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Il controllo del corpo

Molte persone pensano che il fisico abbia poco a che fare con la spiritualità. Perchè – chiedono- non mettere da parte l’idea della fisicità per essere interamente spirituali? Se lo scopo della vita potesse essere realizzato senza l’aspetto fisico del nostro essere, l’anima non avrebbe assunto un corpo fisico e lo spirito non avrebbe prodotto il mondo fisico.

Un poeta Indostano dice: “ Se gli angeli, che sono completamente spirituali, avessero potuto realizzare lo scopo della creazione, Dio non avrebbe creato l’uomo”.

Questo dimostra che c’è un grande scopo che deve essere realizzato da ciò che è chiamato corpo fisico. Se la luce di Dio avesse potuto splendere direttamente, non ci sarebbe stata una manifestazione come quella di Cristo. Era necessaria, per così dire, perché Dio camminasse sulla terra in un corpo fisico. E la concezione che il corpo fisico è fatto di peccato, e che questo è l’aspetto più basso dell’essere, molto spesso si rivelerà un errore, perché è tramite questo corpo fisico che il più alto e il più grande scopo della vita deve essere raggiunto. Una persona lo definisce il suo corpo fisico per ignoranza; quando ne ha preso coscienza, incomincia a considerarlo il sacro tempio di Dio.

La nostra esperienza della vita attraverso il corpo fisico ha cinque aspetti.

Il primo aspetto è la salute, il cui possesso è il paradiso e la cui mancanza è l’inferno. Non importa quel che abbiamo nella vita, ricchezza, reputazione o fama, potere o posizione sociale, agiatezza o benessere, senza la salute tutto questo è nulla. Quando una persona è sana non ci pensa, non le attribuisce importanza. Si preoccupa delle cose che non ha. Tenta di sacrificare la sua salute per i divertimenti, per la ricchezza materiale; è pronto a sacrificare la sua salute per i suoi capricci intellettuali, l’allegria, la baldoria, il divertimento, per un’ambizione che vuole veder realizzata. Ma molto spesso, prima che l’ambizione o il desiderio si realizzi arriva un crollo e allora si incomincia a comprendere che cosa significhi la salute. Nulla può comprarla, nulla può essere paragonato ad essa. Se mettessimo insieme tutte le benedizioni che si possono ricevere nella vita, e le soppesassimo su una bilancia, scopriremmo che la salute ha il peso maggiore.

E’ la salute che permette all’uomo di essere sia materiale che spirituale; la sua mancanza lo priva tanto della materialità quanto della spiritualità. Lo priva della materialità perché la sua condizione non è in ordine, e della spiritualità perché è la integrità della salute che permette all’uomo di fare pienamente esperienza della vita spirituale. Non voglio dire che è una peccato essere malati e una virtù essere sani; Intendo che la salute è una virtù e la malattia un peccato

Un altro aspetto dell’esistenza fisica è l’equilibrio. E’ l’equilibrio che da il controllo del corpo. È grazie all’equilibrio che l’uomo può stare in piedi, camminare, muoversi. Ogni azione, ogni movimento fisico, è sostenuto dall’equilibrio. E la mancanza di equilibrio mostrerà sempre una mancanza nel carattere di una persona e nello stesso tempo nella condizione della sua vita. In qualunque aspetto la mancanza di equilibrio si manifesta, significa sempre che c’è qualcosa che manca nella personalità. Se si analizza il modo di camminare di una persona, il modo in cui si muove e guarda, ogni cosa che fa, si vede che ogni volta che l’equilibrio manca, dietro a questo manca qualcosa che non si può sapere ma che col tempo si scoprirà. Per esempio, quando una persona barcolla, non crediate che sia soltanto un difetto esteriore; ha qualcosa a che fare con il carattere di quell’uomo. Come vacilla nel camminare, così vacillerà nella sua determinazione, nella sua fede. Proprio come il medico vede la condizione interna negli occhi e nella lingua del paziente, così il saggio vede tutto quello che riguarda un uomo in ogni suo movimento soprattutto osservando l’equilibrio.

Molti lettori occidentali della filosofia Orientale mi hanno chiesto: “ Perché i suoi seguaci in Oriente si esercitano in acrobazie, si siedono in certe posture, stanno ritti su una sola gamba, sulle loro mani, stanno seduti nella stessa posizione a gambe incrociate per molto tempo, e fanno molte altre cose strane che non si pensa che una persona spirituale faccia? Quale spiritualità si raggiunge in tal modo? Noi riteniamo che queste cose appartengano ad acrobati e atleti.”Ed ho risposto che tutte le cose come gli sport, l’atletica e gli esercizi acrobatici se vengono fatti per passatempo fanno un cattivo uso dell’energia, del tempo e del lavoro. Non se ne riceve un pieno beneficio; ma gli iniziati li usano per uno scopo più alto. Non c’è niente in questo mondo , se praticato nel modo corretto, che non si rivelerà benefico al raggiungimento spirituale.

