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Il mistero del respiro ( II parte )

Avendo compreso questa verità, i mistici hanno potuto insegnare che la religione di tutte le religioni è la conoscenza di sé, perché la conoscenza di sé porta la conoscenza della vita. Questa corrente vitale che scorre attraverso il centro dell’essere dell’uomo, unendo la mente al corpo ed anche a tutti i piani dell’esistenza, ha tutta l’importanza. Passa dall’essere più intimo dell’uomo al corpo, che è lo strumento con cui l’uomo può sperimentare la vita in superficie. Quando l’uomo ha la conoscenza di ciò incomincia a rendersi conto che “Non sono piccolo come pensavo, non sono debole come pensavo; su altri piani sono molto più forte. Posso vivere molto più a lungo di quanto mi sia possibile sul piano fisico. Posso vedere me stesso in tutti i diversi piani mediante questa conoscenza interiore del respiro”. Quindi per il mistico il respiro è come un ascensore, un ascensore con cui sale al primo piano, poi al secondo, e poi al terzo, di fatto ovunque desideri andare.

Il mistero della Sfinge e il mistero del Buraq, di cui si parla nella vita del Profeta Maometto, hanno a che fare con questo. Quando il Profeta raggiunse la Corte, o cancello, di Dio, gli fu mandato il Buraq. Il Buraq era una creatura alata, e il Profeta la cavalcò per raggiungere il cancello del cielo più alto. Attraversò cancello dopo cancello, quando oltrepassò i sette cieli. E alla fine giunse al cancello del cielo più alto.

Che significato ha questa allegoria? Il corpo del Buraq è il corpo fisico. Le ali simboleggiano la capacità del respiro di andare lontano pur mantenendo la sua connessione con il corpo fisico. Il Profeta che lo cavalca rappresenta ogni anima che percorre il sentiero spirituale. Chiunque abbia coraggio, chiunque abbia fede, chiunque abbia fiducia in se stesso, chiunque abbia certezza interiore, chiunque abbia pazienza, speranza e perseveranza, può percorrere questo sentiero e usare il veicolo del respiro.

Se leggiamo la storia del Buddha, che era uno yogi, scopriremo che senza yoga e senza meditazione spirituale, che si compie col respiro, nessuno in questo mondo ha mai raggiunto la perfezione spirituale. Il potere guaritore di Cristo, il magnetismo di Maometto, il potere miracoloso di Mosè, il fascino di Krishna e l’ispirazione di Buddha furono tutti raggiunti con il respiro. E come li avrebbero ottenuti se non ci fosse una corrente che passa tra noi sulla terra e la fonte di energia, la fonte del potere e del magnetismo?

Non è evidente che il respiro veicola anche le parole, che escono dalle nostre labbra fino alle orecchie dell’ascoltatore? La voce è respiro. La parola è respiro. Senza respiro non si può pronunciare un discorso. E tuttavia una persona può facilmente accettare tutto questo e riconoscere che è vero che è il respiro a fare tutto ciò, ma non crederà di buon grado che anche il pensiero è respiro. Una persona può vedere il movimento dell’aria, che è provocato dalle parole, ma si meraviglia che anche il pensiero causa un movimento dell’aria. Questo perché non comprende che una corrente vitale scorre attraverso ogni cosa ed è il respiro. Lo si vede facilmente quando si manifesta sul piano fisico, ma non è visibile sui piani più alti; tuttavia, si estende oltre questi piani. Se c’è qualcosa che collega l’uomo a Dio, se c’è qualcosa che collega ciò che è mortale a ciò che è immortale, è questo ponte che chiamiamo respiro. È un ponte per mezzo del quale si passa dal mondo della mortalità al mondo dell’immortalità; è il ponte per mezzo del quale l’immortalità si trasmette alla mortalità. Questa vita, che sembra mortale in realtà è un raggio di vita immortale. Ciò che sembra mortale è soltanto l’involucro. Non è la vita che è mortale, è il rivestimento che la fa sembrare mortale.

Dal momento in cui l’uomo ha percepito per la prima volta che c’era un segreto nel respiro, ha voluto usare la sua comprensione di questo segreto per essere in grado di fare miracoli e raggiungere gli spiriti, padroneggiare gli elementi, leggere e trasmettere i pensieri, e compiere prodigi psichici o occulti. Ma cercare di fare queste cose è come dare perle per comprare sassi. Che spreco dedicare la vita ad ottenere questi poteri quando il respiro è la corda che ci porta da questo piano mortale all’immortalità, che ci salva dalle lotte e dalle preoccupazioni di questa vita transitoria, e ci conduce alla felicità, alla gioia e alla pace che ogni anima desidera ardentemente! Se il respiro può ottenere queste perle, non otterrà anche le piccole cose, i sassi, le necessità terrene? Certamente sì. Dopo tutto, compiere qualche miracolo non è nulla.

Forse un uomo si affanna tutto il giorno per guadagnare il pane per poter vivere in modo confortevole; un altro si preoccupa costantemente di come mantenere se stesso e i suoi figli. Un altro pensa: “Cosa posso fare per salvare i miei simili dal loro dolore?”. Se confrontiamo queste persone per vedere chi è il più grande, vediamo che il più grande è chi ha l’ideale più grande.

