SITO IN AGGIORNAMENTO

SITO IN AGGIORNAMENTO - Non tutte le sezioni sono disponibili per aggiornamento - nuovo sito web presto on line

Acquietare la mente

da "Roseto d'Oriente"

Prima che si possa comprendere l'utilità di acquietare la mente si deve prendere in considerazione la discrepanza tra avvertire che la mente sia acquietata e avvertire che il corpo non sia acquietato. La vita non è nient'altro che un'attività in tutte le cose. L'inattività del corpo gli sottrae vigore e forza; i muscoli non hanno possibilità di svilupparsi; la persona pigra, inattiva, soffre sempre di cattiva digestione o di indisposizioni simili. Allora come può essere che quando la mente viene resa quieta non subisca una perdita di vigore e forza? Acquietare la mente non inebetirebbe una persona? Se si deve sviluppare la voce, la si deve usare cantando esercizi ed eseguendo determinate pratiche; se i muscoli devono svilupparsi, devono essere usati. Allora come può creare potere della mente acquietare la mente?

In questa obiezione c'è una grande verità. Acquietare la mente la inebetirebbe e la renderebbe priva di forza, la persona non comprenderebbe il segreto della vita, la legge della vita. È vero che nella vita sul piano fisico i nostri esercizi e l'attività della giornata devono lasciare il posto al riposo, al benessere, e al sonno durante la notte. Se il nostro corpo non riceve quel riposo, non potrà mai essere in piena forma. Abbiamo bisogno più di riposo che di attività; abbiamo bisogno più di sollievo che di fatica; e se non li otteniamo la nostra salute va fuori equilibrio. Perciò ne consegue che proprio come è necessario per il corpo avere ristoro e riposo dopo una fatica, così è necessario per la mente avere riposo e pace dopo aver pensato e lavorato.

Infatti, la mente è costituita di elementi più fini, mentre il corpo è fatto di elementi più grossolani, e questo produce una grande differenza nell'attività. Più alto è il piano di esistenza, più si è attivi; più basso è il piano, meno sono le attività. Questo è il motivo per cui la mente è naturalmente più attiva del corpo. Dunque, se dopo una fatica è necessario il riposo, quanto più questo si applica alla mente che al corpo! Di solito riposiamo il corpo quando vogliamo, ogniqualvolta le circostanze ce lo permettono; ci mettiamo comodi su un divano o in una poltrona dopo essere tornati dall'ufficio o dal lavoro, e di notte ci rilassiamo e ci addormentiamo; ma quando concediamo riposo alla mente?

Il riposo per la mente è necessario quanto il riposo per il corpo, e tuttavia teniamo sempre la mente in azione. La mente è costantemente al lavoro anche se il nostro corpo riposa. Anche se il corpo dorme, la mente produce sogni, ed è costantemente al lavoro. Molte persone stanno al lavoro tutto il giorno, durante il quale la mente non è meno impegnata col lavoro sul piano fisico del corpo, perché la mente lavora con il corpo; e lavorano ancora con la mente per tutta la notte. Il corpo ha riposo e ristoro, ma non la mente. Persino in una poltrona stanno ancora immaginando, stanno ancora lavorando con la mente.

La mente non ha tempo libero; forse è turbata, o sta facendo progetti, o pensa ai conflitti e alle preoccupazioni di cui la vita è così piena. Non c'è quasi mai un attimo in cui la mente è a riposo, tranne quando la natura le concede riposo perché è troppo esausta per lavorare ancora. La mente dice: " Farò una bella dormita". E anche se dorme soltanto due ore, tuttavia si sveglia con una tale, gioia e forza che tutto il mondo sembra nuovo. Se ci sono stati dei sogni, si può solo dire che si è stati addormentati, ma non ci si sente riposati, perché quella parte del proprio essere non ha avuto alcun riposo.

Tutto ciò dimostra la grande necessità pratica per la mente di essere a riposo, per la mente di essere acquietata. Coloro che rendono un principio il fatto che il lavoro sia sempre una cosa consigliabile sono unilaterali. L'equilibrio consiste nel rendersi conto che lavoro e riposo sono ugualmente necessari per una buona salute, sia fisica che mentale.

L'attività del corpo a volte è mantenuta sotto il controllo dell'uomo, ma l’uomo non tiene sotto controllo l'attività della mente. Questo non è perché non può farlo; è perché non ci ha mai pensato. Non ci si ferma mai a chiedersi: " Perché stavo pensando? C'era qualche scopo in questi pensieri ansiosi, inquieti? Non è perché si è solo permesso alla mente di andare ovunque volesse? Mentre sto seduto tranquillamente su una sedia, i pensieri non erano attivi con cose che non hanno nulla a che fare con la mia vita, con cose che non hanno la minima importanza né per me stesso né per qualcun altro? Era solo uno spreco di energia".

Più si permette alla mente di procedere senza uno scopo, più è probabile che diventi un veicolo o una macchina, che ogni sorta di influenze intorno a lei di altri esseri umani o di altri spiriti useranno invece del suo proprietario.

(continua)