro da dire.

Quando si pensa ai nostri rapporti con gli amici, coi parenti, con coloro con cui veniamo in contatto nella vita quotidiana, si vedrà che li attiriamo o li respingiamo in base al nostro atteggiamento. Sia che una persona sia negli affari, nel commercio o in una qualsiasi altra occupazione, li attira o li respinge, e da questo dipende il suo successo o il suo fallimento nella vita. Il segreto del magnetismo dipende dal fatto che si consideri se stessi un amico, un nemico o un estraneo; per chi considera tutti gli altri degli estranei, persino un amico è un estraneo, mentre per chi considera tutti gli altri degli amici, anche un estraneo è un amico.

Se si ha paura che qualcuno possa farci del male, allora si ispira quella persona a far del male. Se non si ha fiducia in qualcuno, e si pensa che un giorno quella persona ci ingannerà, sarà sicuramente ispirata a farlo; ma se si ha fiducia, il potere di questa fiducia può un giorno trasformare anche un nemico in un amico. Onestà e disonestà sono riflesse nello stesso modo in tutto ciò che si fa. Se l’ atteggiamento non è giusto allora questo atteggiamento sbagliato si riflette su qualsiasi lavoro si faccia o su chiunque si veda, e quella persona risponderà nello stesso modo. Quindi fare il bene e il male non è soltanto un insegnamento religioso, qualcosa di imposto alla gente; è una verità scientifica e logica. Perchè con un atteggiamento sbagliato non si può realizzare niente di giusto, e con l’atteggiamento giusto niente può andar male, anche quando ci sono delle difficoltà.

Nel nostro cuore si cela un potere meraviglioso. E’ un potere divino, un potere sacro, e può essere sviluppato e conservato mantenendo giusto il nostro atteggiamento. Senza dubbio non è sempre facile mantenere giusto il nostro atteggiamento. L’influenza di questa vita sulla terra, così piena di cambiamenti, di tentazioni e di falsità, sconvolge continuamente la fermezza del nostro atteggiamento. Tuttavia la forza si trova ancora nella fermezza dell’atteggiamento, e qualsiasi mancanza di fermezza è la causa di ogni fallimento e delusione. C’è un detto Indostano: “un atteggiamento fermo assicura il successo”, e quando entriamo nel regno spirituale vale la stessa regola. Non è la preghiera che un uomo dice, non è la casa dove prega, non è la fede che professa, è l’atteggiamento che conta nella religione. E’ proprio come il biglietto che ci viene chiesto di mostrare all’ingresso della stazione. Non ci viene chiesto che posizione sociale abbiamo, quali proprietà o quali antenati. No, dicono: “ Biglietto per favore”, e se abbiamo il biglietto ci lasciano entrare. Questo biglietto è l’atteggiamento dell’uomo. Per entrare nelle sfere spirituali è necessario il giusto atteggiamento, e questo accorcia la strada.

Ora la questione è come riconoscere l’atteggiamento giusto da quello sbagliato. Riconoscere l’atteggiamento giusto da quello sbagliato è facile come vedere le cose quando gli occhi sono aperti. Quando non si comprende che l’atteggiamento è sbagliato significa che in quel momento si chiudono i propri occhi. Gli occhi non smettono di funzionare, li chiudiamo. All’uomo non piace ammettere a se stesso il proprio atteggiamento sbagliato; ha paura dei propri errori. Ma l’uomo che guarda il proprio sbaglio negli occhi, l’uomo che critica se stesso, non ha tempo per criticare gli altri. E’ quest’uomo che si dimostrerà saggio. Ma la natura umana di solito è tale che si fa qualcosa di completamente diverso. Tutti sembrano essere molto interessati a criticare l’altro. Se si criticasse se stessi, ci sarebbero infiniti sbagli, per quanto santi o saggi si possa essere; non c’è fine agli errori in un essere umano; e la consapevolezza di correggere i propri errori, di migliorarsi, di conservare il giusto atteggiamento, è l’unico segreto del successo, e con esso si raggiunge lo scopo che è l’obiettivo di ogni anima.

Secondo il punto di vista Sufi c’è un unico maestro, e quel maestro è Dio Stesso. Nessun uomo può insegnare a un altro uomo. Tutto ciò che si può fare per un altro è trasmettergli la propria esperienza per aiutarlo ad avere successo. Ad esempio se a una persona capita di conoscere una strada, può dire a un altro uomo che è la strada che porta al luogo che lui vuole trovare. Il compito del maestro spirituale è come il compito di Cupido. Il compito di Cupido è riunire due anime; lo stesso è il compito del maestro spirituale; riunire l’anima a Dio. Ma cosa viene insegnato a chi cerca la verità? Non viene insegnato niente. Gli viene soltanto mostrato come si dovrebbe imparare da Dio. perché nessun uomo può mai insegnare la spiritualità; è solo Dio che la insegna. E come viene imparata? Quando le orecchie che sono aperte all’esterno sono chiuse al mondo esteriore e vengono focalizzate all’interno del cuore, allora invece di ascoltare tutto ciò che proviene dalla vita esteriore si incomincia ad ascoltare le parole interiori. Così se dovessimo definire cos’è la meditazione, anch’essa è un atteggiamento: il giusto atteggiamento verso Dio.