Se prendiamo in considerazione i grandi eroi del passato e del presente, quelli che ammiriamo e a cui guardiamo con speranza per una giusta guida, scopriremo che ciò che li ha resi grandi è stata la grandezza del loro ideale. Più basso è l’ideale, minori sono gli sforzi. Più alto è l’ideale, più grande è la vita. Se usiamo tutta la nostra intelligenza, forza e saggezza per realizzare una piccola cosa, è solo uno spreco di vita. Considerare che si possono realizzare grandi cose, cercare di fare le cose che saranno più utili e vantaggiose per gli altri, questa è la vita ideale. L’uomo che ha guadagnato soldi soltanto per vivere in modo agiato, cosa ha realizzato nella sua vita? Se ha gratificato soltanto il suo desiderio di scorazzare in macchina, di vivere in una casa piena di comodità, di avere delle persone al suo servizio, non può essere felice, perchè nella sua vita non ha realizzato nulla. Può anche possedere molte case, avere molto denaro in banca, essere molto famoso; ma non sarà nessuno se paragonato a un uomo il cui potere è più grande di tutta la ricchezza, la posizione sociale o la notorietà. Quest’uomo sarà molto più felice con le piccole cose del mondo; ha ottenuto una pace che non è paragonabile a nessuno dei piaceri e delle gioie transitorie di questa terra.

Questa vita è simile alle labbra che assaggiano una coppa di vino squisito; l’altra vita è come bere un’intera coppa piena di vino celeste. Che differenza tra assaggiare soltanto il vino con le labbra e berlo! I piaceri della vita sono come assaggiare il vino. L’esperienza di questi piaceri è solo simile a un sogno, una gioia passeggera; viene e va. Si vorrebbe che la gioia di quel piccolo piacere restasse; ma come può restare? Anche se si tentasse per migliaia di anni, non si riuscirebbe a conservare la felicità che è esteriore. L’unico modo di ottenere la beatitudine eterna, è fare come fanno i mistici, innalzarsi con l’aiuto del respiro di piano in piano, scoprendo la gioia più grande, e la più grande felicità.

È come assumere una droga. Una persona può stare in meditazione, e sognare e immaginare di essere molto felice. Una persona dalla mentalità materialistica dirà senz’altro che una persona meditativa si ipnotizza e pensa di essere piena di gioia, ma non è ipnotismo quando una piccola parola di adulazione ci fa piacere, quando un po’ d’argento o d’oro provocano un cambiamento di espressione nel nostro volto? Il materialista, non comprendendo ciò, riderà del mistico e lo chiamerà sognatore, ma se il mistico è un sognatore, cos’è l’uomo di mondo? Non è anch’esso un sognatore? Cos’è che dà gioia in queste cose senza nessuna importanza? Se è un bene essere ipnotizzati da argento e oro, non è meglio quando il mistico è ipnotizzato dal suo ideale divino di perfezione? L’argento e l’oro ci saranno di sicuro portati via; alla fine l’ideale di Dio del mistico durerà per sempre. Quando consideriamo come questa vita e le condizioni ambientali possono ostacolarci e limitarci, comprendiamo com’è che con tutte le nostre speranze cerchiamo ancora la solitudine, cerchiamo di stare con noi stessi, e chiudiamo gli occhi a tutte le cose effimere. La vita e le attività che sono rivolte a sperimentare i piaceri della vita, le fonti transitorie di gioia e piacere, svaniscono completamente di fronte a ciò che cerchiamo nella solitudine, dove ci sforziamo di raggiungere le cose interiori e durature. Anche se il nostro letto è confortevole, se la nostra casa contiene tutte le comodità che il cuore può desiderare, la mente subisce ancora ogni genere di tormento e il sonno non verrà. Possiamo riposare un po’, e stare tranquilli per riuscire ad avere pace; ma la vera inquietudine non se ne va mai. Ed è per attutire questa inquietudine che le persone assumono droghe e alcolici, e si perdono nell’inseguimento di cose comuni, per quanto non desiderabili. Ognuno si sforza di trovare un rimedio, che gli permetterà di realizzare la gioia, la soddisfazione e la pace che la sua vita interiore inconsciamente cerca; ma non può ottenerle. Se cerca di ottenerle tramite droghe o alcolici, ne diventa soltanto schiavo. Se, in mancanza di queste cose, cerca di soddisfare il suo desiderio tramite altri vizi, non troverà mai l’appagamento che cerca.

Andate dal mistico allora, sedete con lui quando siete stanchi di tutti gli altri rimedi che avete usato invano; andate e bevete una coppa di vino con lui. Il vino mistico è il rapimento interiore che elimina tutte le preoccupazioni, le ansietà, i dolori e le apprensioni del piano fisico e mentale. Tutte queste cose ora vengono eliminate per sempre. Il mistico è colui che è in pace, colui che sperimenta una felicità che altri non sperimentano, colui che insegna il modo per ottenere quella pace e quella felicità che sono l’eredità originaria dell’anima umana.