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Il controllo del corpo ( I parte)

Chicago - 30 Aprile 1926 


Molte persone pensano che il fisico abbia poco a che fare con la spiritualità. Perché – chiedono- non mettere da parte l’idea della fisicità per essere interamente spirituali? Se senza l’aspetto fisico del nostro essere lo scopo della vita potesse essere realizzato, l’anima non avrebbe assunto un corpo fisico e lo spirito non avrebbe prodotto il mondo fisico. Un poeta indostano dice: “Se lo scopo della creazione avesse potuto essere sufficiente, se gli angeli, che sono completamente spirituali, avessero potuto compierlo, Dio non avrebbe creato l’uomo”. E questo dimostra che c’è un grande scopo che deve essere realizzato da quello che è chiamato il corpo fisico. Se la luce di Dio avesse potuto splendere direttamente, non ci sarebbe stata una manifestazione come quella di Cristo. Era necessario, in altre parole, che Dio camminasse sulla terra nel corpo fisico. E la concezione che il corpo fisico è fatto di peccato, e che questo è l’aspetto più basso dell’essere, molto spesso si rivelerà un errore, perché è tramite questo corpo fisico che il più alto e il più grande scopo della vita deve essere realizzato. È quando una persona è ignara di questo che lo definisce un corpo fisico. E una volta che lo sa, quella persona incomincia a considerarlo il sacro tempio di Dio. 

E ora arriviamo ai cinque aspetti della nostra esperienza della vita attraverso il corpo fisico. Il primo aspetto è la salute, la cui presenza è il paradiso, e la cui assenza è l’inferno. Non importa quel che abbiamo nella vita - ricchezza, reputazione o fama, potere o posizione sociale, benessere o comodità - senza salute tutto questo è nulla. Quando si è sani non ci si pensa, non le si attribuisce valore. Ci si preoccupa delle cose che non si ha. Si tenta di sacrificare la salute per i divertimenti, la salute per la ricchezza materiale; si è pronti a sacrificare la salute per dei capricci intellettuali, l’allegria, la baldoria, il divertimento, per un’ambizione che si vuole realizzare. Molto spesso, prima che l’ambizione e il desiderio si realizzino, arriva un crollo. Allora si incomincia a comprendere che cosa significhi la salute. Nulla può comprarla; nulla può essere paragonato ad essa. Se mettessimo insieme tutte le benedizioni che si possono ricevere nella vita e le pesassimo su una bilancia, scopriremo che la salute avrà il peso maggiore. Nessun’altra benedizione può essere paragonata ad essa. È la salute che ci permette di essere sia materiali che spirituali. La sua mancanza ci priva tanto della materialità quanto della spiritualità. Ci priva della materialità perché la nostra condizione non è in ordine; ci priva della spiritualità perché è l’integrità della salute che ci consente di fare pienamente esperienza della vita spirituale. Non voglio dire che è un peccato essere malati e che sia una virtù essere sani, ma intendo che la salute è una virtù e la malattia un peccato. 

L’altro aspetto dell’esistenza fisica è l’equilibrio. È l’equilibrio che dà il controllo del corpo. È grazie all’equilibrio che un essere umano può stare in piedi, che un essere umano è in grado di camminare, e che un essere umano è in grado di muoversi. Ogni azione, ogni movimento fisico, è sostenuto dall’equilibrio. E la mancanza di equilibrio mostrerà sempre una mancanza nel carattere di una persona e, nello stesso tempo, una mancanza nella condizione della sua vita. In qualunque aspetto la mancanza di equilibrio si manifesti, significa sempre che manca qualcosa nella personalità. Si può analizzare il modo di camminare di una persona, il modo in cui si muove una persona, il modo di guardare di una persona. In ogni cosa che fa, ogni volta che manca equilibrio, manca qualcosa che ancora non sapete, che col tempo scoprirete. Ad esempio, quando una persona barcolla, non pensiate neppure per un momento che sia soltanto un difetto esteriore. Ha qualcosa a che fare con il carattere di quella persona. Come una persona vacilla nel camminare, così quella persona vacilla nella determinazione, vacilla nella convinzione. Proprio come il medico vede la condizione interna negli occhi e sulla lingua del paziente, così il saggio vede tutto quello che riguarda una persona in ogni movimento di quella persona, soprattutto osservando l’equilibrio. 

Molti lettori occidentali di filosofia orientale hanno parlato con me di questo argomento. Mi hanno chiesto: “Perché i suoi seguaci in Oriente praticano acrobazie, si siedono in certe posture, stanno ritti su una gamba o sull’altra, si reggono sulla loro testa, stanno seduti nella stessa posizione a gambe incrociate per molto tempo, e fanno molte altre cose strane che non si pensa che una persona spirituale possa fare? Che spiritualità si raggiunge in tal modo, perché quello che sappiamo di queste cose è che appartengano ad acrobati e atleti”. Ho risposto: “In tutte le cose come gli sport, l’atletica e gli esercizi acrobatici, che altri fanno per passatempo, essi abusano dell’energia, del tempo e del lavoro. Non ricevono da essi un pieno beneficio. Gli iniziati li usano per uno scopo più alto”. E in aggiunta, ho detto loro che: “Non c’è cosa in questo mondo, se praticata nel modo corretto, che non si rivelerà benefica per la realizzazione spirituale”. Dunque, non crediate che andare in chiesa o in un tempio, e offrire delle preghiere, e stare seduti in silenzio ad occhi chiusi, siano gli unici strumenti per la realizzazione spirituale. Ma tutte le cose che possiamo fare e che facciamo nella nostra vita quotidiana, se le rivolgiamo a una meta spirituale, ci aiuteranno nella nostra realizzazione spirituale. Inoltre, andare in chiesa una volta alla settimana è fare ben poco lavoro spirituale. Anche se dicessimo le nostre preghiere ogni giorno prima di andare a dormire, si farebbe pochissimo lavoro spirituale, perché ogni istante della nostra vita viviamo in un’illusione. Ogni cosa che facciamo ha l’effetto di coprire la nostra visione spirituale. Pensate che andare in chiesa una volta la settimana, o dire una preghiera una volta ogni notte sia sufficiente? Mai. Ogni momento del giorno dobbiamo avere concentrazione. E come possiamo farlo se abbiamo affari, industria, professione, se abbiamo migliaia di cose da fare nella vita di ogni giorno? E la risposta è che dobbiamo trasformare tutte le cose che facciamo in preghiera. 

Allora, qualunque sia la nostra professione, il nostro lavoro, la nostra occupazione nella vita quotidiana, tutto ci sarà d’aiuto per la realizzazione spirituale. Allora ogni nostra azione diventerà una preghiera. Ogni movimento che facciamo verso Sud, verso Nord, verso Est o verso Ovest sarà diretto alla meta spirituale. Non tutti pensano fino a che punto manchi equilibrio nella propria vita. E tra cento persone difficilmente potrete trovarne una veramente equilibrata. C’è anche un equilibrio spirituale, ma questo equilibrio spirituale viene raggiunto innanzitutto equilibrando il corpo fisico e i suoi movimenti.