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Cinque cose necessarie a uno studente

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Miei studenti, non serve spiegare a parole la gioia che provo nel venire qui e rivedervi di nuovo. Perché con l’iniziazione siamo così uniti che la distanza in realtà non è una distanza. Tuttavia, su questo piano fisico anche incontrarci insieme è necessario. E ora desidero spiegare quante cose sono necessarie a uno studente.

LE PRATICHE

La prima cosa davvero necessaria a uno studente è cercare di continuare a praticare gli esercizi che vi sono stati dati, senza nessuna interruzione. Se siete stanchi, se siete troppo impegnati, se le condizioni non sono favorevoli, non intendo che si faccia pressione su di voi, ma intendo che continuare a fare questi esercizi senza interruzione tra loro è per il vostro miglioramento.

Credereste, se così posso dire, che l’effetto di certe pratiche arriva anche dopo dieci o dodici anni? Una persona senza pazienza potrebbe pensare: “ Non ho avuto effetti immediati dopo due, tre mesi”. Ma può non pensare così. Se fossero semi che piantate nella terra, metterebbero radici e crescerebbe una pianta. Ma perché la pianta produca frutti occorrono anni. Questa è la semina spirituale. In alcuni casi potrebbe richiedere molto tempo. In alcuni casi il risultato potrebbe mostrarsi il giorno dopo. Ci sono alcune piante che crescono più velocemente, altre che hanno bisogno di tempo per produrre frutti. Ma tuttavia la semina spirituale ha il suo risultato, e un risultato certo. Non dubitate mai, quindi, non scoraggiatevi, non abbandonate la speranza; ma continuate, perseverando su questo sentiero.

LO STUDIO

Ora, la seconda necessità per uno studente è una parte di studio. Non deve essere uno studio soltanto come leggere un libro; deve essere uno studio che imprima sul proprio cuore Gatha, Gatheka, tutti i materiali di studio che vi vengono dati, per quanto sembrino semplici da capire. Perché scoprirete che questo è in sé creativo. Al momento è una frase; dopo sei mesi la stessa frase fiorirà, in quella frase arriveranno rami, fiori, e frutti. E’ una frase semplice, ma è una frase viva. Più la studiate e la capite, più sentite che sarà creativa.

Quindi non consideratelo soltanto uno studio, ma una meditazione, anche nei vostri studi.

EQUILIBRIO

La terza cosa importante nella vita di uno studente è vivere una vita di equilibrio tra attività e riposo, di regolarità. Non troppo lavoro, non troppo riposo: un equilibrio tra attività e riposo. Perché quando presentiamo un’idea al mondo saremo responsabili di mostrarla nelle nostre vite. Quindi la nostra vita deve essere il più equilibrata possibile. Oltre a ciò, nel mangiare, nel bere, deve esserci una sorta di moderazione, che sono certo che molti di voi hanno. E una sorta di considerazione dal punto di vista meditativo. Perché per la crescita spirituale un certo cibo è più raccomandato di un altro. Dunque noi, nel sentiero spirituale, non possiamo sempre ignorare questo aspetto.

ATTEGGIAMENTO

Ed ora veniamo alla quarta cosa, quale deve essere il nostro atteggiamento verso gli altri? Verso gli studenti il nostro atteggiamento deve essere di affettuosa comprensione. Verso i non studenti il nostro atteggiamento deve essere di tollerante comprensione.

La cosa migliore al mondo è non imporre agli altri quello che pensiamo e quello in cui crediamo. Imponendolo agli altri lo vanifichiamo soltanto. Discutendo, argomentando con loro, non realizziamo nulla.

Inoltre, è assai consigliabile che uno studente limiti la sua conversazione così da non dire cose che possano sembrare agli altri troppo occulte, troppo mistiche, troppo spirituali. La nostra conversazione deve essere una conversazione normale. Alla gente piace parlare di cose riguardanti spiriti, fantasmi, elementali, apparizioni ed ogni sorta di cose, alla gente piace parlare della loro passata, della loro presente e della loro prossima reincarnazione, di quello che sono e di quello che saranno. Non dobbiamo coinvolgerci a parlare di queste cose. Queste cose ogni individuo le deve scoprire da sé. Parlando non facciamo del bene né a noi stessi né agli altri.

Se potessimo parlare soltanto delle cose semplice della vita di ogni giorno, ci sono cosi tante cose che avremmo abbastanza argomenti di cui parlare con gli altri. Le idee dell’aria devono essere lasciate all’aria. Stando sulla terra dobbiamo parlare della vita quotidiana, lasciando ogni individuo libero come a noi stessi piace essere lasciati liberi.

Inoltre, il Sufi non dà un’idea definita di queste cose perché il Sufismo è libertà, libertà di concezione, libertà di credo. Non dà alla gente alcun dogma, che tu debba credere a questo o a quello. Non offre all’umanità dogmi particolari, e molto spesso per la stessa ragione il Sufismo è accusato di essere contro certi dogmi. Ma non è così. Se non ne parliamo, non significa che siamo contro di essi, ma perché non ci piace parlarne. Preferiamo rimanere in silenzio che parlarne troppo.

Queste sono cose per una conversazione intima. Quando uno studente parla col suo maestro, con il suo compagno di studi, forse ne parla. Queste non sono cose di cui parlare al tavolo del tè. Renderebbe le leggi interiori della vita e della natura ridicole. Dal momento che la natura, la vita stessa copre le sue leggi, allora significa che è meglio che siano coperte. Quando le scopriamo commettiamo certamente un errore contro la natura intima delle cose. Quindi questo è chiamato Sufismo. Con la parola Sufismo si intende conservare la copertura sulle leggi nascoste della natura che sono state create per stare coperte. Quando le si svela significa in primo luogo che non si conosce il loro valore. Allora non si va avanti; non si può andare oltre. E’ chi conosce il loro valore che andrà avanti. Chi non ne ha rispetto, chi le porta al mercato, non può andare avanti; ha un regresso. Quando andremo avanti dovremo affrontare una grande prova. Quando la gente sa che ci occupiamo di queste cose, ci farà un sacco di domande. Vorranno che facciamo profezie, vorranno che diciamo cose insolite, cose che li interesseranno. Saremo messi alla prova: potete davvero vedere che è il sentiero del silenzio. Più teniamo le labbra chiuse più la via si apre, più le porte vengono aperte per noi. Il nostro stesso atteggiamento le apre. Noi dobbiamo solo aspettarcelo. Quello che non è comune, non è comune. Quando vogliamo renderlo comune questo significa far scendere il Paradiso sulla terra, invece di sollevare la terra verso il Cielo.

Il nostro atteggiamento con gli altri deve quindi essere umile, senza pretese, e normale.

APPLICAZIONE

Ora la quinta cosa. Non dobbiamo limitare la nostra meditazione e le nostre preghiere ai momenti fissi in cui le facciamo, perché questo è solo girare attorno alle cose. Ma nella nostra vita di tutti i giorni dovremmo portarne il senso nelle nostre azioni, in tutto ciò che facciamo a casa e fuori. Dobbiamo usare questo potere e questa ispirazione latenti risvegliati dalle nostre meditazioni; dovremmo utilizzarli. Facendo le pratiche per usarle, da tutto ciò che facciamo trarremo beneficio noi stessi e gli altri.