L’atteggiamento dovrebbe essere innanzitutto di cercare Dio dentro di noi e dopo averlo cercato dentro, allora vedere Dio all’esterno. Nella storia di Aladino nelle Mille e una Notte, leggiamo che Aladino andò in cerca di una lanterna; questa lanterna è la luce divina interiore, ed è molto difficile da trovare. Una volta che una persona ha trovato questa lanterna la cosa successiva è gettare questa luce sulla vita esteriore, per trovare Dio sia interiormente che esteriormente. La preghiera, le veglie notturne, qualsiasi forma di devozione, tutte queste cose sono d’aiuto; ma se l’uomo non è disposto a far pace con suo fratello, ad armonizzarsi con i suoi simili, a cercare di accontentare chi lo circonda, allora non ha assolto i suoi doveri religiosi. Perché cosa può dare un uomo a Dio che è perfetto? La sua bontà? La sua bontà è davvero poco. Le sue preghiere? Quante volte pregherà? Usa l’intera giornata per se stesso. Se prega due o tre volte, non è molto. Se l’uomo può fare qualcosa per far piacere a Dio, è solo far piacere alle Sue creature, cercare la loro soddisfazione. Non può esserci miglior preghiera e religione più grande che essere coscienziosi nei confronti dei sentimenti degli altri uomini, essere pronti a servirli, a soddisfarli in ogni modo, a perdonarli, a tollerarli. E se facendo un torto realizzasse che sta facendo un torto a Dio, e che nel fare del bene sta facendo del bene a Dio, allora il suo atteggiamento sarebbe giusto.

Il fine e la somma totale di tutto il misticismo, di tutta la filosofia, e di tutta la meditazione, di tutto ciò che si imparare e si sviluppa, è di essere un servo migliore dell’umanità. Ogni cosa dall’inizio alla fine nel sentiero spirituale è una preparazione per essere in grado di servire meglio il genere umano, e se non lo si facesse con questa intenzione, alla fine si scoprirebbe di non aver realizzato nulla. Ci sono tanti che cercano di fare miracoli o cercano un grande potere per compiere delle cose. Possono forse cercare di ottenere un qualche potere; ma la loro anima non sarà mai soddisfatta. La vera soddisfazione dell’anima si trova nell’onesto, umile servizio all’altro.

Se ci fossero due persone davanti a me, una con un grande potere magico che può compiere miracoli, e un'altra umile, gentile, cortese e desiderosa di fare qualunque cosa può per il suo prossimo, preferirei quest’ultima. Direi: la prima è fantastica; ma l’altra è saggia. L’anima dell’uomo è in se stessa bontà, se solo incominciasse ad amare la bontà. La bontà non è qualcosa che si acquisisce; scaturisce da sé. Il giusto atteggiamento verso Dio è una risposta diretta a Dio. Poiché la Sua voce arriva continuamente come una risposta ad ogni appello. Le orecchie del cuore dovrebbero essere aperte e focalizzate sulla fonte da cui proviene la voce. Quando lo si fa, allora si trova il maestro interiore; allora c’è una guida incessante, e si viene guidati nella misura in cui ci si mantiene vicini ad essa. Allora non si ha più bisogno di un’altra guida; ma all’inizio la guida di un maestro spirituale è necessaria per avvicinarsi ad esso.

L’atteggiamento forma un canale per uno sforzo, e l’atteggiamento giusto crea un canale per uno sforzo giusto. Il mondo è il luogo delle prove e delle difficoltà. Se non vivessimo nel mondo non avremmo nessuna possibilità di fare del bene o del male; e anche se si vivesse una vita molto spirituale nel deserto, non farebbe del bene a nessuno, neppure a se stessi; perché non si sarebbe passati attraverso le prove e le difficoltà del mondo. Non si può lodare la vita di un eremita, né si può condannarla. Se lui è felice va bene. Ognuno conosce la propria vita, e se è felice darà felicità anche agli altri. A volte un uomo nasce per vivere una vita da eremita. Vivendo questa vita non proverà né tormenti né difficoltà; lasciamogli vivere questa vita; in questo modo dimostrerà di essere il proprio amico. Il secondo passo che intraprende sarà di essere l’amico di un altro. Se qualcuno mi chiedesse se la vita di un eremita è una vita ideale, direi che può essere ideale per lui, ma voi non avete bisogno di seguirla. Allora la vita di un eremita è egoista? Se osserviamo la vita, è molto difficile dire chi è egoista e chi non lo è. La vita di un eremita non è una vita per cui si dovrebbe sacrificare tutto per seguirla. Sarei l’ultimo a raccomandarla a chiunque. Ma se la si seguisse per il proprio piacere e in ciò si trovasse la felicità, non lo impedirei; perché un Sufi mantiene dall’inizio alla fine la libertà dell’anima.