Non crediate che andare in chiesa o in un tempio e offrire delle preghiere, o stare seduti in silenzio ad occhi chiusi, sia l’unica via per la realizzazione spirituale. Ma se volgiamo tutte le cose che facciamo nella nostra vita quotidiana verso la meta spirituale, questo ci aiuterà nella nostra realizzazione spirituale. Inoltre andare in chiesa una volta alla settimana comporta ben poco lavoro spirituale; anche quando diciamo le nostre preghiere ogni sera prima di andare a dormire, si fa pochissimo lavoro spirituale. Perché ogni istante della nostra vita viviamo in un’illusione. Ogni cosa che facciamo ha l’effetto di coprire la nostra visione spirituale. Questo accade perché in ogni momento del giorno dovremmo avere concentrazione. Ma come possiamo farlo se ogni giorno abbiamo i nostri affari, la nostra attività, la nostra professione, migliaia di cose da fare? La risposta è che dovremmo trasformare tutte le cose che facciamo in preghiera.

Allora qualunque sia la nostra professione, il nostro lavoro, la nostra occupazione nella vita, tutto ci sarà d’aiuto nella realizzazione spirituale. Allora ogni nostra azione diventerà una preghiera. Ogni movimento che facciamo verso Sud, verso Nord, verso Est o verso Ovest sarà diretto alla meta spirituale. Non tutti realizzano fino a che punto manchi equilibrio nella loro vita; tra cento persone difficilmente potete trovarne una veramente equilibrata. C’è anche un equilibrio spirituale, ma l’equilibrio spirituale si ottiene innanzitutto equilibrando il corpo fisico e i suoi movimenti.

Il terzo aspetto della nostra esistenza fisica consiste nel perfezionare il nostro corpo, in altre parole, la finezza, la sensitività del corpo. C’è un’indole spirituale e quest’ indole spirituale si può vedere dal corpo di una persona. C’è gente sensibile, forse un po’ nervosa, e c’è gente densa che ha un aspetto completamente diverso. Una persona sensibile che è in grado di apprezzare la musica, che è sensibile alla bellezza di linea e colore, che può gustare pienamente il sapore salato e dolce, aspro e amaro, che può sentire il freddo e il caldo, che può percepire una fragranza, distinguere tutte queste cose, questa persona è nata con un’indole spirituale. Una persona che non ama la musica, che non è in grado di apprezzare una fragranza, che non sa apprezzare la bellezza di linea e colore, questa persona è densa, e le servirà del tempo per evolversi. Quindi l’esperienza di tutta la gioia e di tutto il piacere che la vita offre non è nella materialità, è nella spiritualità. Non è la persona materiale che sperimenta pienamente la vita; è la persona spirituale che lo fa.

Ci si potrebbe chiedere: “ Che dire degli asceti che hanno vissuto una vita da eremiti in un luogo solitario, che non si sono nutriti adeguatamente, che si sono tenuti lontani da ogni comodità e da ogni cosa bella della vita?”. Non tutti possono emularli. Ma nello stesso tempo è un errore criticarli. Questi asceti sono persone che sperimentano la vita sacrificando tutte le gioie e i piaceri che la terra può offrire. Attraverso la loro solitudine fanno esperimenti, proprio come uno scienziato che si rinchiude nel suo laboratorio per anni e anni; e anche questi asceti che lasciano ogni cosa nel mondo hanno raggiunto una certa conoscenza che ci hanno trasmesso. Ma non è una regola di condotta che tutti devono seguire, perché la spiritualità non dipende da queste cose. Perché ci sono stati dati gli occhi se non per apprezzare tutto ciò che è bello? Perché ci sono state date le orecchie se non si può godere della musica? Perché siamo stati mandati sulla terra se non si può guardare la terra per paura di essere chiamati materialisti? Chi fa credere che la spiritualità sia una cosa del genere, fa di Dio uno spauracchio, qualcosa di cui aver paura. In realtà la spiritualità è pienezza di vita.

Riguardo al quarto aspetto della nostra esistenza fisica, l’uomo erroneamente si identifica con il corpo fisico, chiamandolo “ me stesso”. E quando il corpo fisico soffre dice: “ Sono malato”, perché si identifica con qualcosa che appartiene a lui ma che non è lui . La prima cosa da imparare nel sentiero spirituale è riconoscere il corpo fisico non come il proprio sé, ma come uno strumento, un mezzo con cui fare esperienza della vita. Questo strumento è attrezzato in modo tale da poter essere in grado di fare esperienza di tutto ciò che val la pena sperimentare fuori di noi, e anche di tutto quello che val la pena di sperimentare dentro di noi.

Quando un bimbo nasce e cresce la sua prima tendenza è godere e sperimentare tutto ciò che è fuori di lui, e l’uomo di solito non ha l’opportunità di sperimentare quello che è dentro di lui. Ma nello stesso tempo il corpo è dotato dello strumento, dei mezzi con cui fare esperienza sia della vita esteriore che della vita interiore. Se una persona non usa una mano o una gamba per molti anni, il risultato sarà che perde la sua vitalità, la sua mobilità, la sua energia, e non sarà più utilizzabile. Noi conosciamo l’uso delle nostre mani e dei nostri piedi che sono parti esterne del meccanismo fisico, ma ci sono parti interne e più sottili del meccanismo fisico che i mistici hanno chiamato centri, e ogni centro ha un suo preciso scopo: intuizione, ispirazione, impressione, rivelazione; ognuno di questi scopi si realizza per mezzo di questi centri.

