SITO IN AGGIORNAMENTO

SITO IN AGGIORNAMENTO - Non tutte le sezioni sono disponibili per aggiornamento - nuovo sito web presto on line

STORIA JATAKA NO 4. LA TARTARUGA E LE OCHE

“Vieni con noi, amica Tartaruga,” dissero un giorno due oche selvatiche ad una vecchia e tenera tartaruga che viveva in un laghetto dell’Himalaya. “Abbiamo una bella casa dentro una grotta dorata sul monte Cittakutta.”
“Non ho le ali,” rispose la tartaruga. “Come posso raggiungere la vostra casa?”

“Sai tenere la bocca chiusa?” chiesero le oche.
“Sì, certo,” rispose.

“Allora stringi questo bastone tra i denti,” dissero le oche, “ noi prenderemo le estremità nel nostro becco e ti porteremo in volo”.

E via! Volarono sopra le cime dei monti, e il mondo intero si stendeva sotto di loro. Ma poco dopo volarono sopra i tetti di Benares.

“Che strano!” ridevano alcuni bambini vedendole passare. “Una tartaruga viene portata in volo da due oche”.

Maestra Tartaruga, nel sentire queste parole, si fece molto inquieta e un minuscolo fuoco di rabbia cominciò ad ardere nel suo piccolo cuore.

“Che v’importa se sto volando nel cielo?” urlò. Naturalmente non poteva parlare senza aprire la bocca; i suoi denti persero la presa sul bastone, e la povera Tartaruga precipitò nel cortile del palazzo del Re. In un attimo tutta la Corte si destò. Ministri, nobili e guardie reali stavano davanti alle finestre e alle porte. La notizia fu subito riferita al Re, che si alzò dal trono e si recò sul posto assieme al suo Consigliere, un saggio della Corte.

“Povera tartaruga!” esclamò il re. “Cosa l’ha fatta cadere in questo cortile spezzandole il suo meraviglioso guscio verde?”
“Dimmi,” disse al suo Consigliere “da dove è caduta e perché è caduta?”

Ora, bambini miei, dovete sapere che il Re aveva l’abitudine di parlare tantissimo. Era gentile e di buon cuore, ma in sua presenza era difficile per gli altri dire una sola parola. Così il consigliere, conoscendo la ragione della caduta della tartaruga, pensò: “Questa è un’occasione per dare una lezione al nostro Re chiacchierone.”

“Sire,” disse “alcuni uccelli stavano portando la tartaruga in volo tenendo nei loro becchi un bastone a cui lei stava appesa con i denti. La tartaruga ha sentito i bambini in città ridere di lei. Senza dubbio questo l’ha fatta arrabbiare e non ha potuto fare a meno di dire la sua, per cui ha perso la presa sul bastone ed è precipitata. E questo è il destino di chi non può star zitto.”

Queste parole colpirono il cuore del Re; capì che la lezione era per lui, e da quel giorno le sue parole furono poche e sagge; parlò soltanto quando era il momento di parlare e visse felice per sempre.