Come gli organi dei nostri sensi possono sperimentare la vita intorno a noi, così i centri nervosi possono sperimentare la vita dentro di noi. Ma quando questi centri non vengono utilizzati per molti anni si ottundono, e non possono più essere usati per lo scopo per cui esistono. Molte persone che si imbarcano (EMBARK= salire su una nave, partire per un viaggio) in un lavoro ( work) spirituale guidati da un vero (proper) maestro incominciano a sentire una sensazione nel centro della fronte, come sé lì qualcosa si risvegliasse. Dopo un po’ di tempo, incominciano sempre più a notare una sfera di cui non sapevano nulla. Ci sono alcuni che incominciano ad avvertire nel plesso solare una sensazione che non avevano prima. Se questa sensazione viene risvegliata diventano naturalmente più intuitivi. Alcuni percepiscono una certa sensibilità sulla sommità del capo, o nel centro della gola. Man mano che si sviluppano la sentono sempre di più. Tra queste persone se ne troveranno senza dubbio alcune che sono intuitive per natura. La differenza tra quelli i cui centri nervosi reagiscono e quelli i cui centri nervosi non reagiscono e quella che c’è tra una roccia e una pianta. La roccia non mostra di rispondere alla simpatia, mentre la pianta lo fa. Così coloro i cui centri intuitivi sono risvegliati, in una certa misura cominciano a sentirsi intuitivi, e poi ispirazione e rivelazione seguono. Tuttavia si deve ricordare che di queste cose non si deve parlare. Chi meno sa più parla; poi se quelli che ancora non sono pronti a conoscere questi segreti riescono ad afferrare alcune teorie o altre di questo genere, ne parlano a tutti. E poi scrivono un libro sulle loro errate concezioni. Non hanno mai avuto la pazienza, la perseveranza, e la giusta guida ad aiutarli, e spesso vanno fuori strada; e molti di loro hanno danneggiato la loro salute e perso l’equilibrio cercando di risvegliare i centri. Prendono alla leggera una cosa che è molto seria, molto sacra, e che porta alla realizzazione spirituale. Altri ci scherzano sopra, quelli di qualità sbagliata che non riescono a percepire simpatia come la percepisce una pianta. Non vedono possibilità in se stessi e si burlano di chi la percepisce. In questo modo una scienza, che è la più alta di tutte le scienze, è stata ingiuriata e derisa.

In Oriente un maestro non offre la sua guida fino a che non ha piena fiducia nel discepolo, per non permettere che una cosa tanto sacra sia schernita e derisa da altri. Quando da un’iniziazione, il discepolo giura che non parlerà di queste cose davanti a coloro che sono inconsapevoli del loro valore, della loro importanza, e della loro sacralità; soltanto allora viene guidato. Inoltre, ogni persona viene guidata dal maestro separatamente.

Infine c’è il quinto aspetto della nostra esistenza fisica. Ci sono due cose distinte: la sensazione e l’esaltazione. Tramite la sensazione si sperimenta il piacere. Tramite l’esaltazione si sperimenta la gioia. C’è differenza tra gioia e piacere. Quello che l’uomo è abituato a sperimentare tramite il suo corpo fisico è il piacere: il piacere di mangiare, il piacere di bere, il piacere di guardare cose belle. Quindi ogni cosa confortevole l’uomo conosca è sperimentata dai sensi fisici. Ma oltre a questo c’è una gioia che non dipende dai sensi ma dipende soltanto dall’esaltazione, e questa esaltazione la si raggiunge anche tramite il corpo.

Come la si raggiunge? Vi è l’azione e il suo effetto, e c’è il riposo e il suo effetto. L’effetto dell’azione viene chiamato sensazione, e l’effetto del riposo viene chiamato esaltazione. Nel Masnavi di Rumi, il più grande poeta della Persia, a proposito della benedizione del sonno leggiamo: “ O sonno, non esiste una benedizione tanto grande che sia paragonabile alla tua: nel sonno i prigionieri sono liberi dalla loro prigione, e i re non possiedono trono e corona. Gli ammalati sofferenti sono liberi del loro dolore e delle loro ansietà, e dimenticano le sofferenze.” Questo dimostra che il sonno è una forma di riposo, provocato automaticamente, che ci solleva da ansie, preoccupazioni, e sconforti, da sofferenze e pene. Quando questa condizione di riposo può essere determinata a volontà, si avrà un’esperienza di padronanza, perché allora non si dipende da una condizione automatica. Se questa condizione che ci eleva al di sopra delle nostre ansie, preoccupazioni, sofferenze, sconforti, tribolazioni e dolori può essere prodotta dentro noi stessi, si è realizzata una gran cosa. E la strada per realizzarla è tramite la pratica del riposo. La prima cosa che un discepolo fa nella vita è conoscere a fondo i cinque diversi aspetti che ho menzionato, e dopo averli padroneggiati è pronto per il passo successivo sul sentiero della realizzazione spirituale.